la maternità non è più un destino

gennaio 1977

se la maternità rappresenta un simile sfruttamento sul piano socio-economico, e un tal peso sul piano psicologico, perché continuiamo a mettere al mondo figli?
Strana domanda che dobbiamo comunque osare porci nel momento in cui i mezzi anticoncezionali potrebbero — dovrebbero — fare di ogni nascita una libera decisione. Nel passato le donne subivano la maternità come un destino: oggi i mezzi scientifici esistenti dovrebbero permettere loro di sceglierla liberamente. Quanti pongono ostacoli alla diffusione dei mezzi anticoncezionali nei nostri paesi sanno o presagiscono che le donne rischiano di avere sempre meno voglia di fare bambini o in ogni caso, molti bambini. Essi fanno appello all’istinto materno o alla vocazione della maternità (senza cercare minimamente di alleviarne il peso) perché temono che questi comportamenti siano meno naturali alle donne di quanto vari secoli di patriarcato l’abbiano potuto far credere.
Quale sia effettivamente l’importanza della maternità per una donna, dobbiamo comunque constatare che sono rare quelle donne che desiderano avere la responsabilità e il peso esclusivo e continuo dei loro bambini. Notiamo che tutte quelle che hanno i mezzi finanziari si danno da fare per sbarazzarsi, almeno per una parte della giornata, della cura dei figli.
Le famiglie ricche mandavano a balia i nuovi nati e affidavano i figli a delle governanti. Le donne povere non potevano far altro che mandarli a lavorare il più presto possibile e, nell’attesa, farli correre per le strade (o a volte abbandonarli). Per concludere anche quelle donne che hanno il tempo e i mezzi finanziari preferiscono liberarsi, almeno parzialmente, della cura, dell’allevamento e dell’educazione dei loro figli. Il loro amore nei loro riguardi sarebbe soddisfatto, come d’altra parte lo è quello dei padri, da qualche ora di presenza al giorno. Se le donne (e gli uomini) mettono al mondo figli per il loro piacere, questo piacere non comprende tutti i compiti dell’educazione, né i sacrifici continui che questo impone. Infine, bisogna tener conto del fatto che le donne — e l’atteggiamento delle giovani d’oggi lo conferma — non considerano assolutamente essenziale per loro fare e allevare dei figli. Molte delle donne che in passato ne avevano, li mettevano al mondo per motivi naturali, biologici, ma anche sotto la pressione di una ideologia maternalista costringente.
Raramente esse potevano misurare la portata del loro impegno, la quantità di sacrifici personali loro imposti e il tempo necessario.
Oggi che i mezzi a disposizione delle donne le rendono più coscienti e che l’ideologia maternalista è meno pressante, sempre più numerose sono le donne che pianificano di vivere sole o di formare una coppia senza figli. La maternità non è più un destino.