una storia della famiglia attraverso i secoli

«La donna esclusa», di Silvana Cichi, edizioni Domus

febbraio 1975

Una storia del matrimonio e della famiglia di Silvana Cichi, Il titolo «La donna esclusa»: è la tesi del libro. Infatti in tutte le civiltà da quelle primitive a quelle storiche del mondo orientale e occidentale, anche là dove «la posizione della donna era elevata», il ruolo di potere del maschio ha sempre sancito la sua subordinazione ad una funzione sessuale e quindi l’esclusione ad una vita sociale che ‘non fosse mediata dallo uomo. E quando si parla di ‘matriarcato (ma nessuno può documentarne resistenza), il discorso non cambia, non cambia cioè il rapporto politico di potere dello uomo sulla donna tanto è vero che ile scarne teorizzazioni su M’Influenza economica’ ohe le donne potevano esercitare nelle culture preistoriche, come produttrici di cibo, possono concederci solo la definizione di «matriarcato economico». La realtà è che la linea tipica di sviluppo ‘dell’umanità non si può ridurre in termini di «matriarcato» e di «patriarcato». Detto questo si può passare alla storia del matrimonio e della famiglia di Silvana Cichi che è la storia «politica» dell’oppressione della donna attraverso le ‘Istituzioni primarie dell’organizzazione sociale. Lo studio comparativo delle varie culture è ricco per esemplificazione e per notazioni di carattere sociologico. La ricognizione storica è «universale»: preistoria, Sumeri, Egizi!, ‘Babilonesi, Assiri, Ebrei, Persiani, Indiani, Giapponesi, Greci, Romani, l’America precolombiana, Mussulmani e infine l’Europa attraverso il medioevo, il rinascimento, la riforma, la rivoluzione industriale, fino ai giorni nostri. Ed ecco il femminismo e nella Cina contemporanea una indicazione di crescita e di lotta, quella del femminismo militante: non c’è liberazione della donna senza rivoluzione, non c’è rivoluzione senza liberazione della donna. Ma le conclusioni dell’autrice sono più antropologiche che politiche: «Il patriarcato è alla fine. Aiutiamolo a morire…» Esso «ci lascia violenza, ingiustizia sociale, razzismo, un mondo diviso e in guerra, un’economia ‘dissestata, un indiscriminato abuso delle risorse terrestri»… «Il mondo di oggi, così come è organizzato, è il ritratto impietoso di ciò che è l’uomo…».

Sì, certo c’è da chiamare in causa il Capitale, ma si deve essere d’accordo con l’autrice sul fatto che l’uomo di oggi ancora profitta del suo regime di potere (patriarcato) e visto ohe egli rappresenta il sistema e che Jì lui <a opprimere individualmente la donna ‘è anche contro di lui che si deve lottare: contro il suo ruolo di potere e la sua complicità con il sistema. Marx direbbe che anche gli uomini sono delle vittime (e lo erano per lui anche i capitalisti), ma proprio per questo fa nostra lotta è più complessa e più articolata perché solo con la lotta ‘delle donne insieme con quella del proletariato si può arrivare alla comprensione globale dei rapporti di sfruttamento esistenti tra le classi sociali, e quindi al recupero dell’antagonismo di classe del proletariato spezzando il fronte dell’interclassismo maschile: quello dell’oppressione della donna.