segretarie

a.a.a. segretaria compiacente cercasi

marzo 1975

«Cerca lavoro? Venga la mattina dalle 9 alle 13». Con questo appuntamento salgo fino al superattico di un palazzo romano, sede di una organizzazione che fornisce segretarie e interpreti.

Mi apre un giovane sui 28-30 anni, che, dopo qualche esitazione, mi fa entrare. Attraverso un corridoio stretto con degli stampati accatastati lungo le pareti ed entro in una stanza con molti divani ed un tavolo su cavalletti. La stanza, non molto grande, dà su una terrazza da dove mi guarda un grosso cane nero. Nella stanza due ragazze giovani: una parla al telefono con forte accento straniero e l’altra ha dei bigodini in testa coperti da un foulard. La ragazza del foulard mi fa cenno di sedermi su un puff, mi offre una sigaretta. Mi dice di avere 19 anni e di essere in possesso del permesso della madre per lavorare nell’organizzazione. L’uomo che è venuto ad aprirmi si siede dietro il tavolo. Un gattino a pelo lungo mi sale su una scarpa. Da una porta semi-aperta si intravvede il letto di un bambino e infatti dopo qualche minuto entra una bambina sui due-tre anni seguita poco dopo da una donna anziana che sparisce con la bambina nel resto dell’appartamento. Tutte queste presenze «domestiche»cani, gatti, bambini e lo stesso arredamento della stanza contrastano molto con il mio ruolo di «segretaria in cerca di lavoro».

L’organizzazione funziona da cinque anni. Il cliente tipo è l’industriale o l’azienda che chiede delle ragazze per accompagnare ospiti stranieri, che vengono in Italia per ragioni di lavoro. Il tipo di accompagnamento è anche turistico, ossia, mi dicono, lo straniero che da Roma fa una puntata a Firenze lo farà più volentieri se accompagnato da una ragazza. Le ragazze però non sono delle guide e allora domando che tipo di materiale e di appoggio viene fornito loro dall’organizzazione; dopo qualche perplessità mi rispondono «un dépliant turistico». Alla domanda riguardante le garanzie di serietà l’uomo fa un gesto seccato è la ragazza si affretta a dirmi che si tratta con persone serie e che è una garanzia il nome e l’indirizzo che il cliente lascia al Club come socio. Non mi fanno nessuna domanda sulle mie qualifiche professionali. Io dico che mi sono interessata alla loro organizzazione perché sull’elenco telefonico c’è scritto servizi di segretariato e chiedo in che consistono. Mi rispondono che dipende da quello che chiede il cliente. Domando se è previsto anche un servizio di traduzioni. Mi rispondono di si. Le ragazze vengono retribuite a forfait, anche nel caso delle traduzioni, nella misura di dieci mila lire al giorno per lavori in città, e di sedici mila lire al giorno per lavori fuori Roma. Mi fanno spontaneamente il caso che si presenta la sera stessa: una nota industria romana ha richiesto quattro ragazze per quattro ospiti giapponesi con il compito di accompagnarli al ristorante. Io domando quali sono esattamente i compiti delle ragazze. L’uomo ora è chiaramente seccato, si alza in piedi e mi risponde bruscamente «è ovvio quali sono i compiti». Io insisto e lui mi dice che dovranno parlare inglese con gli ospiti, mangiare, bere e ballare. Mi alzo pure io e la ragazza salutandomi mi dice che in questo momento non hanno molto lavoro ma che posso provare a telefonare fra qualche tempo.