sicurezza stradale 

ma papà ti manda solo?

febbraio 1975

Si parla sempre più dei condizionamenti culturali cui siamo soggetti fin da piccoli. E’ ormai ripetitivo parlare della leziosità di abbigliamento e di comportamento che si richiede alla bambina, fin dai primi anni e dei cipiglio quasi militaresco che si impone al maschietto. Anche il discorso dei giochi scelti secondo il sesso dei bambini è già stato trattato ma non si è ancora mai posto i’accento sul tipo di formazione che questa scelta darà In futuro, ai momento in cui quel bimbette simpatico diventerà uno spericolato guidatore di motorino, di motocicletta ad alta cilindrata, di utilitaria o di rombante spider.

Uno studio specifico dell’Ispettorato della circolazione ci ha fatto ‘riflettere sulla causa dei numerosi incidenti provocati dai ragazzi in motorino o in motocicletta. Talvolta con esito mortale, come fu il caso di quel simpatico protagonista di ‘Malizia, ‘l’attore Momo, rappresentante sia sul video, sia nella sua tragica scomparsa del prototipo del giovanissimo leone dei giorni nostri. Secondo gli esperti del settore occorre — per capire fa spericolatezza dei ragazzi al volante — tornare ai primi anni e al tipo di giocattoli che vengono regalati, al tipo di educazione che essi ricevono. E, guarda caso, si torna di’ colpo a considerare l’addestramento da parte dei genitori e amici dei futuri ruoli. Prendiamo ira considerazione i regali. Natale non è lontano e possiamo forse tutti farci un po’ di autocritica. Prima di tutto si scopre che i giocattoli hanno tre sessi: il maschile, il femminile e il neutro. Sono neutri i regali di società, i proiettori, i pattini, le matite colorate. Regali generici adatti a tutti i bambini. Poi ci sono i regali per le femmine e quelli per i maschi, da non confondere, per favore.

Anche nei negozi di giocattoli i reparti sono ben differenziati. A destra le bambole, le culle, i passeggini, i servizi di piatti in miniatura e pentolame. A sinistra le macchinine, le piste per auto da corsa, i carri armati e i soldatini, i garages, i prototipi in dimensioni ridotte dei modelli in circolazione. Anche le pubblicità sui giornaletti per ragazzi sono ben chiare. Per reclamizzare una automobile in scala: «sentiti grande, la tua auto X è grande perché scattante, veloce nella ripresa, sicura negli inseguimenti. Tiene sempre la strada, sfreccia e arriva sempre a segno». Come stupirsi poi se da grande, appena presa la patente, il fanciullino imberbe non pensa ad altro che far mangiare la polvere alle altre automobili e a creare quei fatidici caroselli nei viali? le «femminucce» non avranno certo le medesime aspirazioni, visto che sono cresciute con regali tipo la bambola Y la cui reclame è: «sono viva, prendimi con te, non sono una bambola qualsiasi. Sono come tutte le bambine del mondo, quando ho fame piango, dammi il mio biberon e stringimi forte al cuoricino. Sarò un vero tesoro».

Ed ecco così sistemata la brava mammina di domani che attende con trepidazione il suo compagno pilota provetto che guida il suo bolide «scattante, veloce nella ripresa, sicuro negli inseguimenti, ecc. ecc.». L’unica, piccola differenza è che il bolide non sarà più a.scala ridotta, ma a dimensioni mortali, e il pilota, kamikaze dell’era moderna, apparirà a tutti, una volta tornato pedone, «tanto una brava persona». Una «brava persona», spesso bravo cittadino che seguirà le orme del proprio babbino e metterà a segno tutti gli insegnamenti ricevuti del tipo: — come rivela un resoconto della motorizzazione — «Guarda come va piano quello lì; ora vedi un po’ come lo supero», «io passo col rosso, tanto chi mi-vede», io posteggio qui, tanto a quest’ora il vigile non c’è». Poiché tali sono le basi della cosiddetta buona educazione al volante. E ‘il caro piccino, educato a salutare le signore con rispetto, a dire grazie e per favore, avrà e trasmetterà poi ad amici e figliolanza i bravi insegnamenti ricevuti. Esistono poi’ due problemi collegati a questa «istruzione carente», quando si pone in una famiglia il primo problema di guida dei ragazzi — maschi al 95% —cioè la richiesta di acquisto del motorino. Secondo uno studio di psicologi il terrore che la richiesta provoca nell’animo dei genitori non è tanto dovuta alla paura dei pericoli del traffico, bensì dal timore che il ragazzo metta in pratica gli insegnamenti ricevuti fino ad allora dal padre alla guida: più che gli altri automobilisti si temono le reazioni del ragazzo, finalmente in grado di librarsi sulle strade come su di una pista da record, li secondo problema, messo in risalto da molti studi’, è quello relativo -ai mito dell’automobile che cresce assieme ai ragazzi, stimolato dai regali di automobiline da corsa e di auto formato spider, dagli album di figurine dedicate alle auto, dalla conoscenza sempre più ampliata dei modelli, delle marche delle cilindrate, delle carrozzerie. Una memorizzazione che incanta nei più piccoli, stupisce negli adolescenti, infastidisce nei grandi.

Un mito, quello della possente automobile, che arrivi persino a condizionare la scelta del lavoro in me ragazzi, pronti a barattare uno studio lungo e faticoso con un lavoro facile e ben retribuito, perché a quest’ultimo si può affiancare rapidamente l’agognata macchina, spider, supercarozzata, utilitaria superaccessoriata, rombante motocicletta (preferibilmente di marca giapponese che supera in costo e pericolo (siasi quattroruote). L’emblema insomma di un n di concepire la vita, tipica di una società senza ideali e senza senso civico, qualunquista politicamente là delle scelte politiche individuali.