nemici per la pella

John Postgate: una proposta per abolire le donne

luglio 1974

 

Risolvere il problema della sovrappopolazione è semplice: basta eliminare le donne. Purtroppo non è una battuta, ma una ’seria’ proposta scientifica avanzata sull’autorevole ‘New Scientist’ dal professore John Postgate (università del Sussex, Brighton).

 

Va premesso che il Postgate è un neo-malthusiano convinto: per lui la sovrapopolazione è la causa prima di tutti i mali della terra (fame, povertà, inquinamenti ecc.). Basterebbe questo discorso chiaramente mistificatorio — abbiamo già scritto su Effe come il problema della popolazione non sia la causa principale, ma la risultante di specifiche condizioni socio-economiche che vanno alterate radicalmente per poter trovare un rimedio al boom demografico — a farci nascere delle perplessità sul rigore scientifico del Nostro. Ma non è questo il punto. Postgate è libero di ritenere che il Male sia il boom delle nascite: non è il solo e pertanto non ci sorprende. Quello che ci sorprende — o meglio, ci traumatizza — è la sua ricetta per liberarci dal Male, ovvero dalla sovrapopolazione. Basta non far nascere più femmine, ma solo maschi: trovare cioè una pillola che permetta all’ovulo di essere fecondato da sperma con un cromosoma Y e che pertanto assicuri che il prodotto tinaie, il nascituro, sia di sesso maschile e non femminile. Il Nostro prende così due piccioncini in una sola fava: si sbarazza in un sol colpo dal Male del nostro secolo — la sovrappopolazione — e dal Male per antonomasia, tradizionalmente identificato nella ‘foemina’. La sua soluzione, oltre al pregio già citato, ha anche quella — è il modesto parere del Postgate stesso — di essere rapida (effettuabile in un paio di decadi), accettabile alla società civile (esclude guerre, genocidi etc) permanente (almeno per qualche secolo) e selettiva. Dando per esclusi — bontà sua — la guerra, le epidemie, l’infanticidio legalizzato e l’eutanasia come metodi per la riduzione della nascite, non rimaneva quindi altro strumento ’ civile ’ per ridurre la popolazione, che impedire la procreazione stessa togliendo di mezzo la parte fertile dell’umanità: le donne. Questa in sintesi la brillante tesi del professore inglese. Sulle possibilità concrete di applicazione della sua teoria Postgate è decisamente ottimista. Dato che, sostiene, esiste dovunque un « sorprendente pregiudizio » — sono parole sue — in favore del nascituro maschio, non ci sarebbe bisogno di propaganda né di imposizioni per far adottare la pillola: « le masse si presenteranno all’operazione per loro libera scelta », giubilanti. Né bisogna lasciarsi distrarre, ammonisce l’ineffabile Postgate, « da considerazioni sulle conseguenze sociali di questa situazione »: esse vanno lasciate a spiriti deboli e decadenti, privi della prospettiva cosmica del Postgate che, superata con un colpo d’ali la ‘ fase di transizione ’, indubbiamente funestata da problemi non meglio definiti, approda ad un’utopia leibniziana popolata di maschi sterili, saggi, sani (e pochi). Dopodiché Postgate concede ai critici (si suppone che ve ne siano almeno venticinque, come i lettori del Manzoni) che effettivamente la ‘ fase di transizione ’ sarebbe abbastanza balorda, tanto che « neppure io — ammette il Nostro — vorrei viverci ». Avverte tuttavia che si tratta soprattutto di un problema di gusto: la colpa è del raffinato palato degli europei (gli altri non sono neppure presi in considerazione, è notorio che gli abitanti del Terzo Mondo non hanno problemi di gusto) che probabilmente troverebbero disgustoso un mondo popolato da un ‘ eccesso di maschi ’ e dalle ‘ restanti donne ‘. Sulla situazione delle ‘restanti donne ’ il Nostro spende poche parole: si limita ad avanzare l’ipotesi che esse dovrebbero rinunciare a lavorare e a viaggiare da sole, che in alcune società sarebbero trattate alla stregua di api regine o come premi per i maschi migliori, ma non trova l’argomento degno di approfondita (si fa per dire) trattazione. Per quel che riguarda le conseguenze economiche e sociali in senso lato, il Postgate si limita a lasciare le previsioni ‘ all’immaginazione del lettore ’, (ringraziamo Postgate di avercele risparmiate). Ma siamo costrette ad avvisarlo — da ingrate quali siamo, insensibili ai Superiori Destini dell’llnnanità — che continueremo a riprodurci (noi donne), a partorire maschi e femmine rifiutando recisamente l’etichetta da lui proposta di ’ specie ’ in via di estinzione. Con la speranza che in via di rapida estinzione sia invece la specie — non umana, questo ci pare chiaro — dei Postgate.