anticoncezionali o vasectomia?
Quando si parla di sterilizzazione maschile esistono fra gli uomini due tipi di reazioni: se s’intende parlare del problema demografico e ci si riferisce alla sterilizzazione degli Indiani, tutti, amici e compagni, sono d’accordo. Ma se si tocca il problema come fattibile anche in Italia nascono le reazioni le più disparate. Sterilizzazione = castrazione, sterilizzazione = impotenza. E ci si affretta a riaffidare il problema del controllo delle nascite alla pillola femminile, in fondo la più auspicabile, per loro, s’intende.
Quando si è fermamente decisi di non volere più figli ed i metodi contraccettivi sperimentali si sono rivelati non adatti o fallimentari, allora, in piena coscienza e lucidità, si può pensare alla soluzione radicale della sterilizzazione. In Italia la sterilizzazione, anche contemporanea, è punita dal codice penale e questo vale sia per chi la provoca che per chi la sceglie; se ne può dedurre che la legge italiana proibisce di fare l’amore a chi non vuole avere figli. Come in un buon Stato repressivo che si rispetti, la gente è quindi costretta a comportarsi da fuorilegge o ad andare a compiere i reati all’estero.
La sterilizzazione femminile è molto più complessa di quella maschile perché gli organi sessuali sono interni e più difficilmente raggiungibili, per farlo occorre un’operazione chirurgica piuttosto complessa e rischiosa. Questo tipo di intervento, che consiste nel recidere o legare le tube, viene generalmente richiesto a complemento di un ripetuto parto ‘ cesareo, ma si sono sperimentate anche tecniche per legare le tube senza ricorrere ad una vera laparatomia. La sterilizzazione maschile, chiamata vasectomia, è invece molto più semplice perché i due piccoli canali attraverso i quali passano gli spermatozoi sono facilmente raggiungibili con una semplice operazione ambulatoriale, operazione che dura 10 minuti in anestesia locale, Dopo l’operazione i testicoli rimangono completamente attivi e l’assenza degli spermatozoi nel liquido seminale è accertabile soltanto al microscopio. La vasectomia costa in Svizzera circa 60.000 lire. C’è da aggiungere che è possibile con un’altra operazione riallacciare i segmenti dei due canali interrotti dalla vasectomia, ma non è un intervento chirurgico semplice né di sicuro esito.
Poiché la vasectomia è un’operazione quasi totalmente irreversibile, negli Stati Uniti, come ha riportato Adriano Buzzati Traverso in un articolo dell’Espresso: «… il diffondersi della vasectomia fra vari strati della popolazione maschile è stato recentemente accompagnato dal moltiplicarsi di banche dello sperma, private. L’uomo che ha deciso di farsi fare l’operazione trova in queste banche una sorta di assicurazione, nella eventualità che in un momento successivo della sua vita cambi opinione o desideri avere uno o più bambini. Nella banca egli può trovare il proprio seme, accuratamente congelato e catalogato, pronto ad essere utilizzato per la fecondazione artificiale della moglie di partenza, o di un’altra, se nel frattempo ha divorziato». La «sterilizzazione» è una parola che suona come una condanna a morte nelle orecchie del maschio nostrano. Eppure la sterilizzazione maschile non è castrazione, non sottrae niente alla capacità sessuale; l’erezione non cambia e non cambia l’eiaculazione né tantomeno la sensibilità erotica genitale. Evidentemente sotto questo timore c’è l’identificazione tradizionale della potenza riproduttiva. Poiché la capacità riproduttiva è la riprova pubblica dell’uso sessuale dell’invidiatissimo pene, i figli sono motivo dell’orgoglio virile. E’ una delle ragioni per cui i ricchi arabi tengono l’harem, uno dei perché i machisti messicani provocano il tasso più alto di incremento demografico del mondo.