donne e pazzia

è accaduto a napoli

febbraio 1975

Quando questo numero di EFFE sarà in edicola, il «caso» di Antonia Bernardini, morta a 41 anni nel manicomio giudiziario di Pozzuoli, bruciata viva sul letto di contenzione, sarà ormai, una notizia «vecchia». Di Antonie Bernardini è piena la storia delle donne, perché di manicomi-lager — come questo dossier di Effe prova un’ennesima volta — è piena l’Italia, quotidiano scandalo che la società preferisce dimenticare. Il nostro impegno, invece, è che l’«e-pisodio» di Pozzuoli (sbocco obbligato di un certo modo di concepire la «pazzia» e la devianza, e quindi le istituzioni per controllarle) sia sempre presente alle nostre coscienze, perché l’orrore, l’indignazione, l’angoscia che provoca in noi non si esauriscano in una generica «pietà», sterile e lacrimosa, ma ci diano forza per lottare, perché si metta fine a condizioni di vita inumane che ancora sono la norma nei «ghetti della pazzia». Ma più ancora dell’agghiacciante morte di Antonia (che, si badi bene, doveva essere in libertà dal marzo 1974, se soltanto un magistrato solerte avesse applicato la legge) sono le reazioni dei cosiddetti «responsabili» a darci la misura di quanto la «normalità», negli istituti psichiatrici, sia in effetti una forma di follia legalizzata. Il direttore del manicomio, Francesco Corrado, 53 anni, indiziato di omicidio colposo insieme a un medico e a tre vigilatrici, ha prima cercato di scaricare la colpa della morte di Antonia sulla donna stessa (le fasce di contenzione sarebbero state «allentate» per cui la Bernardini avrebbe avuto la possibilità di dar fuoco al materasso con una scatola di svedesi, rinvenuta poi ai piedi del letto), poi ha tentato di accreditare l’ipotesi di omicidio da parte di un’altra pazza. Dato che i magistrati non hanno creduto né all’una né all’altra versione, è giunto al punto di giustificare l’uso dei letti di contenzione (in teoria aboliti da una circolare ministeriale) definendoli «una misura clinica inevitabile», «non uno strumento di tortura, bensì una misura umanitaria al solo fine di impedire che le detenute facciano male a se stesse». Violenza brutale più ottusa ipocrisia: ecco «l’umanità» che oggi ha ucciso Antonia Bernardini, che ieri ha ucciso migliaia come lei e che domani — questo dovrà essere la nostra lotta comune — non dovrà più uccidere nessuna donna.