un’obiezione per tutte le stagioni

gennaio 1979

il discorso che Papa Wojtyla ha rivolto ai medici obiettori non è un frutto di questi giorni. Viene da molto lontano e si inserisce come un tassello perfetto nella strategia adottata dalla Chiesa italiana contro la legge sull’aborto. All’indomani della sua approvazione tutti, e noi donne per prime, ci-aspettavamo un attacco generale e indiscriminato da parte degli stati maggiori della Chiesa. Ma la tattica prescelta (era ancora vivo Paolo VI) fu un’altra. Quella, cioè, di rendere inoperante la legge attraverso l’uso massiccio dell’obiezione di coscienza (che la legge pure prevedeva senza alcuna regolamentazione), obiezione favorita con metodi più o meno leciti, pressioni, lusinghe e via dicendo. Con questo sistema si è arrivati all’obiezione del 72% del settore medico e paramedico. Ciononostante, vuoi per la buona volontà di alcuni operatori sanitari, vuoi per le lotte delle donne, meno appariscenti, ma incessanti nel corso di questi ultimi sei mesi, la legge ha cominciato a funzionare e a dare i suoi frutti. Questo è uno dei motivi, e neanche l’ultimo, che ha scatenato le ire della Chiesa cattolica, indignata non tanto del numero degli aborti (che si facevano anche prima clandestinamente), quanto dallo sgretolamento del suo potere nella società civile.

Tuttavia faremmo un errore molto grave a sottovalutare l’ultima sortita del Papa, con il contorno di quelle di Benelli e della CEI. La Chiesa dispone ancor oggi nel nostro paese di molte armi e di un’influenza, in alcuni settori, incontrastata. Questi richiami del Papa, in tutta la loro autorevolezza, non sono forse ascoltati nelle grandi città, ma certamente lo sono nella provincia, dove più forte è il controllo sociale reciproco, dove gli ospedali sono in mano alle suore, dove, per far carriera, vale più di ogni altra cosa l’appoggio del vescovo. In questa realtà il richiamo ai valori della «vita» può avere qualche risonanza (anche nell’animo stesso delle donne che devono abortire) e non è un caso che la maggior parte degli aborti, dopo l’approvazione della legge, siano stati eseguiti nelle grandi città.

Per questo è importante saper smascherare la posizione della Chiesa, non semplicemente dicendo che essa è contro le donne, ma mettendone in luce le contraddizioni e l’opportunismo. Basterà riflettere che la difesa del valore della «vita» non è poi sempre così intransigente. La Chiesa non ha mai condannato la pena di morte, né tantomento l’uso della guerra; si è ben guardata dallo scomunicare «cristianissimi» governanti come Franco, Salazar o Pinochet, responsabili di atroci delitti anche contro sacerdoti anzi, all’incoronazione di papa Luciani, era presente anche Videla. Non solo. La Chiesa è entrata direttamente nell’istituzione stessa dell’esercito attraverso i cappellani militari, veri e propri preti gallonati, Traendone ogni possibile vantaggio. Ma, quel che è peggio, la Chiesa si è ben guardata dall’assumere una posizione di difesa nei confronti di quanti rifiutavano, loro sì per motivi di coscienza, il servizio militare. Anzi, quando in Italia venne sollevata la questione dell’obiezione al servizio militare, i cappellani militari in congedo della Toscana la bollarono come «estranea al comandamento cristiano dell’amore, espressione di viltà, insulto alla Patria e ai suoi caduti», Dalla Chiesa ufficiale nessuna voce, tantomeno quella del Papa, si levò in difesa degli obiettori che, in quegli anni, andavano diretta-menta in galera per rispettare la propria coscienza; subivano cioè delle persecuzioni reali e non immaginarie come quelle che il Papa paventa per i medici obiettori. L’unico che li difese fu don Milani. E tutti sappiamo come andò a finire (fu nientemeno che denunciato dai predetti cappellani militari).

Dopo tante lotte, mai appoggiate dalla Chiesa, gli obiettori ottennero una legge che regolamentava la loro obiezione: chi si rifiuta di assolvere agli obblighi di leva deve compiere un servizio civile sostitutivo, che dura molti mesi in più di quello militare; inoltre la sua obiezione non viene riconosciuta «tout court», ma deve essere dimostrata, attraverso profondi convincimenti etici, filosofici e religiosi, davanti a un’apposita commissione. La posizione che, come donne, dovremmo portare avanti è quella che anche l’obiezione dei medici venga non solo riconosciuta, ma regolamentata in modo analogo a quello previsto per il servizio militare e che si risolva, semmai, in un aggravio di lavoro e non in un alleggerimento come avviene ora nei fatti. Se sentissimo il Papa parlare a questo modo, difendendo tutte le obiezioni e tutte le coscienze saremmo forse meno diffidenti verso la Chiesa. Ma ciò non è possibile perché essa difende la «vita» quando da questa difesa può trarre un vantaggio per le proprie posizioni, difende la morte, quella vera degli eserciti e delle torture, quando questa consolida il suo potere.

Proprio per questi motivi il Papa tormentato, il Papa sorridente e adesso il Papa dinamico e sportivo sono contro di noi. perché sempre e comunque sono per la difesa accanita del loro potere. O non sono.

il documento del coordinamento

Il Coordinamento Nazionale Tecnico-Politico per l’applicazione della legge 194, ha elaborato un documento dal titolo «Tutela sociale della maternità ed interruzione volontaria della gravidanza: Un primo bilancio ed una proposta. Il Coordinamento sta elaborando una proposta di emendamenti per la legge sull’aborto, da presentare quanto prima al parlamento. Inoltre in stato di avanzata organizzazione il Convegno che il Coordinamento terrà a Roma, il 16-17-18 marzo, dal tema: La tutela sociale della maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza. Aspetti tecnici sociali e politici alla luce dell’esperienza acquisita dopo sei mesi dall’approvazione della legge 194.

Si hanno alcuni dati sulla percentuale di aborti delle minorenni per l’ultimo trimestre del ‘78,13 su 188 al S. Giovanni, delle quali due con autorizzazione del giudice tutelare, 3 su 58 a Villa Irma, di cui una con autorizzazione del giudice tutelare. Ci sembra che queste poche cifre parlino da sole, facciamo luce sulla realtà della condizione dell’aborto per la stragrande parte delle minorenni in Italia. Altre questioni in discussione sono: la regolamentazione dell’obiezione di coscienza, l’obiezione dei paramedici, i tempi in cui l’aborto è consentito. Gli appuntamenti del Coordinamento sono ogni lunedì, ore 17 a Via Germanico 156.

S.S.