f.a.o.: ora ci chiamano «ms»

«dopo le nostre lotte vengono usati con più frequenza termini come “persona” al posto di “uomo”»

febbraio 1977

l’Organizzazione dell’Alimentazione e dell’Agricoltura (la FAO) ha la sua sede a Roma con circa 3.000 impiegati di cui circa la metà sono donne. Dato che la FAO è un piccolo mondo che riflette il grande mondo esterno, fuori delle sue mura la maggioranza delle donne occupano posizioni non qualificate, cioè sono dattilografe, segretarie, aiuto capi. Le poche professioniste si occupano di soggetti come l’economia domestica, l’alimentazione, personale e altri campi comunemente considerati «femminili». Il tipo di educazione che viene dato alle donne con i suoi obiettivi limitati in quasi tutti i Paesi del mondo, si può osservare alla FAO come in qualsiasi altro posto praticamente nell’assoluta mancanza delle donne nei posti che richiedono una preparazione tecnica maggiore. L’Organizzazione si è tuttavia impegnata in un programma di miglioramento della situazione delle donne e per raggiungere ovunque la loro piena integrazione nella società. Il Gruppo delle Donne («Women’s Group») della FAO è nato nel 1975 «L’Anno Internazionale della Donna» indetto dalle Nazioni Unite. Il Gruppo, composto dalle impiegate di tutte le categorie e di differenti nazionalità è stato formato allo scopo di sensibilizzare le donne sui problemi e sulle richieste che riguardano le donne stesse all’interno della FAO. Abbiamo cominciato facendo circolare un questionario fra il personale femminile per ottenere una serie di informazioni fondamentali su come raggiungere quegli obiettivi dell’Anno Internazionale della Donna e allo scopo di risvegliare l’interesse sul campo dei problemi specifici che le donne incontrano nel lavoro. La relazione fatta sui risultati del questionario conteneva molte richieste di cambiamenti nella struttura amministrativa allo scopo di assicurare una più alta selezione e promozione di donne qualificate e 1^ loro più piena partecipazione in tutti i campi riguardanti il loro lavoro, fra i quali la richiesta di un asilo nido. Le donne del gruppo partecipano attivamente, dovunque si presenta la possibilità, ai comitati ufficiali che operano all’interno dell’Organizzazione come l’«Inter-Divisional Working Group per l’emancipazione delle Donne», fornendo candidate per le commissioni interne che si occupano delle condizioni del lavoro, dei salari, ecc., e per la Cooperativa del personale che coordina le varie attività sociali, culturali e sportive promosse dal personale stesso. È chiaro che spesso è difficile per le donne che hanno responsabilità familiari riuscire a trovare il tempo e l’energia che simile lavoro richiede, specialmente se questa attività viene svolta alla fine di una giornata di lavoro. Sono oramai due anni che noi donne del «Women’s Group» ci incontriamo regolarmente una volta alla settimana durante la pausa del pranzo. Il gruppo ha anche organizzato incontri aperti per tutto il personale dopo gli orari di ufficio e ha invitato a parlare personalità donne come l’On. Emma Bonino, Dacia Maraini e Laura Remiddi. Ha inoltre organizzato proiezioni di film sulla condizione delle donne nei vari Paesi del mondo. Ha organizzato una mostra fotografica nell’ingresso della FAO sulla pubblicità e mass media che riflettono quelle che sono i concetti più comuni attraverso le cui le donne vengono visti. Per tre serate il Gruppo Teatro del Collettivo Femminista Romano ha rappresentato «La Storia di Una Cosa» invitato dal «Women’s Group». Siamo ancora impegnate nello sforzo di organizzare e dare il via all’asilo nido. Abbiamo acquistato molti libri femministi per darli alla libreria del personale. Oltre queste serie di azioni concernenti il campo specifico del lavoro, abbiamo formato un gruppo di presa di coscienza che si incontra una volta alla settimana dopo l’orario di ufficio. In questo gruppo l’attenzione viene focalizzata su problemi più personali e argomenti più generali.
Cominciano a vedersi alcuni piccoli cambiamenti all’interno dell’Organizzazione. Nelle istruzioni date alle segretarie è stato eliminato l’obbligo di compiere servizi personali e non pertinenti al lavoro per il loro capo-ufficio tipo andare a prendere il caffè, pagare bollette personali, ecc. La parola «moglie» è stata sostituita dalla parola «consorte» nei documenti ufficiali. Vengono usati con più frequenza termini come «persona» al posto di «uomo» e «Ms» al posto di «Mrs.-Miss». I testi di insegnamento delle lingue ufficiali della FAO al personale sono stati revisionati per escluderne termini e concetti più sessisti. Tutto questo ha creato una maggiore sensibilizzazione fra il personale su questi problemi. La strada è lunga anche perché come impiegati civili internazionali noi siamo probabilmente più limitate degli altri impiegati nelle nostre azioni. Però speriamo che la convinzione della validità delle nostre aspirazioni femministe sarà maggiormente riconosciuta dalla nostra Organizzazione e che la FAO diventerà nel futuro l’Organizzazione più avanzata e sensibile rispetto al problema specifico della condizione delle donne.