femminismo d’europa

un convegno all’insegna della ambiguità

Quando i progetti sono troppo ambiziosi e le idee poco chiare.

maggio 1979

il convegno svoltosi a Roma sul tema “Il femminismo d’Europa a confronto con le istituzioni” ha riproposto il dilemma se un movimento, da anni politicamente vivace come quello femminista, debba porsi o meno in rapporto con l’istituzione partitica. Non si può non rilevare la ripetitività del problema’ della rappresentatività politica del movimento, che si ripropone ad ogni scadenza elettorale. La richiesta di cambiamento rivoluzionario della realtà politico-economica di noi donne, in questi anni è stata portata avanti dal movimento femminista con metodi e strutture nuovi e diversi, ma di fronte ad una scadenza come quella elettorale, tutto ciò viene negato o quanto meno, perde la sua dimensione reale di rappresentatività politica. I partiti, strutture verticistiche, autoritarie dì questo sistema, e che fino ad ora hanno sempre accantonato le esigenze e i bisogni femminili per dare prevalenza esclusiva agli interessi classisti’ e sessisti del potere patriarcale, ritornano ad .essere i nostri interlocutori. Le proposte emerse dal convegno, rispondendo a questa logica, sono prevalentemente legislative e coprono vari settori: dalla salute al lavoro, dall’ambiente alla situazione giuridica. Ma il livello medio delle proposte è estremamente moderato, non solo se paragonato alla decennale analisi femminista, ma anche rispetto al livello del dibattito svoltosi nei giorni del convegno. Riportiamo due proposte che ci sembrano esemplari: «Introduzione dell’informazione sessuale come materia specifica in tutte le scuole di tutti i Paesi della Comunità, a iniziare dalle elementari e anche dalla scuola dell’infanzia». Coordinamento femminista per il confronto donna-istituzioni.

«Concessione dei prestiti agevolati per l’applicazione di doppie finestre, per l’installazione di scaldabagni a. sole e, dove è possibile, di impianti di riscaldamento a energia solare, poiché in questo modo non soltanto si consumerebbe meno energia, ma ognuno risparmierebbe di tasca propria, anziché pagare «tariffe elettriche sempre più alte». Gruppo donne e ambiente. Coordinamento giornaliste romane. In questi momenti pre-elettorali si tirano in ballo i problemi reali relativi alla situazione che noi donne viviamo; quelli direttamente derivati dalla struttura sessista della società e quelli connessi alla necessità di autonomia economica.

Noi tutte sappiamo che la soluzione di questi problemi è necessaria e urgente per poter vivere meglio o almeno, per sopravvivere. Sappiamo però che è importante analizzarli dal nostro punto di vista, per trovare le soluzioni ‘realmente adeguate alle nostre necessità. Perciò, se da un lato non possiamo non riconoscere che le esigenze (non le proposte) emerse nel dibattito sono reali, dall’altro non possiamo fare a meno di notare che l’impostazione del convegno è stata piuttosto ambigua. Infatti l’interesse delle organizzatrici si rivolge al potenziale 53 per cento di elettrici in maniera analoga a quella dei partiti; le donne sono viste come una “massa” da aggregare intorno a obiettivi e programmi elaborati da un’ élite con buona pace della pratica femminista. Nello stesso tempo, le donne cui è diretta questa operazione, sono guardate con sospetto e sfiducia, in quanto probabili elettrici di partiti reazionari. Ambiguità si riscontra pure nell’uso del programma che dovrebbe essere confrontato con quelli dei partiti, per trovare il più “vicino” alle “nostre” esigenze. Contemporaneamente, però si dichiara a gran voce la sfiducia ai partiti e alle loro eventuali promesse. Ancora meno chiaro è l’atteggiamento verso le candidature di donne, si passa dall’idea di sostenere le donne presenti nelle liste di sinistra, all’ipotesi di una lista di donne e si arriva a progettare un partito femminile… per poi dichiarare fermamente di essere fuori dalle istituzioni, o di volere solo un movimento di opinione… Ma l’ambiguità più grave è quella che lenta di far passare questa operazione elettorale dietro il paravento del Movimento Femminista. E’ perciò necessario chiarire ancora una volta due cose:

qualsiasi iniziativa portata avanti da gruppi di donne, purché dichiarino apertamente le proprie idee e le proprie finalità, è legittima e può anche rappresentare un momento di confronto e di scambio.

è invece operazione ambigua e scorretta cercare la copertura di un generico Movimento Femminista a manovre poco chiare e a posizioni politiche accuratamente, taciute.