contropettegolezzo

donne crumire col giglio e col visone

febbraio 1973

Se è vero come ha scritto Fidel Castro che una donna non può non essere doppiamente rivoluzionaria, i casi di crumiraggio femminile — quando non manchi alle responsabilità economica di agire diversamente — non possono non essere sottolineati. Crumiraggio sul lavoro, crumiraggio anche dei sentimenti, delle emozioni, del costume. Tra gli ultimi esempi della cronaca: la giornalista di Gente e Loretta Goggi (il loro crumiraggio, nell’episodio, risulta collegato), e Gina Lollobrigida.

«Avevo anche saputo — scrive la Trapani — del fermo atteggiamento di Loretta durante le ultime trasmissioni di Canzonissima. Loretta aveva deciso di non solidarizzare con gli scioperanti…».

Chi scrive sui giornali — si legga in proposito l’intervento di Camilla Cederna sopra questo stesso numero di Effe — è sempre doppiamente responsabile delle proprie scelte e di quelle che in qualche modo contribuisce a determinare nei lettori. Figurarsi una donna giornalista di destra: come si potrebbe definirla, se non triplamente reazionaria?

Infatti: cosa fa la Franca Trapani se non lodare il fermo atteggiamento della crumira col giglio, Loretta Goggi, la quale nei giorni in cui tutti gli attori scioperavano contro la TV, non ha saputo sottrarsi, nemmeno per un giorno, neanche per un’ora, al raptus delle telecamere? Non è meno deplorevole, certo, di Loretta, l’attore-maschio-famoso Vittorio Gassman, anche se ha tentato di salvarsi la faccia dichiarando che la sua partecipazione a Canzonissima era stata registrata prima dello sciopero. (Ma Gassmann non si ricorda più di avere firmato, insieme ad altri intellettuali, un proclama in cui dichiarava fermamente che mai più avrebbe collaborato con la TV se la TV non fosse stata liberalizzata? O tale liberalizzazione è avvenuta senza che nessuno, salvo lui, in Italia, se ne accorgesse?).

Comunque la Loretta del giglio appare molto fiera del proprio atteggiamento, e ne accetta le lodi della giornalista di «Gente»: si stabilisce fra le due una solidarietà di regime, che tuttavia la Trapani, più scaltra, non esita a violare, chiedendo, senza probabilmente battere ciglio, alla tenera crumira TV: «Ma lo sa che lei è una bastarda?»

Certamente la frase non sarà stata questa, ma il senso è chiaro dal resoconto della cronista: «Venuta a conoscenza del ritardato matrimonio di mamma e papà Goggi, e ignorando tuttavia che Loretta fosse all’oscuro dei precedenti matrimoniali di sua madre, documenti alla mano, sono andata a chiederle informazioni…»

Insomma, la povera Loretta— povera, diciamo, perché lei, come espressione della moralità televisiva nazionale non può non essere sconvolta da una rivelazione del genere — la povera Loretta scopre dai documenti che le fornisce la Trapani, di essere stata, fino al 18 febbraio scorso, «figlia di madre ignota»: infatti sua madre non aveva potuto sposare suo padre, con cui convive da ventitré anni, perché legata da un precedente matrimonio: approvata la legge sul divorzio i genitori della piccola diva del piccolo schermo, si sono sposati, ma avrebbero continuato a tacere alla figlia, ormai inchiodata al proprio ruolo gigliesco, l’atroce verità.

Lontanissime dall’idea di denunciare le condizioni di illibertà personale in cui uno Stato senza divorzio obbliga a vivere i suoi cittadini, cosa fanno le tre donne, giornalista pirata, madre «peccatrice» e figlia turbata? Si con-dolgono vicendevolmente: chi sviene (la madre), chi invia un mazzo di rose, ventidue — ed è Loretta — alla madre con il biglietto «Tanti quanti sono gli anni in cui hai sofferto in silenzio», e chi passa alla cassa.

Vediamo ora il caso di Gina Lollobrigida che, raccolta e piumata in uno dei suoi numerosi visoni (magari quello rosa confetto, ma dalla foto, purtroppo in bianco e nero, non si vede), corre a firmare, nella sede de La Stampa, la petizione «popolare» per la riforma della legge Merlin: l’operaio crumiro, quello che entra alla Mirafiorl anche se gli altri fanno sciopero, di solito ha almeno la giustificazione della paura della fame, per sé e più ancora per i figli: ma la Lollobrigida? Eppure, si vede, ha paura di Virginia Woolf…’ E infatti, firmando, anche lei chiede:

a) che qualsiasi donna sorpresa per la strada in un atteggiamento definibile, secondo un poliziotto, di incitazione al libertinaggio, possa essere acchiappata e sbattuta dentro: cosa che, con le nuove leggi sul fermo di polizia significa che qualsiasi donna che cammina per la strada — ma non chi, come la Lollo, marcia in Rolls Royce — possa essere trattenuta quarantotto o novantaquattro ore in questura, senza che nessuno ne sappia niente, qui essere sottoposta a qualsiasi brutalità e, trattandosi di donne, magari violenza sessuale;

B) che le donne così sequestrate siano sottoposte a visita medica e schedate per sempre: da notare che l’aumento delle malattie veneree, tanto conclamato dai giornali perbene come La Stampa, secondo studi condotti da équipes di sanitari, non assume valori diversi da quelli riscontrati nel fenomeno della recrudescenza di altre malattie, assai meno disonorevoli, come la TBC: cresce la tubercolosi nel mondo perché il bacillo di Koch s’è fatto, come si dice, «resistente», cresce la sifilide per analoghi motivi d’assuefazioni del virus ai medicinali che dovrebbero distruggerli. Inoltre, secondo statistiche compilate in USA — in Italia non ne hanno fatte — le donne più colpite dalla sifilide non sono le prostitute, ma le altre, e specialmente le donne di media età appartenenti alla middle-class, le ben pensanti bored wives (mogli annoiate).

e) che siano arrestate anche le donne delle quali risulti che praticano abitualmente e costantemente la prostituzione in casa propria e tanto più se alla presenza di minori (per esempio, figli): il che significa che qualsiasi donna che abiti sola in una casa d’appartamenti, fornita di portiere, sarà sottoposta al ricatto continuo del medesimo: mancia insufficiente a Natale? Denuncia per esercizio della prostituzione.

Per non dire dei vicini di pianerottolo cui può risultare antipatica, magari per contrastanti idee politiche.

Ma la Lollobrigida abita in villa, sull’Appia Antica, come è noto, il portiere difficilmente potrebbe denunciarla perché è la sua unica datrice di lavoro, né ha vicini di pianerottolo: inoltre, non le si conoscono idee politiche. Quindi firma, vispa e trillante, e chi dice poi che non sia proprio lei ad avere paura di Virginia Woolf.