come sono andate le cose

gennaio 1979

16 dicembre – Approvata dal Consiglio permanente dei vescovi F8 dicembre, viene resa nota l’istruzione «La comunità Cristiana e l’accoglienza della vita umana». Non nuova nell’impostazione teologica di condanna dell’aborto, l’istruzione della CEI contiene alla fine un richiamo ai «legislatori di ispirazione cristiana» a non «sentirsi dispensati dal dovere morale di lavorare per contenere il più possibile gli effetti negativi della legge abortista vigente». Tre pagine dedicate alla scomunica «latae sententiae» (un termine che indica che la scomunica non ha bisogno di essere pronunciata per ogni singolo caso di aborto) e che colpisce chiunque sia coinvolto nell’avvenimento, non esclusa la madre.

24 dicembre – Durante la Messa della vigilia di Natale, in Santa Maria del Fiore a Firenze, il cardinal Benelli rincara la dose della CEI, affermando che la legge sull’aborto è un «bubbone infetto» e che va sradicato «con tutti i mezzi messi dalla Costituzione a disposizione dei cittadini», in pratica un invito al referendum abrogativo. Contemporaneamente Papa Vojtyla parla sui diritti dell’uomo e del rispetto della sua dignità.

28 dicembre – Karol Wojtyla riceve 600 medici cattolici e in quell’occasione loda il loro operato con queste parole: «Desidero esprimere anch’io la mia sincera ammirazione per tutti quegli operatori sanitari che, seguendo il dettato della retta coscienza, sanno quotidianamente resistere a lusinghe, pressioni, minacce e talvolta anche a violenze fisiche, per non macchiarsi di comportamenti in qualsiasi modo lesive di quel bene sacro che è la vita umana».

Cita, a testimonianza della loro abnegazione, la compatta adesione al boicottaggio della legge sull’aborto, che si è trasformata a Roma in «un richiamo e un incitamento di provvidenziale efficacia» nei confronti degli altri medici. No com-ment.

Intanto Pannella annuncia che solo un referendum abrogativo ad alcuni articoli dell’attuale legge può salvare la situazione. Ri-no comment. 51 dicembre – Durante il Te Deum di ringraziamento di fine anno, nella chiesa del Gesù (vicino alla sede della DC, casualmente), il Papa ribadisce con «tenacia e fermezza» l’opposizione cattolica non solo all’aborto, ma anche al divorzio. Ci sembrava strano. Sempre in contemporanea, a Firenze esce di nuovo Benelli ribadendo che presto verranno prese iniziative per risolvere il problema della legge 194, si rimprovera di non aver «fatto abbastanza per impedire questa sciagura» e di collaborare in qualche modo «alla soppressione, ormai del tutto legale, di vite umane, col mio silenzio e col mio denaro». il suo???

4 gennaio – Giovanni Sabalich, presidente del tribunale di Camerino denuncia alla procura della Repubblica di Firenze il cardinale Benelli per vilipendio al Parlamento.
Contro la Conferenza Episcopale Italiana, invece, viene sporta denuncia presso la procura della Repubblica di Roma dalla redazione di Quotidiano Donna.

Intanto Pannella presenta il referendum per l’abrogazione di 14 articoli su 22 della legge 194, battendo sul tempo Benelli.

5 gennaio – Il segretario di Benelli annuncia la linea di difesa di sua eccellenza: 1° è un cittadino italiano e quindi può vilipendere il Parlamento; 2° «bubbone infetto» è un termine già usato dal Concilio Vaticano II (quello democratico) per designare il divorzio, perciò
monsignore non ha inventato nulla; nell’ambiente si tende a considerare l’iniziativa di Sabalich come un attentato alla libertà di espressione della Chiesa. Ci mancava altro!

E per finire:

Pannella denuncia Benelli in appoggio al giudice di Camerino, poiché detesta «vuote manifestazioni di solidarietà». Scatenato, querela anche l’UDI che aveva accusato il PR dì «giocare sulla pelle delle donne per i suoi fini propagandistici e finanziari».

Ines Boffardi approva naturalmente la crociata di Wojtyla. Il Movimento per la vita denuncia il presidente del tribunale di Camerino per «tentata violenza privata». I radicali presentano interrogazione parlamentare sul «perché il Card. Poletti sedeva alla destra del Presidente della Repubblica?» Lefebvre, il vescovo ribelle al progressismo della Chiesa, torna in Vaticano, quatto quatto. Al momento di andare in stampa non abbiamo altre notizie.