nemesi il cinema
«Odio il cinema, come tutto ciò che ci ha accettate come personaggi partoriti dagli autori “maschi” e rifiutate come personaggi partoriti da donne».
non è la mia follia?!.., Mi sono a volte chiesta veramente contro cosa lotto, contro chi lotto. — Immagini, immagini, costruzioni, cemento, merda, violenza, volgarità. — Contro chi lotto — leggi, sopraffazioni, ruoli, schemi, potere, potere, razzismo. Il cinema, fare la Cenerella realizzarla, costruire, costruire immagini contro immagini, dare bellezza, dipingere quadri viventi, fermare fermare tutto ciò che facciamo che va, che passa, che ci passa addosso, non più tele di Penelope. Non voglio più perdere la mia storia soffocata distrutta cancellata deformata soppressa dalla storiografia, dal cinema degli uomini.
Non amo il cinema che ti costringe ad essere spettatrice passiva a subire lacrime e accettare violenza, perduta fuori da te, fuori dalla realtà, fuori dalla lotta, fuori dalla creatività, fuori dalla bellezza.
Non amo il cinema, l’industria che gonfia il crasso magnaccia, il suo potere sul nudo delle donne, i suoi ruoli in cui chiude murando come personaggi le persone.
Odio il cinema, come l’arte come la letteratura come tutto ciò che ci ha accettate come personaggi partoriti dagli autori «maschi» e rifiutate come persone partorite da donne. Il cinema, il mostro sacro, l’Olimpo degli Dei, Dei patriarcali e fallici, Dei di cartone, Dei volgari, Dei magnaccia, sfruttatori di idee, di bellezza, di sesso, di vita. Il cinema il doppione della realtà mentale, partorito dall’occhio come Minerva partorita da Zeus, e i registi tutti Zeus. La scalata all’Olimpo non mi interessa: è un Olimpo di cartapesta un Olimpo appestato, sporco e maleodorante. Mi viene da ridere, sentire parlare di amore per il cinema; ho sentito donne che ripetevano: «io amo il cinema» mi sembrava di sentire un’antica preghiera: «io credo in Dio padre» ecc.. Il cinema è una Nemesi, un modo per fermare e portare avanti dei momenti di vita, una musica una sensazione una storia vissuta e non vista, mai vista incomprensibile e violenta perché vera, vera oltre la razionalità imprevedibile oltre la tecnica. Arte vita poesia espressione di me una donna, una donna che vuole, pretende il suo territorio, mondo cielo mare sole luna, il suo territorio cinema come immagine di sé. Partorire il mondo anche con gli occhi e le mani il mondo di vita, la vita che non si sporca con il potere, l’espropriazione, la violenza, la sopraffazione. Le storie da raccontare i films da realizzare sarebbero miliardi e miliardi, e mai possibilità. La mia storia, i miei parti con gli occhi, io voglio che ciò che vedo con i miei occhi sia fermato, è bello, ciò che io vedo è unico, è… Il cinema la possibilità di trasmettere a te il tempo della mia storia emozione notte — tornare indietro, inizio-fine, fine-inizio,., avanti-avanti — indietro-in-dietro, passato-presente-futuro, tempo-finzione. È la storia questa falsa montagna di creduta pesante parola (evoluzione). Evoluzione, cinema eppure… creare, generare, costruire un mondo ad immagine del mondo, un mondo in cui i corpi e le passioni siano visibili, un mondo con le mani, un mondo solido, fisico, di sesso, di urla, di colori partorire. Pensare pensare odori sentire gli odori dei fiori di inverno, li vedi ci sono i fiori dell’estate, i colori dell’Africa, sono falsi… Non sono l’estate, colori, illusione di odori, la vista crede; il tatto si paralizza; l’olfatto inventa, più reale nel desiderio dell’irreale grigio della violenza dell’abitudine piatta dell’accettare tu nato eroe, tu nata regina l’essere impiegata della vita che non ti licenzia e non ti paga. Toccare quella donna, toccarla, il mare, il mondo; perché tocchi forse l’unica realtà, la divina politica, puoi forse abbracciarla, accarezzarla, capirla, mutarla, toccare le immagini non toccare più delle persone. Il cinema sarà la vita, domani, il cinema si proietterà per sé, ridendo della falsa dimensione di un mondo che non può tornare indietro, un mondo a senso unico. Il cinema sarà il mondo, copia del mondo, diventerà il mondo, vendetta totale. Il mondo creato da Dio distrutto dall’uomo; il cinema creato dall’uomo distrutto…
A Napoli abbiamo deciso di intervenire all’interno degli Incontri Internazionali del Cinema, con tre mattinate di proiezione di films femministi che avranno luogo al cinema Filangieri il 28-29-30 settembre 1976 dalle ore 10 alle 14. Questa azione è nella linea di una ricerca di spazi per le nostre espressioni.
L’obiettivo della rassegna è quello di realizzare un rapporto e uno scambio di esperienze tra le donne che in vario modo e a vari livelli si sono interessate e si interessano di cinema. Desideriamo trovare un terreno comune di comunicazione e di confronto nelle varie esperienze che sono venute fuori dal femminismo in questo contesto anche per costruire una possibile collaborazione nella ricerca di spazi futuri.
Abbiamo deciso di essere presenti in questa fase di rivalutazione della propria cultura e di fluidità che sta vivendo Napoli per portare una conoscenza più diretta e approfondita dell’azione delle donne.
Desideriamo una presenza critica e interessata delle donne che valutano al positivo una lotta per rompere ogni forma di emarginazione del Sud. Intendiamo per Sud tutte quelle forme di energie che vengono sfruttate in vari
modi, non valutabili in termini economici, senza che si consideri tutto questo come sfruttamento.
Intendiamo affrontare nel dibattito dei temi specifici:
— rapporto tra professionismo e femminismo;
—rapporto con gli strumenti tecnici;
— esperienze collettive – esperienze individuali;
—ricerca di spazi (problemi di autogestione-distribuzione-scambi ecc…);
— possibilità di costruzione di un gruppo di intervento in questo campo.
Napoli, 30 agosto 1976