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effe era nata nel febbraio del 1973 come “settimanale di controinformazione al femminile”. Dopo il lancio del numero zero, usciva nel novembre dello stesso anno come mensile, pubblicato per un paio di anni dall’Editore Dedalo e poi, fino alla sua chiusura, in autogestione dalla Cooperativa Effe .
Venduta nelle edicole e nelle principali librerie, con una veste grafica molto curata e originale, tra alterne vicende, crisi finanziarie, cambiamenti di redazione e di formato, per una decina di anni effe ha dato spazio alle idee, elaborazioni, ricerche, approfondimenti e lotte non solo dei collettivi e gruppi femministi e di presa di coscienza di tutto il nostro Paese, ma anche di singole donne che la domenica si riunivano nella redazione di Piazza Campo Marzio 7 a Roma: scrittrici, giornaliste, storiche, sociologhe, letterate, scienziate, economiste, insegnanti, attrici, casalinghe, alcune famose ma la maggior parte sconosciute al grande pubblico.
L’archivio online di effe ha avuto una lunga incubazione ed è stato realizzato grazie all’intrecciarsi di percorsi di amicizia tra donne. Donata Francescato e Daniela Colombo si erano incontrate nel gruppo che lavorava al numero zero della rivista e hanno partecipato alla avventura di effe dall’inizio alla fine nel dicembre del 1982. La loro amicizia, che è continuata nel tempo, si era consolidata con la scelta di entrambe di avere una figlia proprio nel 1974, quando anche a effe si discuteva molto di aborto e nel collettivo di redazione molte guardavano con sospetto i loro pancioni dicendo “speriamo siano femmine”. Si sono preparate al parto insieme e sono nate due splendide bambine a distanza di un mese l’una dall’altra, Minou e Francesca, che sono andate all’asilo insieme e giocavano a casa dell’una o dell’altra, mentre le mamme si occupavano della rivista.
Una volta chiusa l’esperienza di effe, Donata e Daniela hanno continuato a vedersi , qualche volta per andare al cinema insieme ma spesso per continuare a discutere e a scambiarsi idee e esperienze sui temi che le appassionavano e sui quali lavoravano.
Donata raccontava dei progetti d’intervento che, come docente di psicologia di comunità alla Sapienza, realizzava per diminuire l’abbandono scolastico, per dare una seconda opportunità soprattutto alle ragazze che rischiavano più dei loro compagni maschi di non trovare lavoro, per diffondere l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole e combattere i pregiudizi di genere, per aiutare giovani donne a divenire imprenditrici e soprattutto per ridurre i conflitti di coppia in continuo aumento.
Nel dicembre del 1981, Daniela aveva fondato Aidos, Associazione italiana donne per lo sviluppo, “per i diritti, la dignità e la libertà di scelta delle donne dei paesi in via di sviluppo”. Ne è stata Presidente per 33 anni, fino a dicembre 2014, dirigendo progetti nei settori della salute e diritti sessuali e riproduttivi, creazione di imprese gestite da donne, centri di documentazione/informazione sui diritti umani, violenza di genere e istruzione delle bambine.
I loro scambi di idee e riflessioni avevano sempre una matrice femminista. Spesso lamentavano il fatto che la maggioranza delle giovani donne non sapessero nulla delle lotte femministe e che la stessa parola “femminista” avesse ormai assunto nel nostro paese un significato negativo. Quando sono diventate nonne hanno avuto modo di constatare in prima persona la difficoltà incontrate dalle loro figlie nel conciliare lavori spesso poco remunerativi e precari con la maternità, senza peraltro avere il supporto di un collettivo o di un gruppo di presa di coscienza, che era stato per loro di grande sostegno negli anni ‘70. Si sono trovate, come milioni di altre nonne italiane, a fungere da pronto soccorso per ogni emergenza familiare, occupandosi al contempo dei genitori e di altri parenti anziani.
effe ritornava spesso nei loro ricordi. Si rammaricavano soprattutto del fatto che molti degli argomenti trattati dalla rivista fossero ancora di grande attualità, ma che gli articoli e i disegni non fossero più accessibili – tranne che nei pochi archivi e centri di documentazione femminista. Avevano elaborato l’indice di un libro che raccogliesse gli articoli più significativi e innovativi dalla rivista. Progetto non andato in porto…
Poi è arrivato Internet anche nella loro vita professionale, e di qui il progetto di un sito su effe. E questo è stato un altro intreccio di amicizie. La prima idea fu elaborata nel 2002 da Franco Zeri, già collega di Marina Virdis, che era stata non solo la grafica, socia della cooperativa e redattrice di effe, ma aveva anche elaborato il logo e l’immagine di Aidos. Franco insegnava all’Istituto Europeo di Design ed era collega e amico di una giovane grafica, Cristina Chiappini, diventata in seguito docente della Facoltà di Design, Comunicazione visiva e Multimediale della Sapienza, nonché grafica di Aidos, quando Marina Virdis decise di ritornare in Sardegna e dedicarsi alla pittura botanica. Fu Franco dunque a far conoscere Effe a Cristina che si appassionò all’idea di un sito dedicato alla rivista e iniziò a lavorarci, in collaborazione con Daniela e Donata.
L’archivio online di effe che qui viene presentato, è stato dunque ideato e realizzato da Cristina Chiappini che ha coinvolto una sua ex-allieva e assistente, Rossella Giordano, la quale ha sviluppato una prima versione demo del sito per la sua tesi di laurea magistrale. Ringraziamo di cuore Rossella per il suo tempo e la pazienza: Rossella ha coordinato il lavoro di digitalizzazione e analizzato gli articoli, selezionato le keyword che ritrovate nel menù in alto a destra.
In questi anni un team di studenti della Sapienza e dell’Accademia di Belle Arti di Roma ha collaborato alla digitalizzazione di tutti i testi della rivista. Ringraziamo per la loro dedizione Bruno Bonamore, Gabriele Colasanti, Claudia Compagnucci, Manuela Di Rosa, Paola Meloni, Michela Trombetta. Si è trattato di lavoro volontario e di autofinanziamento per la parte tecnica, proprio come negli anni ’70.
L’unico contributo monetario esterno è venuto da HRA Pharma, la casa farmaceutica che produce contraccettivi di emergenza, tramite Aidos, in riconoscimento del lavoro di effe per la diffusione della contraccezione moderna.
Ci sono voluti alcuni anni per realizzare l’archivio. Daniela e Donata erano sempre occupate con il lavoro e la famiglia. Cristina nel frattempo si è sposata, ha avuto una bimba, la dolcissima Luce, e ha iniziato a spostarsi tra Cipro, Roma, San Marino e Bruxelles.
Finalmente l’archivio è on line!
Contiene tutti gli articoli e le immagini pubblicate negli 84 numeri di effe, scansionati, tradotti in OCR (riconoscimento ottico dei caratteri) e suddivisi per argomento, in modo da rendere i testi rintracciabili dai motori di ricerca. Ne risulta una storia “in prima persona” del movimento femminista degli anni Settanta in Italia e nel mondo.
L’Archivio è stato concepito non solo per tener viva la memoria del patrimonio di idee e lotte del femminismo per i diritti delle donne e per la realizzazione di un mondo migliore – di cui le/i giovani hanno spesso una visione distorta – fornendo documentazione ancora di grande attualità per le donne e gli uomini che operano nei media, studiose/i e tesiste/i, ma anche per ospitare nuovi scritti sul movimento, recensire libri, siti, articoli.
Vorremmo riuscire ad avviare un blog che si occupi dei diritti delle donne e della condizione femminile oggi, partendo però dal pensiero dei collettivi e dei gruppi di autocoscienza degli anni ’70, per promuovere nuove iniziative di riflessione e di lotta. Non solo perché non è vero che le donne abbiano già vinto le loro battaglie per la parità. O perché il “pensiero delle donne”, il loro modo di guardare alla società attraverso il prisma della differenza di genere, si sta rivelando un metodo prezioso per capire la società e i suoi cambiamenti, utile a tutti/e, uomini e donne. Ma soprattutto perché c’è ancor più bisogno di un pensiero diverso, soprattutto in un momento di crisi economica globale con il suo impatto negativo sulle giovani generazioni, di divario sempre maggiore tra ricchi e poveri, di religioni oppressive, di terrorismo dilagante, di peggioramento del clima…
Effe riedito