…c’è critica e critica

per esempio non abbiamo paura delle parole contro di noi, se ci stimolano a correggere i nostri errori

marzo 1978

Carissime «Noi cU Effe», quale ex abbonata ho ricevuto la vostra circolare e, seguendo il vostro suggerimento ed anche un mio desiderio di precisazione, cercherò di spiegarvi i motivi per cui non ho rinnovato l’abbonamento. Premetto che in passato Effe ha significato molto per me, l’ho propagandato, ho regalato abbonamenti, l’ho amata insomma. Poi Effe è cambiata. Guardiamo cosa pubblica attualmente: Contenuto:
dotte e cesellate monografie su problemi di contorno {giornalismo, architettura eccetera) che sarebbero interessantissime se non dovessimo ogni giorno combattere una realtà ben più drammatica; interminabili resoconti di conversazioni ed incontri di donne che la pensano tutte più o meno allo stesso modo e che dicono tutte la stessa cosa; critiche cinematografiche o teatrali talmente di parte da sfiorare il grottesco (es.: Dario Fo. Gli rimproverate di fare il burattinaio e di ridurre la ‘Rame al ruolo di marionetta. Lui è realmente più bravo di lei e che la sua parte non può che essere preminente. Io ritengo che il bieco maschilismo possiamo trovarlo molto più facilmente altrove).
Linguaggio: credo sia la cosa che più mi irrita in Effe. Addirittura, direi che non si tratta nemmeno di un linguaggio Infatti, un certo numero di formulette cristallizzate nel tempo non formano un linguaggio bensì un povero gergo che a volte può far comodo, che dà un senso di sicurezza poiché ti fa sentire parte di un gruppo amico, ma non serve a comunicare idee e sensazioni vere. D’importanza più marginale ma non meno esasperante è l’uso ostinato di un unico aggettivo: «grosso». Basta! Per concludere, ritengo che tutto sommato il motivo per cui Effe ed io non ci intendiamo più sia una questione di classe. Classe sociale, intendo. Infatti, io sono una proletaria ed ho problemi ed interessi specifici che danno al ben più ampio problema femminile una colorazione diversa dalla vostra. Posso azzardare un consiglio? Cercate di uscire dalla vostra cerchia, forse un po’ troppo setacciata ed asettica, mettetevi in contatto (ma non solo per il tempo di un’intervista) con la lealtà vera, meschina, povera, incolta. La mia realtà per intenderci. All’inizio sarà dura, ma forse così Effe perderà quella leggera puzzetta di borghesia che le impedisce di essere veramente utile alla liberazione della donna. Vi ho detto tutte queste brutte cose perché vi voglio bene.