il romanzo di renard
Qui comincia la storia delle bestie, o più propriamente della lunga e atroce guerra che fu tra Renardo la volpe e Zigrino il lupo, i quali sebbene parenti stretti tra loro, si volevano un male di morte, secondo quanto si legge in un vecchio scartafaccio custodito nella biblioteca di Zoopoli, che è la capitale del regno animalesco.
Or dunque dovete sapere che quando Adamo ed Eva furono cacciati dal Paradiso Terrestre, la disperazione li spinse a peregrinare senza meta per boschi e per valli, fin che, giunti sulla riva del mare, sentendosi schiantati dalla stanchezza e dal colore, si buttarono sfiniti sulla sabbia e diruppero in pianto. La loro miseria era tale che Dio ne ebbe pietà e mandò un angelo a consolare quelle piangenti creature.
«Adamo — disse l’angelo — che vale ormai piangere e disperarsi? La tua colpa è stata grande, ma Dio misericordioso ti manda per mio mezzo questa bacchetta magica, con la quale, ogni volta che avrai freddo e fame, batterai sulla superficie delle acque e subito ne uscirà fuori un animale pronto a soccorrere le tue necessità». Così detto, l’angelo buono dalle ali azzurre sparì con un rombo di volo tra le nuvole d’oro,
— Perché non provi subito le virtù miracolose della bacchetta? — domandò Eva che era curiosa e impaziente
di veder adempiuto ciò che l’angelo aveva promosso.
Or ecco che, appena Adamo ebbe toccato il fiore dell’acqua, un’onda si levò, divenne bianca spuma e rotolando sulla sabbia si mutò in una candida pecorella che si mise a belare teneramente.
— Oh, la graziosa pecorella! — esclamò Adamo — Essa ci darà il suo buon latte per nutrirci e la sua soffice lana per ripararci dal freddo e dalle intemperie. —
Ma Eva, avida di nuovi miracoli e desiderosa di far vedere al marito che anch’essa sapeva fare qualcosa di buono, gli strappò dì mano la bacchetta e percosse il mare.
Se non che l’onda questa volta si sollevò cupa e minacciosa; e „ sulla spiaggia saltò con rabbia ululando un lupo famelico, il quale correndo subito addosso alla pecorella, Vazzannò e portandola tra le fauci si rintanò nel bosco vicino prima ancora che Adamo potesse correre in suo aiuto. Così Dio puniva la curiosità e la presunzione di Eva.
— Ora guai a noi se tocchi più la’ bacchettai — esclamò Adamo dì malumore. E ripresala dalle mani tremanti della sposa, ne sfiorò appena l’onda. La bestia che venne fuori rassomigliava tutta al lupo, se non che, invece di ululare e digrignare i denti, abbaiava festosamente e dimenava con gioia la coda.
Era un cane; e a un ordine di Adamo, fedele e obbediente, prese di corsa la via del bosco, s’inselvò e poco dopo venne- addietro ansimante riportando sana e salva la pecorella al suo padrone. Eva però era avvilita e scontenta che solo al marito toccasse di far scaturire dalle acque le buone e care bestiole utili alla vita.
E quella notte stessa, appena Adamo si fu addormentato, presa furtivamente la bacchetta, si avviò in punta di piedi, per non svegliare il marito, sulla riva del mare e percosse con forza le onde.
Per castigare la disobbedienza, dall’onda percossa Dio fece uscire una volpe dal pelo rossiccio e dalla lunga coda: e questa fu il capostipite di tutte le volpi che furono, sono e saranno sino alla consumazione dei secoli; tra cui la più famosa è senza alcun dubbio quel Renardo di cui ci accingiamo a narrare la storia e che riempì il mondo delle sue inique frodi e delle sue infinite malizie.
Per tal modo, il primo lupo e la prima volpe, essendo usciti una dopo l’altro dalle stesse mani di Eva, possono considerarsi quali suoi figli ecc. …
Da Redazioni medievali francesi narrato da Ferdinando Palazzi, per i ragazzi di anni 9 – Prologo.