cosa fa il papa… provoca?
c’è chi ai guai del paese rimedia come può. Papa Wojtyla per esempio emette segni, fornisce immagini. Come interpretare se non così due tappe del suo “grand tour” estivo: la Santa Casa di Loreto ed il santuario di Santa Maria Goretti a Nettuno? Il meno che si possa dire è che li nostro Papa è molto attento a due temi scottanti del momento: il problema della casa e il dramma dello stupro. Ma basta un’immagine, anzi un’immaginetta? Se non altro per rilanciare la “parola cristiana” parrebbe di sì. Alla Santa Casa di Loreto sono accorsi centinaia di migliaia di pellegrini, molti i senza tetto, numerosissimi gli angosciati da sfratto imminente, in buon numero anche futuri sposi in cerca di una casa e ex sposi in cerca di una sistemazione separata, presentì anche giovani desiderosi dì emanciparsi dalla famiglia e tra questi solo qualche sfacciato che impetrava la grazia di una seconda casa. Ultima ratio! La devozione non è mai disinteressata, sì sa e questo fa parte del gioco.
L’immagine-immagìnetta di Santa Maria Goretti risulta invece un po’ più fosca, un po’ più losca. E’ una Santa che non mi ha mai convinto, neanche da bambina quando appiccicavo il naso al vetro della bara dove giaceva il suo corpo di fanciulla, io che villeggiavo ad Anzio ed al santuario mi ci portavano in gita i giorni delle prime pioggie di settembre. E’ finta o è vera? mi chiedevo spiando le sue mani un po’ cerose, l’attaccatura dei capelli che somigliava a quella della mia bambola. E da lì in seguito altre domande: da che parte stava V “eccesso”, dalla parte di chi rifilava quaranta coltellate per prendere, o dalla parte di chi se le faceva dare per non cedere? lo avrei ceduto, mi confessavo in segreto, e non ho cambiato parere. Insomma io dico che ogni atto di devozione ha un messaggio implicito. Se si prega sant’Antonio perché si è perduto qualcosa si ribadisce che l’occhio di Dio è in cielo, in terra e anche nei cassetti disordinati, così se si prega Santa Maria Goretti si ribadisce che allo stupro si può resistere volendo, magari facendosi scannare, e la critica implicita è che le donne di oggi non sono più quelle di allora, così subito pronte a stendersi. Da qui il numero veramente sorprendente dì stupri e la scarsità di “vergini e martiri” dei nostri tempi. Di martiri non vergini, dobbiamo dire che la nostra generazione ancora ne offre, ma a queste condizioni certo la prospettiva, della santità sfuma. Insomma perdiamo un po’ in merito anche perché così la violenza dell’uomo appare più a fosche tinte, mentre con il premio della santità la violenza scompare magicamente diventando un mezzo della santità stessa. Un po’ pome la storia che ci raccontavano dei ricchi e dei poveri: la povertà era il banco di prova della carità dei ricchi, quindi non se ne poteva fare a meno.
Una buona risposta a questo invito alla verginità del Santo Padre mi sembra quell’articolo della proposta di legge del Movimento che equipara la violenza carnale agli atti di libidine. E’ bene convincere tutti e soprattutto le donne che la verginità non rappresenta né onore, né valore, né garanzia dì un futuro migliore. Infatti gli uomini l’onore se lo guadagnano in battaglia, il valore spesso lo tengono in Svizzera e il futuro ce l’hanno in marina. Non è proprio possibile credere che noi donne tutte queste cose ce le portiamo tra le gambe.