«prega pace, pensa pace»: ma per chi?

cosa c’è dietro il movimento per la pace che ha fatto scendere in campo migliaia di donne irlandesi? Quest’analisi rivela le ambiguità e gli inquietanti retroscena del movimento Pseudopacifista dell’Irlanda del Nord.

febbraio 1977

dalla metà di agosto 76 ci vengono dall’Irlanda rumori di manifestazioni di masse per la Pace; la Pace a tutti i costi. All’origine di questo movimento importante, che, a più riprese, ha fatto scendere sulle strade migliaia di donne irlandesi, a Dublino come a Belfast, un «incidente» come se ne produce regolarmente in Irlanda del Nord: tre bambini vengono uccisi da una vettura il cui conducente è stato appena mitragliato da una pattuglia britannica.
Petizioni «contro il terrorismo» (il conduttore ucciso era stato riconosciuto come un membro dell’IRA), «contro la violenza», azioni locali, ecc. si sviluppano rapidamente. Tanto più rapidamente quanto tutti i mezzi d’informazione, televisione, radio, giornali si lanciano in una pubblicità enorme in favore di questo movimento nascente che riunisce per esso gli appoggi più diversi, tra i quali bisogna notare l’Esercito Britannico, tutte le autorità benpensanti, i gruppi paralimilitari protestanti, che offrono pesantemente i loro «servizi» per la protezione delle manifestazioni.
Le due donne che dirigono (o, almeno, animano) il movimento sono: l’una, membro dell’«Alliance Party», interconfessionale e apertamente, e l’altra della «Legione di Maria».
Fatto clamoroso in questo Paese sotto occupazione militare, le manifestazioni «per la Pace» sono non solo autorizzate, ma pur anche protette dalle truppe britanniche, anzi incoraggiate, e ciò malgrado l’assenza di ogni preavviso!
Che pensare dunque, e che significano questi eventi?
Parecchi punti importanti devono essere notati.
Il carattere profondamente religioso del movimento, ciò che non è certo un lieve vantaggio in un Paese come l’Irlanda.
«Parla Pace, Pensa Pace, Cammina con la Pace nel cuore, Prega Pace, Ricorda Pace», dice una canzone composta per la circostanza da un partito cattolico «moderato».
L’aspetto sistematicamente sessista delle manifestazioni di queste donne proclamanti il loro Dovere materno, insorge contro le difficoltà che esse incontrano nei loro compiti di madri e di mogli in famiglia.
Là ancora le iniziatrici del movimento hanno saputo mirare giusto, e utilizzare appieno la struttura sociale in piazza, Il movimento insorge contro la «violenza», ma appare curiosamente selettivo in quanto ai suoi temi di campagna. Così una ragazzina di dodici anni uccisa dall’Esercito Britannico nello stesso periodo è del tutto semplicemente «dimenticata», quando una delle dirigenti dichiara che «la violenza delle organizzazioni terroriste (leggere IRA) è la più terribile e la più viziosa» e afferma «noi sosteniamo pienamente la lotta fino a che la comunità dell’Irlanda del Nord si sia data le sue proprie istituzioni e forme di governo, e dunque noi consideriamo il RUC (Polizia dell’Irlanda del Nord, al 90% protestante) e le altre forze di sicurezza (cioè l’Esercito Britannico) come soli responsabili legittimi dell’applicazione della legge».
Quando sappiamo che questa famosa «legge» ‘(in quanto riflesso di un’organizzazione sociale settaria), è alla fonte di tutti i problemi dell’Irlanda del Nord e che queste «forze di sicurezza», assassinano, torturano, distruggono le abitazioni nel corso delle perquisizioni… ecc., con lo scopo principale di bloccare tutta l’evoluzione della
struttura politica di questo stato-crowpion, si resta perplessi davanti alla proclamazione di un tale rispetto per un tale «ordine sociale».
O piuttosto si comincia a capire…
Che la popolazione nel suo insieme sia spossata dalla guerra, non è che normalissimo. Chi si rallegra di vivere in un Paese occupato militarmente, in uno stato di guerra permanente, e almeno per la classe operaia, in stamberghe, in ghetti in rovina? Ma chi tra questa popolazione può ben augurare la «Pace a tutti i costi», altrimenti detto lo status quo, il gelo della situazione su posizioni settarie e che, per conseguenza portano in se stesse i germi di conflitti futuri?
Chi, se non i soliti privilegiati che vivono di questa repressione senza misura?
È la Pace, o una tregua quella a cui mirano le autorità britanniche sostenendo questo movimento? Una tregua che permetterà loro di riorganizzare, di «Usterizzare» maggiormente le strutture del potere, togliendo del tutto ogni contatto fra la popolazione e quelli che tentano di migliorare realmente la situazione?
Senza voler fare i profeti, non è difficile immaginare che questo movimento non può, a termine, che disgregarsi, facendosi sempre più chiaro il suo carattere reazionario.
Reclamare la «Pace a tutti i costi», quando la posta della lotta è strettamente legata a delle rivendicazioni di giustizia, di uguaglianza, di democrazia, assomiglia un po’ troppo a una resa senza condizioni.
Ciò mostra con quale accanimento i difensori dei privilegi sono decisi a mantenere la loro supremazia, riuscendo, attraverso pratiche di intimidazione che meritano, e più che abbondantemente, questo appellativo di «terrorismo» senza cedimento, a spingere una parte della popolazione cattolica a raggiungere questo movimento, almeno durante tutte le sue prime. manifestazioni, ma anche questo primo passo è già largamente compiuto.