sessualità in gravidanza

luglio 1975

Da tempo volevamo aprire un dibattuto sui temi maternità e sessualità: già nel novembre 1972, preparando il numero ZERO, un gruppo di noi s’era riunito per discutere di figli e raccontarci le nostre storie, si era venute a parlare delle diverse reazioni avute in gravidanza e soprattutto degli atteggiamenti degli uomini verso le donne incinte. Avevamo progettato di fare una rubrica fissa sulla maternità e un gruppo di studio sulla sessualità. Poi non se ne fece più niente. Tranne per uno o due articoli su una donna sessualmente felice e sulla omosessualità femminile, di sessualità e di maternità non abbiamo più veramente scritto. In compenso di maternità e di sessualità abbiamo continuato a parlare e a vivere.
Problemi di figli, mariti, ragazzi, rapporti, hanno continuamente abbellito e incasinato le nostre comuni vite, e quasi sempre cercando di fare superare un periodo nero a una di noi o aiutandoci ad affrontare nuove esperienze (come una prima maternità) ci siamo dette:
Dovremmo scrivere su Effe su: — come finire un amore senza distruggersi a vicenda — come affrontare la fine di un matrimonio — la vita sessuale della donna separata — come si allevano i figli senza un padre in casa — quale nuova etica ‘femminista’ ci sia nel gestire il classico triangolo, in cui tu sei o la moglie o Taltra — e ancora — una nuova preparazione al parto e alla maternità — paternità e maternità — come non opprimere i nostri figli e non farci opprimere da loro? — ecc. ecc.
Probabilmente proprio perché maternità e sessualità occupavano un posto emotivamente così rilevante nella nostra vita quotidiana, proprio perché in fondo lo specifico della donna è stato per secoli relegato a queste due funzioni per tutto questo tempo abbiamo evitato di affrontare in profondità questi argomenti. Ci toccano troppo da vicino e sono stati troppo spesso strumentalizzati per condizionare e limitare il nostro modo di essere «persone».
La scusa che ci davamo alle riunioni era che d’altra parte di questi temi avevano già trattato tutti i documenti femministi Italiani e stranieri. Ed era vero. Vero era anche però che Effe raggiunge anche donne non femministe e che sarebbe stato importante discuterne. Forse siamo state in parte condizionate dal nostro orientamento politico che ci spinge, giustamente, a cercare di capire i fattori giuridici, economici, politici, religiosi e sociali che condizionano le nostre vite, in modo da poter scegliere spazi e momenti di lotta. Forse ha anche giocato il desiderio di fare di Effe un mensile diverso dalla solita stampa femminile. E si sa i rotocalchi sono . pieni di storie di amore e di figli.
Le testimonianze che pubblichiamo, di cui una di un uomo, vogliono essere uno stimolo ad una riflessione, a una comprensione comune di quest’aspetto della nostra esperienza. Esperienza che per alcune di noi (sarebbe importante sapere quante?) può avere la drammaticità di dover vivere un’intera gravidanza totalmente rifiutata sessualmente dal proprio marito, che per altre può significare alti e bassi di desiderio, per altre ancora un periodo di giocosa sensualità.
Fra qualche anno funzioneranno (forse) in Italia migliaia di consultori «matrimoniali», sta anche a noi far si che diventino dei veri servizi sociali che soddisfino i nostri bisogni. Sulla questione
dei consultori, come sugli altri aspetti operativi che coinvolgono i nostri problemi di maternità e di sessualità dovremo tornare nei prossimi mesi, cercando da un lato di partire dal nostro specifico quotidiano per riscoprire e ridefinire meglio i nostri bisogni, dall’altro per lottare per una politica dei servizi che ci veda protagoniste nella programmazione e gestione di tutti quei centri assistenziali (asili nido, consultori, centri d’igiene mentale, servizi di quartiere ecc.) che dovrebbero rispondere ai bisogni sociali.

1) Barwick, J, Psychology of women, Har-per and Row, New York 1971.
2) Fisher S. L’orgasmo femminile, Feltrinelli, Milano 1974.

 

hanno scritto

Fisher afferma che una serie di studi empirici hanno dimostrato che la reattività sessuale di una donna non dipende dal numero di figli che ha partorito, cioè la capacità di essere soddisfatta sessualmente, di ottenere più o meno facilmente l’orgasmo non sembra dipendere da esperienze di maternità. Per quanto riguarda la sessualità durante la gravidanza Masters e Johnson hanno constatato che durante i primi tre mesi di gravidanza vi era una diminuzione della «tensione sessuale» nelle donne che non avevano già avuto un bambino e nessun cambiamento nella tensione sessuale nelle donne che avevano già avuto un figlio. Durante il secondo trimestre di gravidanza una larga percentuale di tutte le donne mostrava un maggiore desiderio sessuale e poi una diminuzione durante gli ultimi tre mesi di gravidanza.

Tre altri studiosi americani che intervistarono 89 donne durante gli ultimi tre mesi di gravidanza trovarono che una larga maggioranza riferiva di avere una diminuzione del desiderio sessuale e della capacità orgiastica durante la gravidanza. Non sembravano esservi differenze nelle affermazioni delle donne che avevano avuto e che non avevano avuto una precedente esperienza di gravidanza.

Se gli studi direttamente concernenti la sessualità della donna incinta e le reazioni sessuali del suo partner sono quasi inesistenti, abbondano invece sia le interpretazioni teoriche sia tutta una serie di studi empirici su altri aspetti psicologici della gravidanza. Molte di queste teorie sono direttamente o indirettamente di origine psicoanalitica e rappresentano per lo più elaborazioni del pensiero di Freud e della sua fedele seguace Helene Deutsch. Per la Deutsch la gravidanza è una esperienza faticosa perché fa rivivere vecchi conflitti con la madre, dato che essere incinta può simbolicamente resuscitare vecchie fantasie rimosse sul fatto di assumere gli attributi della madre e di sostituirla (per esempio nei suoi rapporti col padre). Altri hanno teorizzato che la gravidanza è accompagnata da sensi di colpa per l’ovvia dimostrazione di aver svolto un’attività sessuale: essere gravide significa dimostrare apertamente e visibilmente che vi è stato un rapporto sessuale.

Alcuni studi empirici hanno cercato di verificare queste ipotesi teoriche paragonando gli stati psicologici e gli atteggiamenti di donne incinte e donne non incinte e osservando come le donne gravide si differenziano psicologicamente fra il periodo pre-parto e post-parto. A questo proposito Fisher scrive che «contrariamente a quanto è stato affermato negli scritti clinici e aneddotici non è stato possibile dimostrare in modo convincente che le donne gravide sono diverse dalle donne non gravide per quanto riguarda il livello di ansia o una serie di altri parametri psicologici». (1). Per quanto riguarda i cambiamenti dell’ansia che si verificano nel corso della gravidanza, sembra per alcune che i momenti di ansia più intensa si verifichino durante gli ultimi mesi di gravidanza. Altri tipi di disturbi (per esempio mal di testa e tensione) non variano in modo consistente nel corso dei nove mesi, disturbi come vomito, mal di testa e «euforia» diminuiscono dopo il quarto mese per una maggioranza di donne, che però avvertono disturbi come affaticamento, depressione, irritabilità e angoscia sia durante i primi quattro o cinque mesi che durante l’ultimo mese di gravidanza. Ci si rende conto che vi è un aumento in alcuni tipi di difficoltà, mentre altri diminuiscono e altri ancora variano in modo disordinato durante la gravidanza. Inoltre conclude Fisher, contrariamente alle teorie cliniche ampiamente diffuse che le donne colpite da complicazioni gravidiche sono «immature» «dipendenti» «rifiutano il ruolo femminile» hanno «conflitti edipici» «non si è trovata nessuna prova empirica che le difficoltà gravidiche siano legate agli atteggiamenti negativi verso la gravidanza e la maternità ..(2).

Studi empirici inoltre non sembrano confermare le teorie che sostengono che la patologia gravidica sia legata ad atteggiamenti o comportamenti sessuali. Molti studi hanno cercato di appurare la relativa reattività sessuale delle donne che sviluppano e non sviluppano difficoltà gravidiche ma non si è riusciti a scoprire differenze fra le une e le altre. Per quanto riguarda le differenze fra il periodo postpartum e preparto sembra che ci sia una tendenza all’aumento di depressione, ansietà e irritabilità nei periodi in cui si abbassa la produzione di estrogeno, ad esempio prima delle mestruazioni, durante la menopausa e dopo il parto.

 

Fisher S. Op. cit, p. 196-197.

Fisher S. Op. cit., p. 212.