il sogno
Mi son sognata degli uomini nascosti dentro l’armadio, dei manganelli e delle rivoltelle. Allora loro dissero «Chiama papà e mamma che l’ammazziamo e rubiamo i soldi». Allora glie dico: no non li voglio chiama, allora cacciavano fuori la pistola e me vogliono spara. Allora io ho detto: devo andà al bagno. Vabbè, dice uno de loro, però non gli di niente a tuo padre e tua madre che li devo ammazza. Allora vado al bagno e gli ho detto tutto sto’ fatto e allora loro, papà e mamma, se so’ armati. Mi’ padre con un cartello, mi’ sorella piccola con lo stennarello e mi’ madre co la scopa. Allora vanno là e ammazzano tutti, erano dodici. Però dieci l’hanno ammazzati e due stavano sopra l’armadio. Allora escono e me stavano ammazza cor pugnale. Allora ho strillato: mamma! Allora mi’ padre è venuto là col cortello e l’ha ammazzati. Ma so’ venuti altri e so’ accampati tutti dentro la casa nostra. Allora io ho detto: mamma, mamma ce stanno altri. Allora mi’ padre viene là col cortello e li ammazza tutti, dopo vengono l’altri. Dopo me stavano riammazzà allora mi’ padre li riammazza un’altra volta. Insomma cinque volte di seguito. Dopo mi’ padre ha detto: ci siamo stufati cambiamo casa. Dopo sono venuti dei ladri, sempre a noi ce succedeva. Allora vengono dei ladri, ce vengono a ruba e dicevano: chiama tu’ padre e tu’ madre che li dovano ammazza. No, io non li voglio chiama e strillavo. Allora io vado in bagno chiamo mi’ padre dico: papà, papà ci so’ i ladri che te vogliono ammazza. Allora s’è andato a compra la pistola e l’ammazza tutti. Dopo rivengono l’altri e li riammazza. Poi alla fine abbiamo cambiato un’altra volta casa e lì c’erano i lupi mannari. Allora a me m’avevano dato un mozzico e così alla notte con la luna diventavo lupo mannaro. Allora mi’ padre dice: Come potano fa per sta creatura? Allora gli ho detto: abbandonatemi o ammazzatemi. Allora mi’ padre ha detto: No! e m’ha dato una medicina. Me s’è levato sto lupo mannaro. E stavo bene adesso. Potevo mangia tutto e dopo m’ero fatta cicciona come una botte, non entravo più nella casa. Allora dicevo «ma’, ma’ piarne uno spilletto, sgonfiarne» e gridavano e tutti dicevano, eh, ma che c’è, ma che c’è. Allora io ho detto: «Ah ma’ piarne uno spillino e sgonfiarne». Allora mi’ madre ha preso uno spillo e m’ha sgonfiato. Allora io so’ diventata secchetta, tutt’ossa e potevo entra dalla fessura delle porte. Allora gli dico: a ma’ me voglio ingrassa, me voglio ingrassa! Allora mi’ padre è venuto m’ha fatto un’iniezione me so’ ingrassata di nuovo. Allora dicevo: ah ma’ me voglio dimagrì. Allora mi’ padre dice: che paterno fa pe’ sta creatura? E m’ha portato dal dottore che glie dice: la dovete porta in montagna. Vado in montagna divento normale, mi’ padre dopo m’ha portato a casa e da allora ho mangiato sempre bene, cioè moderato, insomma.
— Senti, Rossella, come mai c’era qualcuno che voleva ammazzare papà? Chi erano questi omacci?
Erano dei miei parenti.
Ma erano degli amici?
Sì, anche i ladri erano degli amichetti miei.
— Perché ce l’avevano col papà?
Perché papà la sera prima m’aveva detto: cammina, a letto! perché io volevo vedere il film alla televisione e mi’ madre ha detto: no, sennò domani mattina non ti alzi. E io ho detto: invece io mi alzo e allora mi’ padre ha detto: cammina, a letto e io mi so ammusata.
Come ti sei?
Mi so’ ammusata. So andata a letto me so’ messa a piagne, m’è venuto uno gnocco qua e non potevo parla e anche loro se so ammusati.
Cosa fa papà?
Il muratore. Non lo vedo quasi mai. Quando m’ha detto: cammina a letto m’è venuto questo gnocco qua.
T’è venuto a causa del film che non hai visto o perché papà ti ha strillato?
Papà s’è ammusato e io pure e m’è venuto questo gnocco.