immacolata e dolente

febbraio 1975

«Per noi, donna è riflesso di una bellezza che trascende, è specchio dell’uomo ‘ideale, quale Dio lo concepì, sua Immagine e sembianza. Per noi, donna è la visione di virginale purezza che restaura i sentimenti affettivi e -morali più alti del cuore umano, che sa le dedizioni supreme dell’amore, le risorse dell’assistenza, la fortezza della fedeltà e dell’operosità, l’eroismo abituale del sacrificio; per noi è la Madre — inchiniamoci! — che porta in sé la migliore attitudine all’attrazione religiosa e che, quando saggiamente la segue, eleva e sublima se stessa nell’espressione più genuina della femminilità; e che perciò, cantando pregando anelando piangendo, sembra naturalmente convergere verso una figura unica e somma, immacolata e dolente».

Queste parole sono state pronunciate da papa Paolo sesto (vedi Osservatore Romano dell’ 8-12-1974) ai partecipanti al 25° Convegno nazionale Giuristi Cattolici italiani che quest’anno aveva avuto come tema «La donna nella società attuale».

Agli esimi giuristi da lui recatisi per avere benedizione e lumi, il papa ha detto di voler esporre «alcune riflessioni» {che in questo caso, come direbbe il corsivista Fortebraccio, potrebbero essere chiamate così solo a condizione che Kant -avesse scritto le «Quisquilie della Ragion Pura» e Montesquieu le «Facezie sulle leggi») riflessioni dunque — ha detto Paolo sesto — «che contribuiscono alla visione globale e universale del problema, tanto più attuale data ‘l’imminenza dell’anno mondiale della donna, promosso dalle Nazioni Unite per il 1975».

Riflettendo su «la crescente emancipazione della donna per rapporto all’uomo» e su «la sua accentuata tendenza a preferire lavori extra domestici non senza pregiudizio per i rapporti coniugali e per la educazione dei figli», Il papa ha detto «che questo non è tutto da considerarsi negativo». Infatti — ha detto il papa — fornisce un esempio di strada da non seguire. «Le stesse esperienze errate di questi anni potranno essere utili — ha affermato Paolo sesto — se nella società si affermeranno i sani princìpi della coscienza universale». Tra i primi sani princìpi elencati dal papa vi è «la differenziazione funzionale della donna per rapporto all’uomo» e «il primato che ‘la donna possiede su tutta ‘l’area umana dove più direttamente s’incontrano i problemi del dolore, dell’assistenza e soprattutto della maternità». È ovvio che la coscienza universale è, per il papa, di sesso maschile.