inseminazione artificiale
la buona terra si ribella
un argomento di cui la stampa non parla, eppure una proposta di legge giace da mesi alla camera, l’inseminazione artificiale potrebbe costituire la soluzione ai problemi di molte donne, quale sarà la posizione della chiesa? quali problemi etici aprirà nella società e quali rischi comporterà questa importante conquista scientifica?
Molto si è sentito parlare dell’inseminazione artificiale, molto se ne è scritto, ma scarse sono state sino ad oggi le notizie utili, nel concreto, a quante donne avessero voluto ricorrere agli ausili di questa tecnica per realizzare il proprio desiderio di maternità. Relegata nella sfera delle ipotesi da “fantascienza”, l’inseminazione artificiale è considerata ancora da molti un intervento nella pratica comune pressoché irrealizzabile, o possibile, forse, ma solo andando all’estero. Viene, dunque, spontaneo chiedersi come mai la stampa e tutti quei canali ufficiali di informazione che tanto premurosamente divulgano notizie di ogni tipo, fornendo particolari che vanno dall’inedito scandalistico al dettaglio strappacuore all’ambiguo ideologico, tacciono quasi del tutto su questo argomento che pure riguarda da vicino la serenità e la vita di tante donne. Certamente l’inseminazione artificiale, tecnica che da diversi anni ormai viene usata anche in Italia, apre una serie di interrogativi e forse più di qualche inquietudine. Si tratta, infatti, di un intervento che consente la gravidanza della donna al di fuori del rapporto sessuale, da sempre inteso come momento essenziale del concepimento, e ne esclude l’uomo, quale parte attiva, utilizzandone però il seme in tempi e luoghi del tutto estranei alla volontà maschile.
Se l’uso di questa elementare tecnica si diffondesse e se ne rendesse possibile l’applicazione a tutte le donne che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età (come prevede la proposta di legge presentata in Parlamento, dalla sinistra indipendente), quante donne “sole” potrebbero decidere di diventare madri senza dover ricorrere ad un indesiderato rapporto sessuale? quante mogli potrebbero trovare una soluzione al proprio desiderio di maternità irrealizzato e irrealizzabile nel matrimonio? e le coppie lesbiche? la Chiesa quale posizione assumerebbe? cosa ne sarebbe di certa cultura benpensante che finalizza la sessualità al concepimento?
Non possiamo dimenticare, d’altra parte, che uno dei nodi su cui si fonda il potere maschile nella nostra società è proprio quello che attribuisce all’uomo il ruolo di “fecondatore-attivo” e alla donna quello di “fecondata-passiva”, Cosicché la donna, fino a qualche anno fa, se voleva realizzarsi come madre non aveva altra scelta che l’uomo; il che non sarebbe poi tanto drammatico se l’uomo non avesse tentato nei secoli di trarne profitto per consolidare, confermare e sancire in modo inconfutabile il proprio ruolo di dio-padre-creatore. É dalla coscienza dell’uomo di essere indispensabile alla riproduzione della specie che nasce la triste ed inetta visione della donna quale “buona terra” feconda di frutti preziosi, ma sterile e arida se l’uomo non vi cosparge il proprio seme: un’arma in più per mantenere le distanze a conferma di Una insensata supremazia.
Nell’inseminazione artificiale lo sperma è senz’altro indispensabile; tuttavia l’uso che se ne fa è finalizzato ad uno scopo il cui effettivo compimento resta del tutto ignoto al donatore: la volontà della donna di divenire madre viene così resa autonoma e definitivamente scissa da quella maschile di divenire padre, lo sperma maschile viene semplicemente “usato” e conseguentemente privato dell’importanza simbolica finora normalmente attribuitagli.
L’inseminazione artificiale sovverte in qualche modo uno dei principi fondamentali della cultura maschile, sulla cui solidità si fonda tutto l’attuale ordinamento sociale. Il silenzio che la circonda è la risposta che sempre viene data a ciò che non essendo utile alla riproduzione delle matrici socioculturali primarie ne compromette il perpetuarsi per il solo fatto di esistere. In tale contesto è possibile che l’inseminazione artificiale rappresenti una minaccia per il potere simbolico maschile ed un’arma, perché no?, cui le donne potrebbero infine ricorrere. Ma al di là di questo, non bisognerebbe dimenticare che l’inseminazione artificiale rappresenta senza ombra di dubbio una fondamentale conquista scientifica e che in quanto tale dovrebbe esserne diffusa la conoscenza e l’applicazione. Né d’altra parte è possibile negare che questa come qualsiasi altra conquista scientifica, apre una serie di interrogativi su l’uso e l’abuso che ne potrebbe essere fatto, ad esempio nel caso di regimi dittatoriali; o ancora pone domande di ordine etico ed educativo cui dare delle risposte assai difficili, ma sulle quali varrebbe sicuramente la pena di aprire una discussione.
Il prof. Lauricella, il dott. Catania e il dott. Di Gregorio che da alcuni anni effettuano interventi relativi all’inseminazione artificiale a Roma, rispondono ad alcune domande: In cosa consiste esattamente l’intervento dell’inseminazione artificiale? L’inseminazione artificiale consiste nell’immissione di sperma nella vagina, all’altezza della bocca dell’utero. Ma andiamo per gradirla fase che precede ogni altra è il reperimento del seme. Lo sperma è conservato in apposite cannule, pagliuzze, immerse in azoto liquido ad una temperatura di 200 gradi sotto zero; ogni cannula è contrassegnata da un colore che viene riportato su una scheda corrispondente sulla quale sono trascritti inoltre i dati essenziali del donatore: gruppo sanguigno, altezza, colore degli occhi, età. Quando una coppia viene da noi cerchiamo in primo luogo di fornirgli tutte le informazioni e le notizie possibili relative all’intervento perché abbia un quadro chiaro ed esauriente della situazione, dopodiché gli consigliamo di tornare a casa e di rifletterci su. Ci serviamo tra l’altro dell’ausilio di una psicologa che cerca di seguire la coppia sotto il profilo psicologico. A questo punto se essi decidono per l’intervento, la donna viene sottoposta a vari tipi d’analisi tra cui quelle che ne stabiliscono la fertilità. Al momento dell’intervento il seme viene scongelato e immesso nel canale cervicale per mezzo di una siringa speciale che i francesi chiamano “pistola” a causa della sua forma. Il liquido viene “sparato” all’altezza della bocca uterina sulla quale immediatamente dopo viene applicata una speciale coppetta di plastica al fine di evitare qualsiasi dispersione di seme in vagina. La coppetta può essere tolta dalla donna stessa dopo due o tre ore. L’intervento viene ripetuto per tre giorni consecutivi scelti precedentemente tra quelli che si ritengono fecondi.
Per quante volte può essere ripetuto l’intervento?
Generalmente non è consigliabile ripeterlo per più di dodici volte, più che altro perché diventa via via per entrambi, uomo e donna, uno stress, una fatica che possono abbatterli psicologicamente. Inoltre bisogna considerare che la donna risentirebbe in modo particolare degli stati d’ansia prodotti dal ripetersi dei tentativi, stati d’ansia che potrebbero influire sulla regolarità del ciclo ovulatorio rendendo dunque difficile l’individuazione dei giorni fecondi. Deve pensare che nella migliore delle situazioni, ad esempio in Francia dove si opera in questo campo da alcuni anni in condizioni davvero invidiabili, i risultati positivi non superano mai il cinquanta per cento. Esistono rischi di qualche genere? No. nessuno, salvo quelli relativi a qualsiasi altro stato di gravidanza; anzi si può dire che in questo caso le ipotesi di rischio cui normalmente si va incontro sono di gran lunga inferiori poiché la donna viene sottoposta, prima dell’intervento, ad ogni sorta d’analisi. D’altra parte l’intervento in sé non ha nulla di straordinario: il liquido seminale a 200 gradi sotto zero resta vivo ed inalterato per anni ed anni, noi non facciamo altro che prelevarlo e depositarlo all’altezza del collo uterino affinché abbia luogo la fecondazione.
La madre può scegliere le caratteristiche essenziali e il sesso del nascituro? No. il sesso no. Tuttavia la donna può fornirci i dati fondamentali del marito, gruppo sanguigno, colore degli occhi e dei capelli, altezza, affinché il bimbo possa essere più simile possibile al “padre”.
Lo sperma in quale modo viene reperito?
I donatori sono per lo più giovani di età non superiore ai trenta anni. Sul donatore vengono eseguiti il maggior numero possibile di accertamenti clinici al fine di eliminare ogni dubbio di patologia genetica, al fine di verificare che il giovane non sia portatore di qualche tara ereditaria. Purtroppo non è facile reperire i donatori, per questo motivo il seme è assai prezioso; né d’altra parte è possibile pensare, per ora, ad una ricompensa maggiore di un semplice rimborso spese per il
tempo perso a causa delle analisi e degli esami preliminari. Comunque tutto si svolge in modo tale da far scomparire le tracce del donatore: i dati utili per un eventuale riconoscimento sono depositati in banca, a disposizione delle autorità giudiziarie.
Quanto costa diventare madre con l’inseminazione artificiale?
Il costo è equivalente alla quota parte che in Francia lo Stato rimborsa a chi richiede questo genere di intervento, e cioè l’equivalente di duecentomila lire circa per ogni ciclo di applicazione.
Dal punto di vista giuridico cosa è stato stabilito in materia?
Per ora niente. Diciamo che l’inseminazione artificiale non gode, dal punto di vista legale, di nessun riconoscimento o autorizzazione, senza per questo essere vietata od osteggiata in alcun modo. Non esistono, cioè, leggi che ne prevedano l’applicazione nelle strutture pubbliche sanitarie, di conseguenza ne è lasciata la libera iniziativa ai privati. Da qui il problema dei costi. In Italia esiste una proposta di legge presentata il 15 aprile 1981 dalla sinistra indipendente che noi
condividiamo completamente.
In Italia quanti altri centri esistono di questo tipo?
Ne esistono a Verona, a Bari e a Palermo, ma in quest’ultima città gli interventi vengono effettuati esclusivamente con il seme del marito. E in Europa?
Un po’ ovunque. In Francia. Germania. Svizzera, Inghilterra. Esistono preclusioni di qualche genere per applicare l’inseminazione artificiale a donne lesbiche? Sinceramente ancora non ci si è mai presenta una simile eventualità. In linea teorica, comunque, da parte nostra non esistono problemi o pregiudizi di sorta. Noi siamo medici, e in quanto tali ci preoccupiamo di applicare in modo corretto quanto di più recente è stato acquisito nel campo della biologia della riproduzione. Riteniamo che non spetti a noi giudicare l’opportunità o meno di intervento: lasciamo ai giuristi, ai filosofi, ai teologi il compito di farlo. La proposta di legge, che noi avalliamo senza ombre di dubbio, recita all’articolo 11: “L’inseminazione artificiale eterologa non è consentita se essa deve essere praticata su donna nubile che non abbia compiuto gli anni 18”. Noi pensiamo di regolarci in questo senso sino a quando una legge non ne delimiti il campo di applicazione.