un antifemminista al mese
gheddafi: se quattro mogli vi sembran poche
Laurence Deonna, autrice di questo articolo, è una giornalista femminista di Ginevra. Inviata dal suo giornale, il «Journal de Genève», Laurence ha trascorso quattro mesi in Libia e in Egitto.
C’è chi trova bello il Signor Mohamed Gheddafi, Presidente della Repubblica Libica, con quella sua mascella quadrata quanto le sue idee.
Gheddafi è uno di quei «rivoluzionari» per il quale la rivoluzione deve farsi in senso contrario alla Storia.
Come i salmoni risale la corrente.
Vuole tornare alla Sorgente, la sola: l’Islam, tornare cioè, a 13 secoli fa.
In quell’epoca il petrolio dormiva sotto la sabbia che cammelli addobbati falciavano con passo lento e gli sceicchi non conoscevano i problemi diplomatici che pone l’atterraggio improvviso di un Boeing 747 dirottato da un manipolo di fanatici.
Non si scappa. Si è sempre il reazionario di qualcuno. L’avanguardia di ieri è la reazione di oggi: certo che per il suo tempo Maometto (lodato sia il suo nome) era un «femminista». Proibì infatti agli uomini di sposare più di quattro donne in un mondo in cui la poligamia era diffusa quanto la sabbia nel deserto. Insiste anche affinché nessuna di loro fosse lesa nei suoi diritti, precisando che l’uomo doveva distribuire in modo equo i suoi favori a tutte e quattro le mogli, un regalo e uno spermatozoo.
Ma oggi il Profeta si trova nettamente superato dal Womens’Lib, dalla Pillola e dalla Banca dello Sperma. Ma a ciò Gheddafi si rifiuta di pensare.
Sogna un mondo costellato da donne velate, i cui «difetti biologici» siano perdonati da una sottomissione perpetua .
Pericoloso come tutti gli uomini «da un libro solo», Gheddafi interpreta il Corano nel modo più stretto e soggettivo. La sua «purezza islamica» l’ha spinto a scacciare dalla Libia gli stranieri «questi impuri». «Niente più alcool, niente più night clubs», ha dichiarato Gheddafi al Cairo, mentre faceva la corte, un po’ maldestra, al Presidente Sadat nella speranza che i suoi dollari lo avrebbero aiutato a realizzare infine l’Unione egi-zio-libica, suo grande sogno e ossessione. Gli fu risposto: «I nights?
La maggioranza dei clienti sono libici, solo loro possiedono soldi…». Alle donne egiziane il Signor Gheddafi fece la corte in uno stile del tutto particolare. Ricevuto dall’Unione delle Donne Egiziane, il più antico gruppo femminista del mondo arabo (fondato nel 1920), Gheddafi annunciò senza vergogna che «le donne sono esseri inferiori»! Chiese un gesso e una lavagna e tracciò bianco su nero le ragioni di questa inferiorità: «Imene» «Mestruazioni» «Gravidanza» scrisse davanti al pubblico allibito, e che manteneva un silenzio di morte. Grande fu il suo stupore che applausi non accogliessero le sue rivelazioni fatte con tanta delicatezza. Le donne arabe, abbastanza forti per sopportare gravidanze incessanti, per portare decine di chili sulla testa, per lavorare nei campi dall’alba al tramonto, per subire (soprattutto nelle regioni libiche e egiziane) senza un lamento l’orribile operazione nota come escissione (asportazione della clitoride)2. Queste donne, parlamentari, professoresse, donne-medico, giornaliste, avvocatesse, furono descritte da Gheddafi come poveri esseri deboli e senza resistenza.
«Le donne non. hanno la forza degli uomini! Immaginate la guerra! (gli uomini non possono mai pensare ad altro, nota dell’autrice). Immaginate donne impegnate in una battaglia! È impossibile con i loro difetti biologici… Per esempio, avete mai visto una donna incinta attaccata a un paracadute?». Qui Gheddafi ha forse una attenuante, visto che nel suo paese le donne sono sempre incinte e che non deve aver spesso l’occasione di ammirare un ventre piatto. Ma ciò non mi impedisce di chiedermi se il suo spirito semplice non sia in fondo simile a quello sceicco, seduto qualche settimana fa al Cairo, in una povera moschea di un povero quartiere. Attorniato da un gruppo di bambinetti attenti — niente femmine, è proibito — spiegava loro la storia santa aggiungendoci qualche dettaglio di suo:
«Miei piccoli — diceva — non dimenticate. Se l’intelligenza delle donne è inferiore alla nostra si spiega col fatto che il loro cervello — il nostro no — presenta degli angoli. Così le idee restano bloccate nei cantucci. Come volete che le donne spingano più avanti i loro ragionamenti».
1Nome dato ai capi-tribù e religiosi.
2Al momento della pubertà si toglie alle ragazze la sorgente di piacere sessuale femminile: la clitoride. La si taglia. Semplicemente. L’operazione è eseguita senza alcuna anestesia dalla levatrice del posto.
Quando il coltello si smussa si usano i denti. Questa usanza non ha nulla di islamico, più probabilmente è di origine africana. La si ritrova presso certe tribù del continente africano (specie in Sudan, nel Kenya, nella Sierra Leone). I paesi islamici non collegati geograficamente all’Africa non la praticano affatto. Lo scopo è quello di «proteggere» i poligami: una donna-oggetto insensibile non rischia di tradire un marito impegnato con un’altra…
LAPIDATE L’ADULTERA, DIO LO VUOLE
È di questi giorni la notizia che Mohamed Gheddafi, sempre riallacciandosi alle leggi del Corano, ha deciso che la pena di morte per lapidazione sia rimessa in vigore, per i casi di adulterio. Questa barbarica legge, che sembrava ormai dimenticata e che vigeva solo nel profondo Yemen, uno dei paesi più arretrati, permette ai tutori dell’ordine di condannare l’adultero non sposato a 100 frustate e l’adultero sposato alla lapidazione finché morte non sopraggiunga. È facile immaginare a chi toccheranno le frustate e a chi la morte.