favola femminista
La divinità era stanca, stanca. Aveva creato infinite forme, fiori, frutti, spighe, e infiniti esseri viventi, e la donna, e l’uomo.
Ora voleva riposare.
Chiamò allora la donna e l’uomo e disse loro: — lo darò la mia virtù supremazia creatività, a chi di voi saprà indicarmi la qualità più bella.
— L’amore — disse subito la donna.
— La forza — disse subito l’uomo.
— La forza dell’amore — replicò la donna.
— La potenza — aggiunse l’uomo.
— La potenza dell’amore — aggiunse a sua volta la donna.
La divinità si senti investita dall’ardore d’amore che partiva dal cuore della donna e nella donna volle trasfondere la sua divina virtù.
Prima però volle trarre da quell’ardore d’amore un flusso rosso di sangue e lo fece sgorgare dal ventre della donna come segno della presenza del suo dono.
Poi, dolcemente annullandosi nel grembo stesso della donna, la divinità si calò e fece tutt’uno con esso.
E fu così che la donna cominciò a generare e ad auto-generarsi in una serie infinita di vite, in un continuo espandersi e moltiplicarsi.
Ma l’uomo, l’uomo provò un dolore indicibile che tutto lo sommerse e, non potendo placare quel dolore, pianse, pianse, pianse.
E la donna che era tutta amore ebbe pietà di lui, di lui schiacciato dal peso della sua superfluità, della sua inutilità, ma non poteva contraddire la volontà divina. Soffriva però di non poter lenire il suo dolore vedendo ancora una lacrima sul suo volto: «Ecco, io ti concederò — disse — che tu contribuisca alla creazione con una parte infinitesima di te, una parte quanto una lacrima, anzi quanto un’infinitesima parte di una lacrima, perché io non sembri violare, trasgredire la volontà divina».
E fu così che un semino piccino piccino, bianco e invisibile, potè anch’esso contribuire a dare la vita nel magico divino grembo della donna.
Ma l’uomo lo stesso non si placò. Il suo dolore si gonfiò sempre più e poi, poi… si trasformò in odio: odio di sé, odio della donna, odio di tutta l’umanità. E siccome il segno della possibilità di creare la
vita era il sangue che sgorgava dal ventre della donna, egli odiò anche quel sangue e lo caricò di infiniti tabù.
E non potendo versare sangue dal suo ventre per creare lui la vita, si prefisse di distruggere la vita, versando sangue, quanto più sangue possibile delle creature viventi. E ancora oggi dopo una lunga durata di tempo, ancora oggi l’uomo non è pago di versare sangue, sangue: il sangue dell’umanità.
Ma la donna continua a versare sangue dal suo ventre e a creare figli, nella speranza che l’odio dell’uomo si plachi e si trasformi anch’esso in Amore.