lettera aperta

gennaio 1976

le donne medico del Comitato Romano per la liberalizzazione dell’Aborto e della Contraccezione alle colleghe italiane.

Verrà approvata in Italia, con molta probabilità, una legge per la regolamentazione dell’aborto che ci riguarda particolarmente, come donne e come medici.

Noi rifiutiamo il potere attribuito agli ostetrici e ai ginecologi dall’art. 4, in quanto lo riteniamo illegale: riteniamo che deleghi di nuovo ad una categoria che sull’aborto ha sempre speculato (più o meno clandestinamente) il potere di gestirlo incontrollatamente, contro la scelta autonoma della donna. Rifiutiamo soprattutto il potere conferito al medico dall’art. 5 che lascia ancora una volta alla classe medica un enorme potere sulla scelta della donna. Il nostro obiettivo è l’aborto libero (oltre che gratuito e in strutture sanitarie pubbliche). Chiediamo quindi a tutte le donne medico di promuovere o aderire a iniziative che affermino la nostra determinazione a muoverci in questo senso.

Non siamo troppo stupite del silenzio quasi totale da parte dei medici, oltre che delle Commissioni Sanità, sulle modalità dell’intervento. Le strutture sanitarie attuali nelle quali gli aborti, spontanei e terapeutici, si praticano esclusivamente con il raschiamento, di fronte alla grande richiesta di interventi che certamente seguirebbe all’approvazione di questa legge, ri-schierebbero la crisi. Proponiamo quindi che l’aborto, fino all’ottava settimana, venga effettuato con il metodo per aspirazione (conosciuto come metodo Karman) che, poco diffuso in Italia, è praticato oramai da anni in molti paesi da medici, paramedici, e dalle femministe dove ciò sia necessario come pratica politica. Il metodo per aspirazione è il meno traumatizzante per la donna sia fisicamente che psicologicamente e consente di limitare il ricovero a non più di un giorno.

Può essere praticato in ambulatori attrezzati, nei consultori e negli ospedali, così da consentire alle strutture sanitarie di rispondere alle richieste delle donne.

Pensiamo che la mobilitazione sul problema dell’aborto rappresenti per le donne medico un momento fondamentale di presa di coscienza della propria condizione di subalterne anche nel proprio specifico (vedi la quasi completa delega alle donne della pediatria, dell’anestesia, della medicina scolastica…). Dobbiamo imparare a lottare per poter agire come operatori sanitari senza discriminazioni dovute al sesso, per portare il nostro potenziale rivoluzionario all’interno degli ospedali, delle cliniche, delle mutue, di tutte le strutture sanitarie.

Invitiamo tutte le donne medico ad iscriversi nelle liste dei medici «di fiducia» che riceveranno le domande di aborto e le inoltreranno, così che le presenza delle donne diventi condizionate in questo campo. Noi, appartenenti al Comitato Romano per la liberalizzazione dell’Aborto e della Contraccezione, ci proponiamo di mobilitarci nell’eventualità preoccupante dell’approvazione della legge, per costringere gli ospedali e i medici ospedalieri a rendere operanti la legge nei termini più brevi e più sicuri per le donne.

Ci inseriamo attivamente nei consultori e nelle unità sanitarie locali al fine di incidere il più possibile per ottenere un’assistenza sanitaria globale migliore per le donne e per favorire e diffondere la ricerca e l’applicazione di contraccettivi per le donne e per favorire e diffondere la ricerca e l’applicazione di contraccettivi sicuri, innocui, facili da usare per le donne e per gli uomini. Rivendichiamo insieme alle altre donne il diritto di scegliere una sessualità realmente libera, vogliamo riappropriarci di una medicina che da secoli ci relega a livelli di subalterne. Sappiamo che, come tutte le donne, subiamo i problemi del doppio lavoro, dello sfruttamento familiare, della fatica, della frustrazione culturale. Rifiutiamo di assumere un ruolo maschile (attraente forse perché privilegiato) divenendo così noi stesse strumento di oppressione per le altre donne.

Esistono delle realtà locali ed un coordinamento nazionale sui problemi dell’aborto e della contraccezione. Invitiamo le donne medico che vogliono lottare a mobilitarsi su questi problemi e a mettersi in contatto con noi. L’indirizzo del Comitato Romano per la liberalizzazione dell’Aborto e della Contraccezione è Via dei Sabelli 100, int. 11, Roma.