lilith

luglio 1974

 

Nel principio Dio creò l’uomo e la donna. Egli formò Lilith, la prima donna, così come aveva formato Adamo, dalla polvere. Adamo e Lilith non ebbero mai pace insieme perché Lilith si oppose alla pretesa di Adamo di essere superiore. Erano stati creati insieme dalla stessa polvere, ella pensava, e pertanto erano uguali. Quando Adamo asseriva di essere il suo padrone, Lilith rispondeva che non vi

erano ragioni per la sua supremazia. Quando egli volle giacere con lei, ella si offese di dover giacere sotto di lui. Adamo cercò di costringerla all’obbedienza. Piuttosto che accettare l’imposizione, Lilith preferì lasciarlo e vivere da sola sulle rive del Mar Rosso. Là ella trovò la pace sull’arenile roccioso intorno al Golfo di Aqaba, dove conobbe satiri, minotauri e centauri.

 

Secondo l’autore de\Y Alphabet Ben Sira, uno dei primi commenti ebraici alla Bibbia, la quiete di Lilith sul Mar Rosso viene tuttavia bruscamente interrotta. Invocato da Adamo, Dio invia a Lilith angeli per convincerla a tornare. (Perché Dio e Adamo facciano lega contro Lilith non è chiaro: o Dio aveva istituzionalmente il compito di proteggere l’uomo dalla paura, oppure Dio e Adamo si sentivano entrambi minacciati dalle esigenze sessuali e dall’indipendenza di Lilith). Lilith preferisce la vita senza un compagno — o quanto meno senza un compagno come Adamo — piuttosto di rinunciare alla propria integrità e alla propria indipendenza. E poi, sul Mar Rosso, ha provato il senso di una vita sessuale diversa.

Gli angeli, racconta YAlphabet, la minacciano di morte per il rifiuto, ma la risposta di Lilith ha un innegabile rigore logico: « Come posso morire — risponde Lilith — se Dio mi ha ordinato di occuparmi di tutti i nuovi nati ». Dio punì Lilith — prosegue YAlphabet — facendo morire ogni giorno cento dei suoi figli-demoni.

Di Lilith si trovano numerose tracce nella cosmogonia europea. L’Alphabet Ben Sira, riprendendo antiche leggende ebraiche, mette in evidenza le discrepanze esistenti fra le due versioni del Genesi sulla Creazione. Nel Genesi I l’uomo e la donna sono creati simultaneamente, nel Genesi 2 Eva è un ripensamento, un’appendice dell’uomo.

Influenze di culti primitivi politeistici e matriarcali si ritrovano spesso nel Genesi, nonostante lo zelo con cui i sacerdoti ebrei hanno cercato di espurgarle. Sono scomparse, ad esempio, molte tracce della dea adorata dai Canaaniti. All’inizio del primo millennio avanti Cristo, gli ebrei avevano invaso Canaan e subito l’influenza di culti canaaniti e del loro concetto matriarcale della creazione. Secondo quanto racconta, ad esempio, il Deuteronomio, i Sacerdoti di Israele cercarono a lungo di dissuadere le donne del loro popolo dal pregare la dea canaanita della fertilità.

I tentativi falliti per dare ad Adamo una compagna prima di Eva fanno pensare che gli uomini che coniarono questa interpretazione della preistoria avessero non poche difficoltà a creare l’archetipo femminile. Da un lato — come scrive Èva Fi- ges — dovevano assicurare ad Adamo la moglie più idonea, debole e sottomessa, la quale servisse da modello alle ragazze ebree in procinto di varcare la soglia del matrimonio, ché non passassero la misura del lecito; dall’altro si doveva fare in modo che la prima donna fosse tenuta responsabile di tutti i mali e i disastri che dalla Creazione in poi assillavano il mondo. Poteva l’una immagine armonizzarsi con l’altra?…

  1. bravi rabbini tentarono di aggirare il problema incarnando le qualità demoniache in un’altra moglie di Adamo, che precedesse Eva e che nulla avesse a che fare con la donna sottomessa destinata a essere la madre del genere umano. Accolsero quindi destramente la demonessa assiro-babilonese Lilith o Olu, facendone la prima consorte di Adamo, Lilith.

In un colpo solo Lilith viene trasformata da co-progenitrice in madre- creatrice-distruttrice, simile in molti aspetti a Kali, la dea indiana descritta insieme come forza di vita e di morte. Nelle due mani destre Kali ha la spada e le forbici della morte fìsica, e in quelle di sinistra un vaso di cibo e il loto della procreazione. Mentre però Kali è presentata come colei che armonizza gli opposti, Lilith è ridotta ai soli attributi negativi e diventa la personificazione unidimensionale della forza distruttiva.

  1. rifiuto di Lilith di giacere sotto Adamo ricompare come uno dei punti centrali nelle versioni successive del mito. Come notano Robert Graves e l’antropologo Raphael Patai: « E’ tipico delle civiltà in cui le donne sono considerati beni di scambio che esse adottino la posizione supina durante il rapporto sessuale ».

Nel contesto giudeo-cristiano in cui opera l’autore dell ‘Alphabet, il mito della creazione viene trasformato in una allegoria la cui morale comporta la punizione di Lilith per aver peccato di indipendenza e di autodeterminazione. Oltre e forse più della assenza di inibizioni sessuali, Adamo non può accettare in lei una dichiarazione di uguaglianza. Tutto il sistema patriarcale ne sarebbe stato minacciato. Non a caso il mito di Lilith è diventato popolare tra ebrei e cristiani durante il Medio Evo, in tempo di caccia alle streghe e di culto della Vergine Maria. Entrambe queste culture erano minacciate dal disintegrarsi delle strutture feudali mentre in entrambe queste religioni l’ortodossia contrastava ogni tendenza liberalizzatrice. Nell’Europa medievale, e particolarmente in Germania, Lilith divenne una creatura divoratrice, una minaccia per le famiglie ebree e cristiane, la moglie abbandonata che, se non esorcizzata, minaccia di rapire i figli delle altre donne.

Alla grande bellezza attribuita a Lilith nelle prime raffigurazioni orientali, si sostituisce nel Medio Evo l’immagine della strega. Stranamente, però, anche se segnata dal tempo, brutta e priva di denti, Lilith rimane colei che seduce gli uomini.

Nello Zohar, il Libro Sacro della Cabala, Lilith diventa la regina del mondo sotterraneo, la compagna di Satana (qui chiamato Samael), la quintessenza delle tenebre. Ironicamente, lo Zohar le fa credito del suo più grande momento di gloria: Lilith diventa l’amante di Dio. Questa mé- salliance avviene dopo la Distruzione del Tempio e l’Esodo del popolo di Israele. La madre di Israele, moglie di Dio, è partita in esilio con i figli. Dio si unisce allora con l’Altra, « la schiava Lilith ». Solo l’avvento del Messia interromperà questo indecoroso connubio, ponendo fine alla vita stessa di Lilith.

Lilith ha assunto molte forme nella demonologia ebraica. Il Talmud confonde il nome di Lilith con quello ebraico per notte, Laila, trasformando Lilith in un demonio che visitava le donne durante il parto strangolando i neonati, oppure in un « succubo » che attaccava gli uomini nel sonno e dai cui connubi nascevano i demoni che affliggono il mondo.

A volte viene identificata con la regina di Sheba: gli enigmi che la regina di Sheba pose a Salomone sono, secondo alcuni testi, la ripetizione delle parole di seduzione pronunciate da Lilith a Adamo. Sembra che la mente maschile, quando si tratta di donne intelligenti e di spirito, possa darne solo una spiegazione demoniaca. Cioè: premesso che una donna intelligente è innaturale, tutte le donne intelligenti sono necessariamente alleate con poteri demoniaci. Il mito di Lilith è servito come veicolo di regole sociali tradizionali e come tabù per uomini e donne spaventati dai loro desideri più nascosti. Lilith è stata il capro espiatorio di tutti gli istinti, considerati, in quanto istinti, il Male. Gli uomini potevano attribuire a Lilith le loro polluzioni notturne. Le donne, che vivevano in un semi-mondo di superstizioni e dogmi religiosi, potevano trovare conforto nell’attribuire le loro frustrazioni a questo simbolo di donna deviante. Se la mortalità infantile era causa non solo di dolore personale, ma anche di stigma sociale, quale migliore soluzione che attribuirne la responsabilità a Lilith? Maschi impotenti, spaventati dalle proprie fantasie erotiche e notturne, incoraggiavano le donne a proteggersi con amuleti contro i propri istinti repressi. Anche tra le coppie regolarmente sposate Lilith è sempre presente quando copulano per prendere le gocce di seme che vanno perdute, da cui essa genera demoni.

Associando ad un simbolo femminile temuto, odiato e segretamente invidiato le principali qualità femminili — sensualità, passione, indi- pendenza — il mito di Lilith ha impedito la solidarietà fra le donne. Qualsiasi donna avesse tali attributi doveva essere guardata con sospetto. Incapaci di esaltare le proprie reciproche qualità e incapaci di solidarietà, le donne sono rimaste isolate, senza poter rompere il cerchio magico.

La storia che segue, basata su fonti di periodi successivi, è stata ricostruita secondo una visuale femminista.

Adamo si guardò intorno, odorò i profumi del giardino, aspirò la brezza e scosse la testa. Se devo stare in un posto come questo, ho bisogno di una compagnia migliore di quella di un branco di animali.

«E’ verodisse contrita l’Immagine Supremaavrei dovuto pensarci». Si piegò per la seconda volta tra il Tigri e l’Eufrate, prese una manciata di polvere, le dette forma di donna e vi soffiò lo spirito vitale: «Ecco la tua compagna, fatta della stessa tua polvere ».

Adamo fu contento, e così Lilith. E vissero insieme in armonia e affettuosa tenerezza, senza che nessuno dei due comandasse sull’altro. E la loro tribù crebbe e si moltiplicò. Un giorno di primavera Lilith prese due agnelli che si erano sperduti, li tenne in vita nutrendoli del proprio latte ed essi si addomesticarono. Insegnò a Adamo l’arte della pastorizia mentre essa stessa continuava ad accudire all’orto.

Tutto andò bene per altri cinquanta anni, quando Adamo scoprì che ad ogni primavera c’erano più pecore di quella precedente. «Sto diventando ricco» pensò. E cominciò a scambiare la produzione eccedente di animali con oggetti di valore attraverso un nuovo sistema chiamato «commercio».

Adamo si sentì molto importante per questa nuova attività e divenne sempre più insoddisfatto di Lilith.

«Tutto quello che possiedile disse un giornosono pochi arnesi per coltivare l’orto. Io sono il signore delle pecore e mi dedico a importanti commerci. Questo mi rende superiore a te». «E poicontinuòuna volta pensavo che il mio seme non avesse alcun potere. Ora invece so che i miei figli nascono da me e tu non me lo avevi detto. Essi sono miei e tu sei solo il vaso che contiene la terra che nutre il mio seme».

«Vaso?rispose LilithI figli non sono né miei né tuoi. Appartengono solo a loro stessi. Parli come un ubriaco che crede di essere un re onnipotente e di possedere la terra ».

«La possiedo, infattivedi Genesi I, 26» disse Adamo.

«Te e quel Geova. Cosa ti verrà in mente ancora?».

«Gli chiederò di metterlo per iscritto e di farmi tuo signore e padrone; tu starai a casa e mi obbedirai. E sarà tuo dovere servirmi e farmi piacere».

«Io?disse LilithHo altro da fare».

«E’ la legge e tu devi obbedire».

«Mai sentita una legge simile».

«L’ho appena stabilita io e Geova la metterà per iscritto».

Di fronte al rifiuto di Lilith Adamo la chiamò ‘ puttana blasfema ’ e la lite si fece sempre più aspra. Alla fine Lilith afferrò una pietra, gliela lanciò contro e fuggì nel deserto. «Geova, Geova» gridò Adamo. «Chi ti ha fatto quell’occhio nero?» chiese il Demiurgo ergendosi da dietro una folgore.

«Non è nullarispose Adamo —. E’ stata una pietra. La donna che mi hai dato non ha voluto sottomettersi alla mia volontà e se ne è andata ». Dopo i vani tentativi di tre angeli di ricondurre Lilith da Adamo, questi, rassegnato, si fece una operazione con la quale ottenne, in sostituzione di Lilith, una moglie sottomessa, fatta non di polvere ma di una sua costola superflua. Èva accettò il ruolo subordinato e non gli dette più nessun problema, ad eccezione di una volta.

(da «MS» e «Women»)