anticoncezionali

i padrini dell’utero a confronto

aprile 1974

Bum! Bum! Bum! I tamburi a Genova hanno suonato a raccolta per i baroni della ginecologia in occasione del «Secondo seminario internazionale sul controllo della fecondità». Questi tipi di simposi sono un’ottima occasione per vedere tutti insieme i più importanti uomini che maneggiano il nostro corpo. Dico uomini perché c’erano in tutto una decina di donne su oltre 200 convenuti. Senza neppure quel po’ di carisma che dà il camice bianco, facevano una certa impressione. Il 70% ha le physìque du róle del «padrino dell’utero»: grasso, più o meno pelato, porta avanti un torace gonfio di aria e di potere. I rimanenti sono giovani scattanti, eleganti, efficienti, razionali: veri «managers delle ovaie». I primi sono quelli che mentre ti lamenti sul lettino da parto ti dicono: «Hai voluto godere? e adesso sconti». I secondi sono quelli che arrivando di corsa fra l’ambulatorio, il laboratorio, lo studio privato, la barca: «presto signora, spinga e non faccia tante storie».
Così sei sempre tu, la femmina stesa a pancia in su, a dipendere passivamente da loro per la tua vita, a chiedere un figlio senza soffrire troppo, o a chiedere di non averlo, e sempre comunque a riempirli di soldi e di gloria. I principali argomenti trattati al convegno sono stati:
1)La possibilità o meno di sterilizzazione femminile senza intervento chirurgico.
2)Eventuale rivalutazione del metodo Ogino-Knaus al lume di nuove conoscenze.
3)Contro-ormoni che neutralizzino gli ormoni naturali femminili.
4)Risultati delle ultime ricerche sulla pillola maschile.
Ma su nessuno degli argomenti è emersa qualche novità sostanziale. Esemplare la conclusione circa la pillola maschile, ancora in vago «esperimento», con cautele che ci sembrano direttamente proporzionali alla reverenza fin ora tributata al tabù della virilità maschile. Ai tempi di Pincus, invece, la pillola femminile venne sperimentata su centinaia di povere portoricane riempite senza tanti complimenti di estro-progestinici a dosi da elefantessa. Qui si è tornati a parlare delle ricerche di Koch in Germania, fatte su 16 maschi. L’efficacia antifecondativa dell’ormone impiegato è stata pressoché totale. Ma trattandosi di una campionatura così insignificante, i risultati diventano inattendibili a priori. Perché, noi chiediamo, non si fanno sperimentazioni su larga scala? E quanti anni quindi dovremo aspettare perché l’uomo condivida con noi l’onere della prevenzione delle nascite? Sterilizzazione femminile senza intervento chirurgico:, un ginecologo americano R.M. Richart, in un clima evocante gli esperimenti dei nazisti nei campi di sterminio, ha illustrato diapositive dove le tube fallopiane di donne e coniglie alternate venivano tappate in profondità con caucciù liquido, sigillate quindi con la ceralacca. «Non è doloroso, non è doloroso», insisteva il ginecologo Richart, ed effettivamente le diapositive non gridavano.
Ogino-Knaus: è risultata l’esistenza di studi che, se riusciti, dovrebbero determinare con sicurezza il perioda fecondo dell’ovulo. Campa cavalla! Lasciamo le tecniche futuribili al futuro e scendiamo alle attuali. Tra i relatori invitati al seminario una sola donna presente, a parlare (molto osé nel nostro paese) di tecniche abortive. Questa dottoressa svedese che si chiama Karin Edtrbm, ha esordito con gentile ironia: «Sono contenta di essere stata chiamata come donna, poiché mi sembra che il problema della contraccezione in Italia è gestito soprattutto dagli uomini». Lo sviluppo della tecnica per aspirazione ha fatto dell’aborto una procedura molto semplice e sicura. Ora sta guadagnando popolarità un ulteriore sviluppo di questa tecnica che non richiede la dilatazione cervicale. Si tratta della cosiddetta «regolazione mestruale», che è usata solo nei primi giorni successivi alla mancata mestruazione. La «regolazione mestruale», effettuata con cannule di 4-6 millimetri aspirando con una siringa fornita di una valvola, è stata per la prima volta utilizzata a questo scopo da un gruppo di femministe americane. Come metodo usuale non è ancora perfetto perché dà una percentuale di complicanze del 4,7% e una di gravidanze dello 0,5%, sicché, secondo la dottoressa Edstrom, ha un rischio mensile ancora troppo elevato. Al congresso si è anche parlato di nuovi sistemi già in vendita in Italia: Ethinil Estradiolo, una pillola da riporre nella cassetta del pronto soccorso fra l’alcool e il siero antivipera. In caso di rapporto durante un periodo fecondo, rottura di preservativo o accidenti di questo tipo, entro 24 massimo 48 ore dal contatto, se ne prendono 5 al giorno per 5 giorni. Contiene un ormone che impedisce all’uovo fecondato d’impiantarsi nell’utero e quindi la gravidanza. È soltanto una soluzione d’urgenza da non utilizzare usualmente perché provoca nausee, vomiti e altre piacevolezze. Alcuni scienziati stranieri hanno proposto di fornire il prodotto ai commissariati di polizia, a disposizione delle donne che hanno subito violenze carnali. L’iniezione dei tre mesi: i giornali ne hanno molto parlato negli ultimi tempi come di un’importante soluzione. In realtà è un preparato a base di soli progestinici senza gli estrogeni presenti nella pillola classica, che non provoca i fastidi di questi ultimi; però una. volta fatta non è più controllabile e nel 50% dei casi provoca amenorrea (mancanza di mestruazioni), perdite ematiche intermestruali, mal di testa e alla fine dei tre mesi non è possibile stabilire il ripristino della fecondità perché poi si possono avere ovulazioni senza mestruazioni e comunque disordini mestruali. Al congresso si è anche parlato del dispositivo intrauterino (IUD) potenziato dal rame o da ormone progestinico che agisce localmente con buoni risultati. Negli USA le donne stanno spostando la loro preferenza dalla pillola allo IUD perché questo, una volta inserito, non dà eccessivi fastidi, ma va cambiato ogni 2 anni e non dà sicurezza assoluta. Ora lo IUD è in vendita anche in Italia, ma ci risulta che parecchi ginecologi che lo applicano ne stanno già facendo una speculazione facendo pagare 50-80 mila lire il suo semplice inserimento: lo IUD in farmacia costa 10.000 soltanto. La conclusione del simposio è stata nel complesso sconfortante. «Ci troviamo ancora lontani da un anticoncezionale ideale per la donna, ma ancora più lontani da un anticoncezionale per uomo», ha ammesso Kessler, l’incaricato della Riproduzione Umana all’Organizzazione Mondiale della Sanità.