brevissime
teatro e musica delle donne
Il 31 marzo si è conclusa la “Rassegna del teatro e musica delle donne” organizzata dalla Maddalena, dalPARCI e dall’assessorato allo Sport e al Turismo della Provincia di Roma,
Un mese di spettacoli decentrati nei vari quartieri romani ed in tutta la Provincia. Le premesse di questa rassegna sono sicuramente in quella che nel novembre scorso si tenne, per tutto il mese, al teatro la Maddalena: “La scimmia viola”. Queste iniziative nascono dalla volontà di costituire un circuito, il più ampio possibile, attraverso cui le donne possano rappresentare i propri lavori e detenere nuovi, spazi in cui esprimersi e collocarsi creativamente.
Tra gli . spettacoli presentati, per diversi motivi tutti degni di nota non fosse altro che per l’impegno di ricerca verso nuove possibilità d’espressione, ci sembra opportuno ricordarne alcuni tra quelli che per la prima volta sono stati rappresentati a Roma. Al teatro la Maddalena “Virginia” di Adele Marziale e Francesca Pansa. La vita di Virginia Woolf: la morte del padre, la vita con le sorelle, il matrimonio, la sua attività di scrittrice, l’incontro con Vita Sackville West, il suicidio. Un lavoro assai ben fatto, essenziale e fortunatamente privo di motivi retorici che riesce a dare un’immagine delicata ma precisa della nota scrittrice inglese. Ottima la stesura del testo teatrale curato da Francesca Pansa e da Adele Marziale, soprattutto se si tiene conto dell’immensa mole di materiale disponibile a riguardo, assai difficile da ridurre per una sintesi scenica.
Ben curata la scenografia e una nota particolare alle musiche originali, davvero splendide, di Fiorella Petronici che per altro ha tenuto un concerto, “Assolo per donna bianca”, nell’ambito della rassegna il 31 del mese nello stesso teatro. Peccato, dunque, che si avvertano nella recitazione alcuni vuoti, assenza di partecipazione e qualche momento di stasi da attribuirsi, probabilmente, più ad una mancata coordinazione e costante presenza di regia, che non alla preparazione delle attrici, per di più al loro primo esordio teatrale.
Il lavoro sarà presentato nel mese di aprile a Bolzano, il 12 e il 13; a Modena, il 19; a Bologna, il 20.
Al teatro Espero il collettivo teatrale femminista “La commedia di parte”, ha presentato “Lilith”.
Questo gruppo che ha scelto come forma di militanza la rappresentazione teatrale, si è rivolto al mito di Lilith «…per non piangere ancora una volta sugli spazi negati. Il mito di Lilith per capire questa figura che ci è stata trasmessa come demoniaca e maledetta, mostro dalle quattro teste che uccideva i bambini ai crocevia nelle notti di novilunio. Ma Lilith, la luna nera, non è il demone, la separazione, bensì l’armonia primaria con l’universo e con l’uomo. Lilith è la faccia nascosta della luna, il bisogno di ascoltare i nostri ritmi, la capacità dì capire la vita anche nei suoi aspetti magici».
Molte buone intenzioni dunque, che avrebbero però trovato una più giusta ricompensa se le compagne del collettivo non avessero tentato l’ardua strada della coreografia, della danza, del gesto sostitutivo alla parola. Al di là dei contenuti, d’altra parte abbastanza noti, e delle musiche assai ben scelte, non restano che dei tentativi, piuttosto discutibili, di movimento che non possiamo chiamare “danza”, ed una coreografia fin troppo approssimativa. All’Esperò anche Tulie Goel con una serie di performances che hanno avuto com tema la ricerca dello spazio, di un proprio tempo, della propria libertà. «Libertà — dice Tulie Goel — è anche solitudine, perdere tutto ciò che ti appartiene, che ti è caro. Devo imparare a capire la differenza tra bisogno e desiderio…». Buon esempio di mimo e d’alta capacità espressiva corporea.
Ricordiamo infine Cristina Castrino, un’attrice la cui sensibilità e il cui raffinato senso della finzione scenica, l’hanno resa particolarmente gradita al pubblico romano. Un’esperienza dunque estremamente positiva. C’è ora solo d’augurarsi che ad iniziative di questo genere ne seguano altre ancora, non solo a livello regionale ma nazionale, con la speranza che il pubblico premi con una più costante e numerosa presenza gli sforzi non solo di chi si dedica a questi diversi generi di ricerca teatrale e musicale, ma di quante lavorano per organizzare e coordinare queste rassegne.