centro di studi storici movimento liberazione delle donne

novembre 1980

Dopo un diffuso rifiuto nei confronti della trascrizione della propria pratica politica, molte donne si pongono ora il problema di “fissare la memoria” della loro storia individuale e collettiva per facilitare a se stesse e alle altre donne la riflessione sull’oggi a partire dalla diffusione delle esperienze, anche al di fuori delle situazioni in cui sono state vissute.

Ripercorrere certi tragitti a livello di singole, ma anche collettivamente, significa la possibilità, o almeno una possibilità, di riaffrontare i modi teorici e pratici che hanno caratterizzato il dibattito tra le donne in questi ultimi anni e suggerirci anche indicazioni nuove. Ed è appunto tra queste motivazioni che si può ricercare Fesigenza, che emerge un po’ ovunque, della creazione di centri per raccogliere tutto quanto è stato scritto, pubblicato (o anche solo formulato, ma tuttora inedito) dalle donne per le donne, per evitare che un grosso patrimonio di analisi e di militanza vada perduto o rimanga irreperibile per molte. In questo ambito è nato a Milano all’inizio dell’anno il « Centro di Studi Storici sul Movimento di Liberazione della Donna in Italia », che è autonomo ed è ospite presso la Fondazione Feltrinelli in Via Romagnosi, 3 – Milano (tel 874.175).

 

Ospite la Fondazione Feltrinelli

La collocazione presso la Fondazione Feltrinelli mette il Centro nelle condizioni di utilizzare e organizzare nel modo migliore non solo il materiale che già in essa si trova, ma anche di fruire della biblioteca della Fondazione, aperta al pubblico, come canale attraverso il quale le donne interessate possono accedere a tutto ciò di cui il Centro è direttamente depositario.

Nel lavoro di preparazione di questo materiale si cerca anche di rintracciare le tesi di laurea, le ricerche, gli atti di incontri e convegni non solo di donne, ma che possono avere interesse per le donne.

A completamento di questo servizio di consultazione e di informazione il Centro pubblicherà un bollettino periodico per mettere al corrente dei vari lavori portati avanti in Italia e all’estero. Occorre per questo la collaborazione delle donne che hanno elaborato, e poi raccolto per sé o per un loro eventuale gruppo, del materiale che potrebbe essere inviato al Centro, dove verrebbe fotocopiato e restituito (sempre che queste donne ritengano che l’organizzazione e la divulgazione di questi documenti possa essere utile se messa a disposizione delle altre donne). Le donne del Centro intendono di non attribuire ad alcune piuttosto che ad altre un ruolo di “esperte”, favorendo viceversa i’esplicitazione e l’integrazione fra le varie componenti, al fine di avviare e mantenere legami sempre più stretti con le diverse realtà delle donne e per non correre il rischio di  venir meno  ad uno  dei  principali

obiettivi del Centro, che è quello di creare soprattutto un servizio per le donne. In un recente dibattito presso il Centro è emersa la preoccupazione che simiH iniziative possano sembrare scaturite unicamente da una esigenza di produttività intellettuale, connessa all’attuale problematicità della situazione personale e politica delle donne, mentre invece sono espressione del bisogno dì dare una nuova circolarità ai progetti e alle riflessioni già espresse. nella_ pratica.. Bisogno-che non significa certo avviare un processo di sterile legittimazione e razionalizzazione del passato, quanto piuttosto trovare forme nuove per pensare e agire in modo da rispondere meglio ai mutamenti che nel frattempo si sono verificati dentro e fuori di noi. In questo senso il Centro è interessato a sviluppare anche un’analisi della condizione femminile e delle lotte delle donne relativa ad un passato più lontano di questi ultimi dieci anni.

 

Ricostruire la storia

E’ ormai acquisito che non è più possibile considerare la storia delle donne come percorso lineare di oppressione e di silenzio. Il problema ora non è soltanto quello di andare a ricostruire una storia dando voce a questo silenzio, poiché le donne hanno fatto storia anche quando questa non è emersa; quindi non è un’assenza che va ricoperta, ma dei contorni che vanno ricalcati e definiti. Ricostruire la storia dell’intreccio e della commistione di scambio non solo tra il movimento delle donne e la storia quotidiana della loro vita — di cui pure è indispensabile la comprensione — ma anche tra questa storia e i percorsi tracciati dalla storiografia maschile.

 

Coordinamento tra i vari centri

Nell’ambito dell’obiettivo generale di ricerche storiche il Centro intende promuovere particolari studi anche a livello regionale, quali testimonianze di realtà locali tra loro molto diverse, ma proprio per questo stimolanti a ricerche di grande interesse. Nel recente dibattito,, al quale abbiamo sopra accennato, che ha visto la partecipazione di donne provenienti da realtà diverse e da differenti aree geografiche del Paese, ci si è interrogate anche sul significato che assumono queste nuove forme di aggregazione, di elaborazione e comunicazione di esperienze (librerie, riviste, radio, centri culturali e biblioteche) ed è stata accolta anche la proposta di un coordinamento tra le varie iniziative, che avvengono autonomamente nei vari centri e nelle varie città, con Io scambio di materiali e di esperienze, sia per evitare dispersione di informazioni e di lavoro, che per favorire la formazione in Italia di una rete sempre più capillare di centri di studio e di ricerche sulle donne.

Il GRIFF — gruppo di ricerca sulla famiglia e la condizione femminile — è un collettivo che lavora sui temi della condizione della donna. Si è costituito informalmente nel 1973 intorno ad un programma di formazione e di ricerca ed è ora un centro presso l’Università di Milano.