questa lista è donna al 50 %

«Continuare la lotta fino in fondo… per essere ancora strumento di lotta per le donne».

giugno 1976

perché mi presento? Direi, molto semplicemente, che mi presento perché credo nelle donne, credo nella loro capacità di raccogliere, ‘sia pure nella confusione elettorale, una voce diversa: quella delle donne che non appartengono a nessun partito, che non vogliono essere telecomandate dall’alto, ma che fanno nascere dalle loro esigenze di DONNE, le battaglie politiche che conducono.

Così infatti sono state pensate e portate avanti tutte le nostre iniziative, dal progetto di iniziativa popolare per la libertà d’aborto (per cui raccogliemmo le firme 5 anni fa) alle autodenunce, a tutte (e sono state tante) le manifestazioni contro l’assistenza clericale o i carrozzoni come l’ONMI, per la maternità come libera scelta, i consultori autogestiti, l’informazione sessuale; contro la donna oggetto, la moda, il militarismo. Così, due anni fa è nata la proposta del self-help (condurre la battaglia per l’aborto anche aiutando concretamente le donne che abortiscono) così è nata oggi, il progetto di legge per la parità tra i sessi contro le discriminazioni nella pubblicità, nella scuola e in generale nel codice, per il 50% dei nuovi posti di lavoro alle donne.

La nostra presenza nelle liste elettorali del Partito Radicale, come movimento, e non come singole persone, ha un significato preciso: continuare la lotta fino in fondo, non per… impadronirci del potere, ma per essere ancora STRUMENTO DI LOTTA PER LE DONNE.

Parliamo tanto, noi femministe, di autogestione, di non-delega.

Poiché queste non sono solo parole, ma idee che condizionano il nostro agire, SEMPRE, non si capisce perché poi al momento elettorale dovremmo lasciare tutte quelle donne (non strettamente «femministe», ma disponibili, solo impedite da condizionamenti materiali e culturali ma profondamente fiduciose) che guardano a noi, sole davanti alla scelta di un simbolo, di un nome, ohe in ogni caso non le rappresenterebbe.

Il PR ha accolto la richiesta del MLD di avere una lista composta al 5596 da donne, e con tutti i capilista donne. Non ci basta infatti una parità nominale: noi donne partiamo da situazioni svantaggiate e discriminatorie, dunque bisogna prima di tutto offrire UGUALI OPPORTUNITÀ’ alle donne, oppure la parità è solo una presa in giro dietro cui si nasconde una precisa volontà di strumentalizzazione. Con queste condizioni le donne in lista non fungono esclusivamente da specchietto per le allodole ma hanno DAVVERO la possibilità di essere elette.

Il nostro spazio elettorale, inoltre, ce lo gestiamo in perfetta autonomia: abbiamo quindi voluto offrire questo servizio a tutto il movimento femminista, col risultato che le nostre liste, oltre che da oscure casalinghe, «donne qualunque» che hanno militato nel MLD, si sono autodenunciate, hanno subito processi per aborto, hanno raccolto firme per il referendum e portato cartelli e striscioni per le strade, sono piene anche di militanti femministe, più note e meno note, non del MLD ma che si sono riconosciute nella scelta femminista libertaria, e hanno condiviso le nostre motivazioni.

Oggi che i partiti cercano di «occupare» il femminismo (perché elettoralmente redditizio) è più che mai necessaria una presenza non mistificata di donne che nella loro realtà quotidiana si muovano per creare una prospettiva diversa.

Mi è stata chiesta dalle compagne di EFFE una testimonianza; mi sono accorta, rileggendo quello che ho scritto ohe ho parlato più come gruppo che come individuo, -ma la decisione che ho presa non è una decisione individuale, nasce da una scelta, da una discussione collettiva, ed è un gesto di militanza come altri: oggi sono candidata con lo stesso spirito e la, stessa consapevolezza delle volte che ho distribuito volantini o manifestato o parlato, in piazza, con le donne per offrire, a loro, a me, a noi tutte, occasioni e strumenti di liberazione individuale e collettiva.