educazione sessuale in un liceo romano

la prima esperienza Istituzionale in Italia di un corso di informazione sessuale condotto da femministe

settembre 1976

una madre mi confidò: «Sa, siamo tutti convinti che in questa scuola vada fatto un corso, di educazione sessuale. Pensi che dopo la settimana autogestita abbiamo raccolto una scatola di preservativi, usati». Trasalì quando risposi «Beh! se non altro dimostrano coscienza concraccettiva», ma incassò bene.

Costruito un decennio fa nella borgata romana di Primavalle, dotato di un preside aperto alle sperimentazioni, il Liceo Scientifico «Castelnuovo» già vanta una storia di rivolte sessantottesche e una reputazione di progressismo di sinistra.

Nel marzo 1975 i ragazzi si autogestirono la scuola per una settimana e fra i tanti invitati a tenere lezioni, conferenze e dibattiti ci fu anche il «Gruppo femminista romano per la salute della donna».

Questo gruppo che diffonde tra le donne la pratica del self-help (auto osservazione ed autocura) ha anche acquistato una consistente pratica pubblica di diffusione degli anticoncezionali; con un tavolo volante ha girato Roma accanto ai banchi che raccoglievano firme per il referendum sull’aborto (1).

Il lavoro di questo gruppo al Castelnuovo, cui si aggiungevano informazioni e dibattiti sulla sessualità, ha fatto capire che sono le femministe che hanno approfondito il problema politico del rapporto uomo-donna. Per questa ragione proprio a questo gruppo è stato dato l’incarico di proporre qualcuno che potesse condurre un corso di educazione sessuale. Il termine «educare» non ci era molto simpatico; come dire «adesso arrivo io e vedrai piano piano come ti concio».

Abbiamo preferito intitolare il corso «Sesso, individuo e società». Infatti, .come dice Rostand, nel segreto incontro di due corpi umani la terza presenza è l’intera società. Il programma è stato così articolato accentuando di più l’aspetto individuo-società piuttosto che quello genito-riproduttivo. Supersintesi dei corsi: Iniziando con «Il sesso nelle culture diverse della nostra» si intende offrire una dimensione diversa al tipo di relazione e di educazione caratteristiche della nostra società, raccontando, ad esempio, di quanto si vergognano gli abitanti di una piccola isola irlandese di esser visti mentre si lavano i piedi, o di come le ragazze di un’altra piccola isola, questa però nella Melanesia, ogni notte si accoppiano con i loro amanti nella stessa capanna in cui dormono i genitori. «Sesso e società»: come la sessualità è stata storicamente ingabbiata nel matrimonio e nell’attuale famiglia, dove i ruoli dell’uomo e della donna sono arrivati al punto di alienazione che tutte noi ben conosciamo. «Rapporto tra: sesso, pornografia e amore»: le necessità erotiche e affettive si scontrano da una parte con il mito dell’amore romantico, coltivato particolarmente sulle donne, e dall’altra dal mito della sessualità violenta e falsamente virilistica della pornografia. I pornofumetti sembrano per ora l’unica e allucinante forma di educazione sessuale per tanti giovani circondati da adulti rapaci: quelli che mercificano il sesso nella pubblicità, nella pornografia bieca ecc.; ipocriti: quelli che non vogliono che le anime bianche dei pargoli siano macchiate da informazioni sessuali, e codini: vedi il documento sulla sessualità della Conferenza Episcopale Italiana.

«La sessualità nei vari stadi evolutivi dell’individuo»: come si evolve dal neonato all’adoloscente la sessualità e quanto è importante l’affettività corporea della carezza e dell’abbraccio per lo sviluppo psico-fisico della persona (non legata necessariamente ed esclusivamente alla madre). «Comportamenti sessuali adulti e salute mentale» (1). Le relazioni tra salute mentale e comportamento sessuale sono strettamente legati. La libertà sessuale come la libertà in generale, finisce quando si calpesta la libertà e il diritto sessuale altrui. All’aspetto fisiologico e igienico dei rimanenti tre temi è stato sempre aggiunto l’aspetto psicologico e culturale; tre esempi: la mestruazione vissuta come condanna e impurità da qualche migliaia di anni; come si usano gli anticoncezionali e quali sono le resistenze psicologiche; le malattie cosiddette «veneree»: come difendersene e come curarsi senza vergogna. Questa ipersintesi del programma svolto è per sua natura semplicistica. Un corso di informazione sessuale necessita di preparazione teorica, di un completo rilassamento dei «docenti» verso il problema del sesso, ma soprattutto di una continua disponibilità al dibattito.

 

(1) Su EFFE genn. 76, pag. 18 il documento del «Gruppo femminista romano per la salute della donna».