violenza sessuale

quel malinteso senso del pudore

la commissione giustizia della camera ha elaborato un testo di legge che lascia insoddisfatti i partiti e ignora il movimento delle donne, perché i partiti non portano la discussione della legge in parlamento e non rendono pubblico il dibattito?

gennaio 1982

Marzo 1980: un corteo di migliaia di donne consegna al Parlamento 300.000 firme raccolte in tutta Italia a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare contro la violenza sessuale. La proposta elaborata dal movimento delle donne (Mfr di via Pompeo Magno, Mld, Effe, Quotidiano donna, Noi donne e Udì), mirava non tanto a “legiferare” quanto a suscitare nel Paese un dibattito chiarificatore su un tema, quello della violenza sessuale, spesso sconosciuto o volutamente frainteso, e a modificare una legge che tutelasse non più la “morale pubblica”, ma la persona. Erano previste tra l’altro, la punibilità del coniuge violento, la procedibilità d’ufficio, il processo a porte aperte e per direttissima e la possibilità per il movimento delle donne di costituirsi parte civile. Il reato di violenza sessuale sarebbe così uscito dalla sfera del privato e considerato un delitto grave contro la società.
Intanto altre forze politiche avevano presentato sullo stesso argomento le loro proposte di legge; alcune (come la democristiana) profondamente lontane da quella di iniziativa popolare; altre (soprattutto quella socialista) concordanti su molti punti con la proposta del movimento delle donne. Dopo più di un anno, il comitato ristretto della Commissione Giustizia della Camera ha formulato una proposta di legge unificata molto discussa e discutibile che lascia insoddisfatti i partiti e ignora il movimento, perché tiene conto solo in minima parte delle istanze delle donne e solo su questioni marginali.
Da più parti ci si chiede che cosa accadrà adesso. Il testo del Comitato ristretto, è definitivo? E perché tanto ritardo nel portare la discussione della legge in Parlamento rendendo il dibattito pubblico e non circoscritto a “tecnici” di partito?
Ai molti e inquietanti interrogativi abbiamo cercato di rispondere in un incontro tra Angela Bottari, deputata comunista e membro del Comitato ristretto della Commissione Giustizia della Camera, Elena Marinucci responsabile femminile del Psi e Bianca Pomeranzi del Movimento femminista romano di via Pompeo Magno.

ovvero “delle offese al pudore”
Elena Marinucci
Sono contraria a questo titolo. La proposta di legge del Psi aveva trovato una soluzione simile a quella della proposta di iniziativa popolare e cioè di spostare tutta la materia nel Titolo XII del libro II del Codice Penale sotto i “Delitti contro la persona”. A nostro avviso, il bene giuridico da proteggere non è né la moralità o il buon costume (come dice oggi il codice Rocco) né tanto meno il pudore sessuale, ma la persona-donna nella sua integrità psico-fisica. Il testo del comitato ristretto ha invece recepito, nel titolo, le proposte della De e del Pei. Non resta che da augurarsi che durante i lavori della Commissione e quelli parlamentari questo titolo venga modificato.

Angela Bottari
Sono d’accordo che si debba spostare la collocazione nei delitti contro la persona. D’altra parte in Comitato ristretto si è scelta questa collocazione solo per far presto. La proposta della De tiene legata la violenza sessuale ad altre questioni come l’incesto, la pornografia, ecc., e debbono essere trovate soluzioni tecniche per non consentire nessun aggancio della violenza sessuale con queste altre materie. Per quanto riguarda il mio partito posso dire che siamo d’accordo per lo spostamento e io personalmente condivido che il reato di violenza sessuale debba rientrare nei delitti contro, la persona, perché la libertà sessuale, così come anni di dibattito sulla sessualità l’hanno fatta intendere, deve essere uno dei diritti sacrosanti della donna, dell’omosessuale, dell’adolescente. L’uso della propria sessualità come libertà è irrinunciabile.

Elena Marinucci
Su questo credo che il Comitato ristretto non avrebbe dovuto assolutamente scervellarsi, perché bastava che accogliesse la nostra proposta: l’abrogazione del titolo IX (contro la moralità pubblica e il buon costume. N.d.r.) e
spostamento della materia nel titolo XII. L’abrogazione del titolo IX sarebbe stato un segnale “culturale” non impossibile visto che con la legge 194 è caduto il titolo X (reati contro la stirpe. N.d.r.). Il codice Rocco, che andrebbe rifatto del tutto continua a subire amputazioni e modifiche parziali.
titolo X è decaduto perché era un assurdo logico e lo stesso deve giustamente toccare al IX che è antistorico e anacronistico.

Angela Bottari
Si è scelta una scorciatoia che ha lasciato intatto il problema che ora bisognerà affrontare e risolvere in commissione. Speriamo che tutte le forze politiche siano d’accordo…

Bianca Pomeranzi
Anche se faccio parte di un collettivo che ha aderito al comitato promotore, non ne ho seguito gli sviluppi. Questo tipo di azioni nei confronti di una legge mi hanno lasciato dei dubbi, dei residui di coscienza e non perché pensi che la proposta non sia giusta, ma perché ho sempre saputo che questo tipo di operazione culturale sarebbe stata sfasciata dal tecnicismo. Purtroppo ciò è accaduto. Dopo il referendum sull’aborto, a distanza di pochi mesi, si ripropone questa bruttissima legge che non tiene conto delle 300.000 firme delle cittadine e dei cittadini italiani. Le firme sono state la conclusione di una lunghissima serie di lotte iniziate nel ’76 e portate avanti dalle donne; il testo unificato allontanerà anche quelle poche che credono nelle istituzioni dalle istituzioni stesse. Con la violenza sessuale configurata come delitto contro il pudore, la soggettività della donna non viene assolutamente affermata. Questa dizione è ancora peggio di quella che parla di moralità pubblica, che se non altro è un’espressione che riguarda la collettività. A proposito del pudore, una donna, nell’800, aveva scritto che “È un velo che inventano gli uomini per reprimere la donna”. Inoltre il testo unificato riduce il movimento delle donne a una specie di impotente.

incesto
Elena Marinucci
Vorrei soffermarmi sul tema dell’incesto perché la De sembra utilizzare questa occasione per fare delle marce indietro. Perfino il Codice. Rocco rifiutava la punibilità dell’incesto e se dovessimo ricadere per colpa della De nella grave situazione che l’ordinamento giuridico italiano si macchi di un arretramento così grave come quello di punire l’incesto in quanto tale, sarebbe un disastro. Bisogna chiarire che il padre violentatore-incestuoso è punito dalla legge sulla violenza sessuale. L’incesto volontario è una scelta sessuale libera e se io dovessi riformare il Codice Penale non vorrei che fosse punito nemmeno quando dà scandalo, perché per me lo “scandalo” non esiste.

Effe
La dizione “incesto”, infatti, non c’è né nella proposta del movimento delle donne né in quella socialista: o è, violenza sessuale, se e quando lo è, oppure è una scelta sessuale che al massimo può essere giudicata discutibile e che riguarda solo chi la compie.

Angela Bottari
In comitato ristretto abbiamo riassunto tutte le proposte. Ora in Commissione si ricomincia da zero, ma con un dibattito alle spalle.

corruzione di minore
Effe
Mi pare che fra il punto precedente e questo sussista ancora un diffuso malinteso e una grande confusione.

Angela Bottari
L’equivoco nasce dal fatto che alcune proposte abrogavano l’art.530 (Corruzione di minore N.d.r.) e altre, invece, lo modificavano.

Elena Marinucci
Noi proponiamo di abrogarlo. O siamo convinti che la categoria del pudore è inaccettabile, o non lo siamo. Il concetto della corruzione dei minori rischia di trasformarsi in un boomerang spaventoso: può diventare l’articolo del Codice a cui si appellano i genitori per far condannare il fidanzatino diciottenne che è uscito con la loro figlia diciassettenne senza nemmeno sfiorarla.

Bianca Pomeranzi
L’anima della proposta del movimento delle donne è profondamente radicale e antipatriarcale, e i casini che ha provocato lo dimostrano. La proposta di legge di iniziativa popolare va a colpire due o tre cose che la società considera intoccabili: afferma la soggettività della donna, la sua possibilità di esistere al di là delle “difese” di chiunque. Soprattutto colpisce la famiglia patriarcale all’interno della quale l’affermazione della dignità della donna è un elemento sconvolgente. A questo proposito, la proposta del Pei era molto cauta e negativa rispetto alla violenza del coniuge sulla moglie.

Angela Bottari
Non l’abbiamo specificato, ma era implicito. La nostra proposta era nata nel ’77 senza dibattito; poi, anche un partito come il nostro cambia posizione e “cresce”.

definizione di violenza sessuale
Elena Marinucci
Mi sembra estremamente positivo che il Comitato ristretto abbia accolto le nostre tesi e cioè: c’è violenza sessuale non solo quando c’è stata la minaccia e la violenza, ma anche quando comunque non ci sia la volontà della vittima. Quindi durante il processo non sarà necessario dimostrare che la donna si è difesa dalla violenza né si dovranno andare a fare analisi sui vestiti e visite mediche sulle ecchimosi. Tanto meno saranno lecite le domande oltraggiose, perché basterà chiarire che nell’atto sessuale, anche se avvenuto in un contesto affettuoso fra due persone, una sia andata poi oltre la volontà dell’altra.

Angela Bottari
A proposito della definizione, questa, sul consenso, mi convince molto. Tuttavia stanno sorgendo discussioni basate sul fatto che per verificare se ci sia stato o no il consenso possano riproporsi domande “odiose” al momento della denuncia.

procedibilità d’ufficio o querela di parte?
Angela Bottari
Vorrei sapere quale sarà la posizione del Psi in Commissione. Personalmente, sulla procedibilità d’ufficio ho delle perplessità per quanto riguarda la violenza fra coniugi.

Elena Marinucci
In questo senso i rappresentanti del Psi si batteranno perché ci sia sempre la procedibilità d’ufficio. Nella nostra proposta di legge avevamo fatto un’eccezione quando la violenza avveniva tra coniugi, ma recentemente un attivo delle donne socialiste ha votato perché la procedibilità d’ufficio fosse possibile in ogni caso: non dobbiamo lasciare alibi alla discussione parlamentare. Piuttosto, che farà il Pei? Riusciremo a costruire un “muro laico”?

Effe
La procedibilità d’ufficio era uno dei temi, forse il prinicipale, su cui durante la raccolta delle firme, si era verificata una spaccatura all’interno del movimento femminista.

Bianca Pomeranzi
Sì, era stata una delle critiche maggiori che i collettivi di Milano…

Effe
Anche di Roma e anche all’interno degli stessi collettivi che costituivano il comitato promotore. C’era chi vedeva nella procedibilità d’ufficio sempre un’ulteriore forma di violenza nei confronti della volontà soggettiva della vittima.

Angela Bottari
Le spaccature permangono e vanno orizzontalmente dal movimento fino all’interno dei partiti.

Elena Marinucci
La differenza fra procedibilità d’ufficio e querela di parte è semplice: un reato è procedibile d’ufficio quando lo Stato stesso vuole punirlo e lascia invece alla disponibilità del privato quei reati che ritiene di minore importanza e che solo il privato può decidere se gli interessa o no perseguire. In sostanza, la procedura d’ufficio significa che il reato è grave e che la persona lesa non si deve sentire disonorata portando il fatto in pubblico. Quindi la procedibilità d’ufficio ha soprattutto valore culturale.

Bianca Pomeranzi
La procedibilità d’ufficio è importante soprattutto nei casi che coinvolgono donne sposate, che altrimenti rischiano di diventare ancora uno volta le vittime di questa economia privata. Secondo me, l’intento fondamentale della proposta del movimento era quello di sganciare da questa società paternalistica la figura della donna che subisce la violenza. Richiedere una prestazione sessuale contro la volontà è la peggiore condanna che si possa infliggere ad una donna anche quando il ‘ ‘richiedente” è il marito. Però una legge non basta a ristabilire decenni di cultura contraria.

Angela Bottari
Il problema più grosso sarà quello di suscitare movimenti di opinione nel Paese, intorno a una legge di questo tipo. Mi riferisco anche alle posizioni di partiti politici: non ci sarà solo la De, ma cosa diranno i radicali, i repubblicani, i liberali, i socialdemocratici e il Pdup? Con la violenza sessuale viene offesa la libertà e quindi la persona; ne discende che in questi casi lo Stato interviene nella tutela di un diritto del cittadino. Ma questo vale anche per la violenza del singolo sul singolo? È meglio, in questo caso, la querela di parte? Avevo dei dubbi e continuo ad averli, invece la escluderei nei casi di violenza fra coniugi: vorrei che fosse di parte e ritrattabile.

Elena Marinucci
La procedibilità d’ufficio non comporta nessuna pericolosità, ma ha un profondo significato politico e culturale, e il processo potrebbe essere un contributo a far sì che questo reato non venga più commesso. Non sono solo i “mostri” quelli che stuprano e non esiste solo la violenza fisica. Quando ci si trova di fronte a uomini che “toccano” o dicono la volgarità, questi non sono certo condannabili per stupro, ma sono degli stupratori potenziali.

Angela Bottari
Su questo siamo d’accordo, ma nella violenza fra coniugi lascerei la querela di parte per non innescare elementi di ricatto a doppio taglio. Noi parliamo sempre di donne, ma esistono anche gli uomini…

Bianca Pomeranzi
La procedibilità d’ufficio era dovuta alla considerazione dei gravami culturali sulla donna. Io non penso assolutamente che le femministe si facciano violentare meno delle altre, anzi sembrerebbe dimostrabile il contrario, perché molto spesso noi stesse ci facciamo passare sopra ideologie che ci negano. Questa legge non è contro la violenza di uno su uno, perché non esiste la asessualità della legge.

costituzione di parte civile
Angela Bottari
Le proposte del Psi e del movimento prevedevano la costituzione di parte civile da parte del movimento delle donne. Noi ritenevamo che fosse un tema da discutere in altra sede. Nel testo unificato non c’è la possibilità di costituirsi parte civile, ma è prevista la presenza di associazioni e movimenti ed è importante perché istituisce una figura nuova nel nostro codice penale: un intreccio tra la presenza dell’associazione o movimento e la parte lesa che è ad adiuvandum.

Elena Marinucci
Questa soluzione non è spregevole perché serve a politicizzare il processo e lo scioglie dalla privatizzazione infame che si è fatta finora di questo tipo di reato. Però bisogna continuare a battersi per ottenere la costituzione di parte civile.

e adesso?
Elena Marinucci
La nostra volontà è che la legge venga discussa in aula sia perché è giusto sapere le posizioni prese punto per punto dai vari partiti sia per l’importanza della discussione pubblica che va al di là della legge stessa, ma ha un enorme valore culturale e costringe l’intero Paese a prendere coscienza di questo tema. Il Pei nel dibattito parlamentare si schiererà con il Psi e il movimento delle donne o no? E ancora: ci sono le forze per ostacolare i tentativi reazionari?

Angela Bottari
Su questo siamo d’accordo e mi pare di averlo detto chiaramente.