inchiesta

luglio 1979

lucia, 25 anni, sarda, vive sola, lavoro nero

“Mi sono sposata giovanissima per andarmene dai miei. Ho fatto la casalinga, mi sono brutalizzata. Anche nei rapporti sessuali era sempre lui che prendeva l’iniziativa. Erano rapporti violenti e mi stavano bene, ne sentivo la necessità, come se lui esprimesse la mia violenza. Io dipendevo, stando a casa, tutta da lui anche psicologicamente. Volevo sempre che stesse con me. Lui invece aveva altri interessi, mi rimproverava. Io avevo cominciato a frequentare i collettivi ad andare alle manifestazioni; ma i miei desideri di indipendenza con lui s’arenavano. Sono sempre stata indipendente fin da bambina, ma nel rapporto sessuale andavo sotto. Poi ho cominciato a lavorare e studiare contemporaneamente. Durante la lotta sul posto di lavoro c’è stato come un risveglio da parte mia. Ho iniziato a fare una terapia fra donne al Governo Vecchio dopo aver letto un articolo su Effe di “Donne e Psicanalisi”. Luì s’incazzava quando uscivo e se rientravo tardi mi picchiava anche. Sapeva che guadagnando solo 150.000 al mese non mi potevo permettere d’andarmene. Io volevo un figlio e lui non voleva. Piano piano ho iniziato a pensare più a me, ho avuto anche un bel rapporto con un’altra donna. Gli ho proposto un rapporto aperto ma non era disponibile. Nel frattempo sono rimasta incinta. Lui non lo voleva, io sì. Mi sono separata e lui perdendo la donna-madre che io ero per lui, è cambiato, è un po’ cresciuto per conto suo. Intanto ho trovato un altro uomo, un rapporto che ancora oggi porto avanti. Ho deciso di non reprimermi più. Voglio seguire anche i miei impulsi. Se incontro qualcuno che mi piace vado. In questo momento mi sono anche rappacificata con mio marito però il rapporto è più disincantato e sulle difensive. Non mi picchia più e non è più violento nelle discussioni. Non mi faccio in questo momento penetrare sessualmente. Ho come una regressione infantile che accetto, ho voglia di tenerezza, protezione. Sono contenta di essere incinta. Sono convinta che ognuno deve imparare a vivere da solo e poi uscire verso gli altri. In questo momento c’è un equilibrio con mio marito, fragile, perché io voglio un rapporto aperto. Non tornerei più alla nostra vecchia coppia chiusa. Forse ci arriveremo. Intanto a me se capitano delle esperienze me le vivo. Forse lui mi aiuterà con il bambino, adesso dice di sì, vedremo. Io avevo deciso di averlo comunque, sono pronta a tutto».

silvia, 20 anni, vive in una casa con tre ragazzi

“Devo dire che in un certo senso il mio vissuto sessuale è avvenuto parallelamente alla presa di coscienza femminista. Prima di entrare nel collettivo ero piccola dunque i miei rapporti con l’altro sesso erano mediati dalla presenza dei miei genitori. In seguito quando ho cominciato ad avere rapporti non sentivo sensazioni particolari, non mi coinvolgevo. Poi ho passato la fase della liberazione sessuale perché il fatto di avere rapporti con una sola persona mi dava la sensazione di essere privatizzata, anche se il fatto di fare all’amore con più persone non risolveva i miei problemi mi dava una sensazione di poter scegliere, di indipendenza. Poi c’è stato un processo inverso in cui ho capito che non era una questione di quantità ma di qualità. Cominciai con il ribellarmi a tutti quei rapporti che non recepivano il messaggio di tenerezza e di affettività che trasmettevo. Per cui c’è stato un ritorno ad un rapporto di coppia, con tutta l’analisi del rapporto sessuale vissuto con una persona specifica. Alcuni maschi sono cambiati nel senso che sono minimamente più sensibili a capire certe cose o almeno ad ascoltarli”.

domenica, 26 anni calabrese, lavoro nero

“Mi sono sposata a 23 anni, fidanzata da 19. Niente rapporti prematrimoniali. Nessuna educazione sessuale. Fino a 16 anni manco sapevo cosa significava la parola cazzo. A Roma a 19 anni conobbi il futuro marito. Lui era contento che fossi vergine, anzi mi disse che ero proprio il tipo di ragazza che cercava. La prima notte da sposata mi sono sentita sporca. Poi ho iniziato a lavorare e lì ho cominciato a sentir parlare di sessualità, contraccezione. All’inizio io non sapevo neppure cosa fosse l’orgasmo. Pensavo che fosse il piacere di stare insieme ad accarezzarci. Sul lavoro conobbi delle femministe e mi buttai a capofitto nelle riunioni. Il rapporto con mio marito divenne subito competitivo. Professionalmente mi sento appagata e questo fatto mi dà sicurezza, e anche la mia vita sessuale è cambiata. Adesso fino a quando non raggiungo l’orgasmo il rapporto non si conclude. Esigo anche che sia prolungata’ la fase iniziale. Non è sempre lui che prende l’iniziativa, ma anche io adesso. Infatti lui dice adesso che a volte si sente violentato; anche se io non lo faccio”.

Avete un rapporto aperto?

“In questo momento no, l’abbiamo teorizzato per curiosità intellettuale e per avere altre esperienze. Quando è successo veramente che io sono stata con un altro è successo il casino. Ha posto l’aut aut. Stiamo ancora cercando di risolvere questo problema».

grazia, 26 anni studentessa, sposata, un bambino di 3 anni

“Il mio rapporto con l’uomo che è diventato mio marito è peggiorato molto specialmente dopo il matrimonio. Il fatto di essersi sposati ricrea sempre il fatto che io sono la donna di questo uomo. All’università inoltre mi emargina. Spesso mi viene rinfacciato di avere un figlio quasi fosse un errore di gioventù invece l’ho voluto io a quasi 24 anni. Certo vivere sempre con la stessa persona non mi soddisfa, sento il bisogno di vivere altri livelli di sessualità. Il fatto di avere un rapporto con un uomo dà molta sicurezza ma è limitante. E poi anche se è di sinistra non è che cambi. Accètta di lavare i piatti ma non di responsabilizzarsi per la gestione della casa. Il bambino è quasi totalmente sulle mie spalle. Sto cominciando ad affrontare il discorso della separazione da mio marito. Ma non per avere un’altra storia. Vorrei ritrovare me stessa, non voglio ritrovarmi in un rapporto di coppia con l’uomo; non dico che vorrei un rapporto con una donna, -ma vorrei vivere in casa con una donna o lavorare con donne. Sento che la solidarietà che ho raggiunto con certe compagne con gli uomini non l’ho mai sentita”.