sessuologia

nuove terapie sessuali

Papà psicoanalisi autorizza a fare l’amore nel buio dell’inconscio

luglio 1979

nel seminario sulle nuove terapie sessuali che si è tenuto a Milano il 6/8 luglio, Helen Kaplan, esperta di fama mondiale, descrivendo i nuovi orientamenti terapeutici ha sgombrato il campo dalle accuse finora mosse a queste terapie, anzi viste le novità, dovremmo dire alle ormai “PALEOTE-RAPIE’\ Perfino la psicoanalisi non è voluta mancare a questo appuntamento ed è venuta a dare il suo beneplacito. Dice Emilio Servadio: “Mi fa piacere vedere l’avvicinamento tra le terapie sessuali e la psicoanalisi; mi rallegra sentire parlare di desiderio”. Finora le terapie del sesso sono state ‘ guardate un po’ da tutti con sospetto: gli psicoanalisti le hanno accusate di rimuovere il sintomo, senza fornire comprensione; dai più tradizionalisti sono state considerate un po’ “zozzone”, specie quelle della scuola Californiana che fanno uso di massaggi erotici ed erotizzanti, e di esercizi di sesso da fare a casa.

A cosa sono rivolte queste nuove terapie sessuali? Se hai paura di non riuscire a godere in un rapporto hai una “ansia da performance”, se invece provi dolore durante il rapporto sessuale; soffri di disparenia, quando invece non riesci a goderti l’orgasmo non è perché ti hanno insegnato che il sesso è brutto, o per caso ti piacciono le donne, è solo che sei anorgasmica, se poi, oh orrore, non riesci a inserire nemmeno un dito nella tua vagina, non hai problemi col tuo corpo è solo che soffri di vaginismo. Se non hai voglia di far l’amore hai una patologia del desiderio. Fortunatamente le terapie sessuali non sono così rigide come le classificazioni che usano. D’ora in poi guai a chi si permetterà più di dire come un tempo che queste terapie si limitano a curare il sintomo senza rispettarlo e capire cosa significa nell’equilibrio della persona. Basta con i films terapeutici che insegnano a far l’amore secondo un modello di sessualità alla middle-class americana (prima ci si accarezza, poi se si è bravi massaggi reciproci, poi si gioca un po’ in tutte le posizioni e in ultimo penetrazione finale in piena gloria con il maschio sopra e la donna sotto)! Per carità poi dimentichiamoci delle tecniche usate per la terapia dell’eiaculatio praecox cioè la squeeze tecnique, per cui alla donna è richiesto di massaggiare, toccare, accarezzare l’uomo e il suo pene finché quest’ultimo non impara a eiaculare al momento giusto, insomma oltre a lavare e stirare impara a fare la massaggiatrice professionale !

Per fortuna si è anche scoperto che non serve travolgere il partner nella terapia del suo compagno (anche perché se il compagno manca?…). Guarda un po’, sai qual è adesso la novità scientifica? Nientemeno che un piccolo gruppo magari un po’ omogeneo crea rinforzo e solidarietà; finalmente c’è arrivata pure la “scienza ufficiale”, appropriandosi guarda caso di metodologie già nostre senza riconoscerlo. Ha scoperto che l’eiaculatio praecox viene trattata meglio in gruppi di uomini e che per risolvere problemi di anorgasmia nelle donne ci vuole la metà del tempo non trattando i casi singolarmente, perfino le coppie adesso vengono viste in gruppo. Viva le novità.

intervista a helen kaplan

Perché ti occupi della mancanza di desiderio sessuale, dal momento che finora nessuna ha mai considerato un problema non avere voglia di fare l’ amore?

I problemi della sessualità non si limitano alla mancanza di eccitazione o all’incapacità di orgasmo. C’è anche chi “evita il sesso” o per rabbia repressa verso il partner o per conflitti più profondi verso la sessualità. La paura di abbandonarsi all’altro, l’ansia di non riuscire, rendono il sesso pericoloso. In vista della possibilità di far l’amore suona l’allarme interno, e si innalza la bandiera di pericolo. Ecco in nostro soccorso il mal di testa, piatti da lavare, bambini che piangono.

Dicevi che le donne, contrariamente all’uomo hanno la possibilità di più orgasmi consecutivi, senza cioè un intervallo di riposo tra l’uno e l’altro; cosa intendi? A molte donne di fatto non risulta che sia così come tu dici….

Le donne non hanno un periodo “refrattario” dopo l’orgasmo, tuttavia quello che voi dite accade se dopo 1′ orgasmo la clitoride viene stimolata troppo intensamente; questo può provocare una sensazione fastidiosa e impedire quindi un successivo orgasmo.

Parlavi di differenze nelle capacità sessuali delle donne e dell’uomo?

Forse mi riferivo al fatto che la donna raggiunge la massima capacità sessuale intorno ai quaranta anni, mentre gli uomini intorno ai diciotto. Il motivo non lo so; forse per cause fisiologiche, o culturali, ma io non lo so.

Sappiamo che prendi in terapia anche omosessuali. A che fine? Riportarli all’eterosessualità?

No, prendo in terapia coppie di omosessuali con problemi di armonia sessuale; mi capitano più spesso coppie di uomini che non di donne; vengono da me per essere aiutati a ritrovare l’ armonia e il piacere e questo è anche il mio obbiettivo in questi casi. Prendo in terapia anche omosessuali che chiedono di essere orientati all’eterosessualità; ciò tuttavia solo se hanno una motivazione molto forte, solo se una persona presenta un desiderio particolarmente intenso di modificare il proprio orientamento sessuale è possibile esserle utile.

CA. LM.

Helen Kaplan autrice in italiano di: Nuove terapie sessuali – Bompiani – Manuale illustrato di terapie sessuali – Feltrinelli (più economico, più introduttivo e facile).