mozione della commissione consultori

luglio 1977

poiché il potere continuamente cerca di riprendersi quello che ha dato alle donne proponiamo che per la giornata dell’8 marzo 1978 la lotta per l’aborto sia uno dei temi principali.
Diversi anni or sono sono emersi i movimenti delle donne. La storia delle donne è cominciata: donne oppresse, donne sfruttate, portano le loro proprie rivendicazioni. Solo esse in quanto donne potevano affermare la lotta per la loro liberazione e non hanno delegato a nessun altro questo potere. Questa lotta si iscrive nella lotta globale contro il capitalismo che sfrutta ed opprime prima le donne, contro la borghesia che vuol fare pagare alle stesse le spese della crisi economica, sociale e politica. In ogni Paese, i movimenti hanno uno sviluppo specifico, delle forme differenti per affermarsi a partire della molteplicità dei piccoli gruppi.
In una situazione, dove continuamente le donne devono lottare per mantenere le loro conquiste, e dove di continuo il potere cerca di riprendersi quello che ha dato, noi proponiamo che nel quadro della giornata dell’8 marzo 1978, la lotta per l’aborto rimanga uno dei temi principali. La lotta per l’aborto e la contraccezione si iscrivono in un quadro più ampio: la riappropriazione e il controllo del nostro corpo, della nostra sessualità, il diritto alla maternità. Per tanto oggi dobbiamo portare avanti la riflessione a partire dalle esperienze concrete che esistono. Con il permanere della pratica concreta, le donne mostrano di avere la capacità di opporsi agli attacchi del potere.
Le lotte delle donne per l’aborto hanno obbligato i governi di più Paesi a modificarne le leggi. Ma le donne non sono mai rimaste soddisfatte di queste leggi e ciò le spinge a intraprendere nuove forme di lotta che assumono un disegno molto concreto. Noi proponiamo qui tre esempi significativi i quali non sono stati possibili se non in un contesto di mobilitazione di massa delle donne su questi problemi.
In Francia: la pratica dell’aborto dal MLAC è stata basata sull’introduzione di una tecnica corretta dell’aborto col metodo Karman, praticata da non medici, è stata basata su un’accoglienza collettiva delle donne, mettere in comune delle conoscenze, degli scambi d’informazione sulla contraccezione dalle donne stesse. Il MLAC ha avuto un impatto importante sul movimento europeo con la sua pratica originale.
In Italia: i consultori rappresentano un’iniziativa femminista esemplare che ha messo in questione il potere dei medici e la medicina ufficiale. Sono dei centri di salute, dove a partire dai problemi immediati delle donne, aborto, sessualità, vengono affrontati i problemi più generali di oppressione della donna. Le donne hanno trovato i mezzi di fare funzionare questi centri: con l’occupazione dei locali, con la pratica dell’aborto, con l’autogestione.
In Inghilterra: la rimessa in questione della legge inglese sull’aborto è stata respinta da una fortissima mobilitazione dove le donne hanno saputo farsi riavvicinare le forze sindacali e politiche del Paese. In quell’occasione hanno saputo farsi avanti con nuove rivendicazioni: libertà totale e gratuità dell’aborto.
Noi pensiamo che è importante per le donne far fronte al problema della produzione di contraccettivi dai trusts farmaceutici multinazionali, produzione che obbedisce alla legge del profitto e non all’interesse delle donne. Si può dare tra l’altro l’esempio di stocks di pillole contraccettive e di spirali che gli USA smerciano in Italia, quando questi stessi contraccettivi sono stati riconosciuti pericolosi per le donne e proibiti negli USA. La lotta per l’aborto non può essere separata da una pratica comune su altri problemi di vita quotidiana quali: la contraccezione, i bambini, la salute.
PER UN 8 MARZO DI LOTTA!