il sogno

novembre 1973

Mi son sognata degli uomini nascosti dentro l’armadio, dei manganelli e delle rivoltelle. Allora loro dissero «Chiama papà e mamma che l’ammazziamo e rubiamo i soldi». Allora glie dico: no non li voglio chiama, allora cacciavano fuori la pistola e me vogliono spara. Allora io ho detto: devo andà al bagno. Vabbè, dice uno de loro, però non gli di niente a tuo padre e tua madre che li devo ammazza. Allora vado al bagno e gli ho detto tutto sto’ fatto e allora loro, papà e mamma, se so’ armati. Mi’ padre con un cartello, mi’ sorella piccola con lo stennarello e mi’ madre co la scopa. Allora vanno là e ammazzano tutti, erano dodici. Però dieci l’hanno ammazzati e due stavano sopra l’armadio. Allora escono e me stavano ammazza cor pugnale. Allora ho strillato: mamma! Allora mi’ padre è venuto là col cortello e l’ha ammazzati. Ma so’ venuti altri e so’ accampati tutti dentro la casa nostra. Allora io ho detto: mamma, mamma ce stanno altri. Allora mi’ padre viene là col cortello e li ammazza tutti, dopo vengono l’altri. Dopo me stavano riammazzà allora mi’ padre li riammazza un’altra volta. Insomma cinque volte di seguito. Dopo mi’ padre ha detto: ci siamo stufati cambiamo casa. Dopo sono venuti dei ladri, sempre a noi ce succedeva. Allora vengono dei ladri, ce vengono a ruba e dicevano: chiama tu’ padre e tu’ madre che li dovano ammazza. No, io non li voglio chiama e strillavo. Allora io vado in bagno chiamo mi’ padre dico: papà, papà ci so’ i ladri che te vogliono ammazza. Allora s’è andato a compra la pistola e l’ammazza tutti. Dopo rivengono l’altri e li riammazza. Poi alla fine abbiamo cambiato un’altra volta casa e lì c’erano i lupi mannari. Allora a me m’avevano dato un mozzico e così alla notte con la luna diventavo lupo mannaro. Allora mi’ padre dice: Come potano fa per sta creatura? Allora gli ho detto: abbandonatemi o ammazzatemi. Allora mi’ padre ha detto: No! e m’ha dato una medicina. Me s’è levato sto lupo mannaro. E stavo bene adesso. Potevo mangia tutto e dopo m’ero fatta cicciona come una botte, non entravo più nella casa. Allora dicevo «ma’, ma’ piarne uno spilletto, sgonfiarne» e gridavano e tutti dicevano, eh, ma che c’è, ma che c’è. Allora io ho detto: «Ah ma’ piarne uno spillino e sgonfiarne». Allora mi’ madre ha preso uno spillo e m’ha sgonfiato. Allora io so’ diventata secchetta, tutt’ossa e potevo entra dalla fessura delle porte. Allora gli dico: a ma’ me voglio ingrassa, me voglio ingrassa! Allora mi’ padre è venuto m’ha fatto un’iniezione me so’ ingrassata di nuovo. Allora dicevo: ah ma’ me voglio dimagrì. Allora mi’ padre dice: che paterno fa pe’ sta creatura? E m’ha portato dal dottore che glie dice: la dovete porta in montagna. Vado in montagna divento normale, mi’ padre dopo m’ha portato a casa e da allora ho mangiato sempre bene, cioè moderato, insomma.

Senti, Rossella, come mai c’era qualcuno che voleva ammazzare papà? Chi erano questi omacci?

Erano dei miei parenti.

Ma erano degli amici?

Sì, anche i ladri erano degli amichetti miei.

Perché ce l’avevano col papà?

Perché papà la sera prima m’aveva detto: cammina, a letto! perché io volevo vedere il film alla televisione e mi’ madre ha detto: no, sennò domani mattina non ti alzi. E io ho detto: invece io mi alzo e allora mi’ padre ha detto: cammina, a letto e io mi so ammusata.

Come ti sei?

Mi so’ ammusata. So andata a letto me so’ messa a piagne, m’è venuto uno gnocco qua e non potevo parla e anche loro se so ammusati.

Cosa fa papà?

Il muratore. Non lo vedo quasi mai. Quando m’ha detto: cammina a letto m’è venuto questo gnocco qua.

T’è venuto a causa del film che non hai visto o perché papà ti ha strillato?

Papà s’è ammusato e io pure e m’è venuto questo gnocco.