manifesto del collettivo soggetto donna

febbraio 1978

finora la cultura della donna è stata: il vuoto culturale a cui il Gazzettino ci ha abituate; i carrozzoni clientelari per soli maschi, come la Biennale; palestre di esercizio e guadagno, come la la mostra preparata per il marzo ’78 sui manifesti delle donne, il cui «curatore» è il grafico di Paese Sera. In appoggio a questa mostra gli Assessorati alla Condizione ‘Femminile e alla Cultura stanno organizzando un convegno sulla/sopra la donna. Non ha senso chiedere la partecipazione di collettivi femministi come alibi, dopo che è già stata organizzata una mostra secondo criteri maschili e di totale ignoranza riguardo ai problemi della donna.
Il Comune privilegia un «genio» (che, ovviamente, è maschio) come supervisore dei prodotti della creatività delle donne (v. Paese Sera). Assume personale maschile «gravitante nell’orbita» dei partiti, e non personale femminile preso dalle liste delle disoccupate.
Utilizza donne che prestano gratuitamente la loro opera, senza chiedere la giusta retribuzione, essendo già affermate- nel loro campo di lavoro o in quello politico, venendo assistenzialmente a sostituire un servizio culturale inesistente per le donne.
IL FEMMINISMO NON È UN PARTITO, CHE SI TACITA DANDO POTERE AD ALCUNE SUE ESPONENTI, CHE, ISOLATE DALLE ALTRE, NON SOLO NON RAPPRESENTANO IL FEMMINISMO, MA NON HANNO ALCUNA FORZA CONTRATTUALE. IL FEMMINISMO È UNA LOTTA CHE ATTRAVERSO L’AUTOGESTIONE PORTA ALLA LIBERAZIONE DELLA DONNA.
Il Comune non dichiara il criterio di scelta di eventuali grossi nomi, rendendo possibili favoritismi, finora frequenti.
Decide sulla destinazione dei fondi, senza renderne pubblicamente noti i criteri di investimento. Il Comune non decentra nei centri sociali, nelle case occupate dalle donne, nelle sale e negli spazi a disposizione dei quartieri, le iniziative dell’ipotetico «convegno», affinché tutte le donne possano partecipare, bensì organizza una mostra per le donne, senza favorire la possibilità che la richiesta parta dalla donna stessa. Il Comune, autoproponendosi organizzatore e autore/artefice illuminato, emargina le donne che invece dovrebbero parteciparvi in prima persona, autogestendo totalmente la mostra-convegno.
Per noi è più importante il processo produttivo con cui viene organizzato e il soggetto che lo organizza dei temi del convegno stesso. Questa è l’unica risposta che ci sentiamo di dare rispetto l’invito rivoltoci dagli Assessorati per la partecipazione al convegno della donna, non sulla donna.
Solo con il diritto ad un lavoro retribuito, e con la gestione politica, la donna potrà esprimersi.
Collettivo Femminista Cultura
Soggetto Donna, 1978
Venezia

così ci hanno interpellato
Gli Assessorati alla Condizione Femminile e alla Cultura del Comune di Venezia, in occasione (marzo ’77) dell’esposizione di una mostra di manifesti sulla donna prodotti dalle istituzioni e dai movimenti femminili e femministi dal 1900 ad oggi a livello internazionale, organizza alcuni convegni sulla problematica femminile:
1) si svolgeranno alcune iniziative sui problemi attinenti alla mostra, affinché non resti oggetto di passiva ed individuale visione, ma siano discussi collettivamente i problemi che essa pone: si affronterà il rapporto donna-società nella storia attraverso l’espressione grafica e si inviteranno le redazioni delle riviste femminili e femministe europee per conoscere la situazione nei loro Paesi;
2) vogliamo inoltre organizzare due convegni: donna e città; donna e letteratura.
Vi preghiamo di farci pervenire la vostra adesione specificando quale può essere il vostro contributo, di far conoscere le iniziative ad altre donne interessate, di costituire anche gruppi di studio su questi problemi, di inviarci tutto il materiale (tesi, documenti, elaborazioni collettive o individuali, ecc.) che potete trovare o elaborare sugli argomenti.

Donna e letteratura:
Donne che scrivono, donne che.leggono, donne che apprendono un linguaggio, donne che parlano, donne che tacciono. Sono esperienze di tutte. Nell’infanzia: favola e racconto (esperienze dirette di maestre d’asilo, psicologhe, madri).
Nella scuola: la letteratura ufficiale trasmessa dalla scuola e le letture individuali .(esperienze di insegnanti, studentesse).
Dopo la scuola: romanzi, letteratura d’appendice, riviste.
L’immagine della donna nella letteratura: i miti letterari.
La tradizione orale.
La scrittrice e il mondo editoriale (esperienze).
Irrazionalità natura alterità dell’essere al femminile, razionalità uguaglianza emancipazione:
due modi di essere donna che si intrecciano nella nostra storia e nella storia della letteratura (dibattito).