inchiesta femminismo

femminismo: un testimone reticente

che senso ha interrogarci sulla morte del femminismo? molte donne l’hanno abbandonato, altre stanno cominciando a sceglierlo, ma allora, il femminismo è proprio morto o è diventato soltanto un testimone scomodo, un’ombra inquietante?

gennaio 1982

Il femminismo. Ma dove si sarà cacciato? E dire che era proprio qui, visibile come un marchio, sulla nostra pelle, nei nostri gesti, parole, azioni. E adesso, ogni tanto, è come se ce lo fossimo solo sognato. Certi momenti è come un figlio pestifero che si è costrette ad amare. Ma non era una scelta? Certo. Faticosa, dolorosa anche. Come quella volta che quasi contemporaneamente “Il Corriere della Sera” e la “La Repubblica” ne pubblicarono il necrologio. Noi,, spaventate, sorprese. Gli altri, quasi tutti, esultanti: finalmente era morto! Ma morto il re… In quei giorni un’anonima casalinga di Cinisello, partorita da Franco Di Bella e di madre ignota, aveva dato a sua volta alla luce un figlio proprio li, sul tavolo del direttore del Corriere a “rota” di notizie. Lo chiamarono Riflusso e basta come Napoleone. E noi? Come la fata cattiva (perché dimenticata) della Bella addormentata lo avevamo guardato biecamente quel neonato Riflusso e gli avevamo predetto vita breve e sonno pluricentenario. Lo sgomento se ne è andato. Ci siamo trovate intorno al tavolo della nostra redazione per ripartorire — senza motori immobili di dibelliana memoria — un’altra figlia. Femmina naturalmente. Questo mi ha ricordato i collettivi “Madri femministe” (riusciremo a diventare nonne?) vicini nel tempo e dove, tante pance fa, motivavamo le nostre “maternità autodeterminate”. Continuare ad essere rivista, ad iniziare con “F” (o Effe?) ha ancora un senso? Siamo cambiate, diventate più “sagge e ragionevoli” o stiamo solo riprendendo fiato? Libere associazioni. Incosciente presa di coscienza e il tavolo redazionale assiste ai nostri problemi a catena. Mimma e Donata hanno trasformato in loro dialogo (a me ha fatto venire brividi di identificazione) il nostro coro di perplessità e certezze. Ma le altre donne? Tutte in fila nelle file dei partiti? Abbiamo scoperto (con maligna soddisfazione) di no. Ad alcune abbiamo chiesto riflessioni, impressioni, e perché no?, critiche ed autocritiche sul femminismo. Il risultato è l’inchiesta che pubblichiamo. Ma è solo un inizio di dibattito. Non crediamo ai fini né alle fini altrimenti non saremmo qui con lo stesso entusiasmo e più consapevolezza, di dieci anni fa. Ma non vogliamo darci né dare consigli. Se non altro, abbiamo imparato a sbagliare.