1903-1914 breve storia della women’s social and politicai union

luglio 1979

all’inizio del secolo XX, il principio del diritto delle donne al voto era ormai accettato da larghi strati di popolazione in Inghilterra, ma le donne non erano certo più vicine ad ottenerlo di quanto non lo fossero state nel 1860. Fu una ” piccola, fragile ” vedova di quarantacinque anni che rinnovò, con l’esperienza che le veniva dalle lotte operaie, la macchina ormai arrugginita del movimento per il suffragio, dandogli una nuova direzione. Emmeline Pankhurst, vedova di uno dei fondatori del partito laburista inglese, nonostante la nascita di quattro figli, si era sempre occupata attivamente di politica. Il 10 ottobre del 1903, con le figlie Christa-bel e Sylvia e alcune amiche, diede vita alla Women’s Social and Politicai Union (WSPU), il cui compito era di svolgere azione politica per ottenere il voto. Come espediente tattico, e nell’idea che le donne potessero ripetere nel 900 il processo che aveva progressivamente allargatoli suffragio da una ristretta aristocrazia a strati sociali sempre più larghi, la Pankhurst pensò di accontentarsi, per il momento, del voto limitato alle sole donne con c’erte caratteristiche di istruzione e di censo. Con questo, però, si alienarono subito le simpatie del partito laburista. Nei primi due anni, le aderenti al movimento si esercitarono ed “impararono il mestiere” in incontri e manifestazioni varie in provincia. Nel maggio del 1905 calarono a Londra. Il 12 di quello stesso mese, furibonde per l’andamento del dibattito sul voto alle donne nella Camera dei Lords, si riunirono ai piedi della statua di Riccardo I, di fronte a Westminster ed inscenarono la loro prima manifestazione. La polizia le disperse rapidamente e prese i loro nomi. Il 13 ottobre dello stesso anno Christabel Pankhurst e Annie Kenney furono arrestate per la prima volta. Il bersaglio del movimento era soprattutto il partito liberale che esse consideravano traditore della loro causa, e la loro opposizione crebbe dopo che questo partito vinse le elezioni del 1906. Non c’era manifestazione o incontro politico in cui non ci fosse una donna che si alzasse a perorare la causa del voto alle donne.

Emmeline (Pankhurst continuava a guidare la WSPU in modo molto personalistico. Numerose scissioni ebbero luogo, ma la militanza cresceva. La prova di forza tra il Governo e quelle che ben presto vennero definite con il termine spregiativo di ” suffragette “, continuò con azioni sempre più dure da entrambe le parti. Quasi ogni riunione a Caxton Hall, sede del movimento, era seguita da un corteo e da un attacco della polizia. Il 30 giugno 1908, per la prima volta, alcune pietre vennero lanciate contro la casa del Primo Ministro. Nel luglio del 1909, una suffragetta, Marion Wallace Dunlop, inaugurò una nuova forma di protesta non violenta, lo sciopero della fame in carcere. Da allora questa strategia fu adottata da tutte le donne arrestate. Si tentò di alimentarle con la forza, ma le autorità si resero conto che era preferibile, per paura delle estreme conseguenze, lasciarle in libertà. Questi metodi procurarono nuove simpatie alle suffragette che approfittavano di ogni occasione per sottolineare il loro martirio e farsi propaganda. Le loro azioni violente si intensificarono dopo varie delusioni derivanti dall’ iter parlamentare della legge sul voto, e dall’equivoca politica del Governo, che cercava sempre di perdere tempo. Si decise allora di attaccare una delle istituzioni fondamentali dell’Inghilterra liberale: la proprietà. Le finestre di vari edifici governativi e le vetrine dei più eleganti negozi del West End furono fracassate a varie riprese. La ‘Pankhurst fu arrestata molte volte, e alla fine condannata a 9 mesi di carcere.

Christabel, che aveva ereditato il fanatismo della madre, unendolo ad una mente giuridica e ad una buona istruzione, ne raccolse l’eredità, fuggendo a Parigi, da dove continuò ad inviare istruzioni al movimento per le varie azioni da intraprendere.

 

Decidemmo di chiamare la nostra associazione “Unione Sociale e Politica delle donne”, sia per sottolinearne la democraticità, sia per definirne gli obiettivi come politici piuttosto che propagandistici. Decidemmo pure di escludere gli uomini per poter essere completamente libere da ogni legame con i partiti. “Fatti non parole” era il nostro motto».

Gli uomini non sono decisi come le donne. Anche se socialisti, raramente traducono la loro fede in fatti,rimanendo sempre conservatori nel cuore, soprattutto quando si tratta di problemi riguardanti le donne. Molte di noi che erano sposate scoprirono che il voto alle donne interessava i loro mariti meno delle cene con gli amici.Semplicemente non potevano capirci”.

 

Ogni giorno le suffragette marciavano numerose verso la prigione di Halloway, cantando la marsigliese delle donne ed altre canzoni per le prigioniere e tenendo comizi a folle sempre più numerose. La musica e le grida che giungevano alle nostre stanche orecchie erano incredibilmente dolci…”.

 

“Il Governo Liberale concederà il voto alle donne?” Non c’era riunione che non venisse interrotta da questo grido. Le donne venivano condotte fuori dalla sala più o meno violentemente e quando tutto si era calmato un’altra donna si alzava e ricominciava da capo”.

 

Non solo venivano bruciate le cassette delle lettere, ma ben 107 edifici, tra cui varie chiese, furono distrutti in un anno. Molti quadri famosi nelle principali gallerie di Londra furono sfregiati. Lo slogan “Votes for women” era scritto dappertutto, perfino con acido sui campi da golf. Una legge, che fu detta ironicamente “The Cat and Mouse Act” (la Legge del gatto e del topo), fu approvata nell’aprile 1913 per permettere al governo di rimettere in libertà le suffragette quando le loro condizioni fisiche peggioravano, e di ri arrestarle quando si fossero ristabilite. Il 4 giugno del 1913, la violenza raggiunse l’apice. Emily Davison si suicidò gettandosi sotto il cavallo del re nel Derby di Epson. Durante il suo funerale furono distribuiti dei volantini in cui si ricordava ai presenti che migliaia di donne lavoravano per meno di uno scellino al giorno, che le vedove morivano di fame, che 11 bambini su 100 morivano nel primo anno di vita e che tutto ciò sarebbe continuato finché il Paese avesse tenuto le donne in soggezione.

In questo volantino — che per la prima volta ristabiliva il contatto tra problemi delle donne e problemi della classe operaia — si sentiva la mano della più giovane delle sorelle Pankhurst, Sylvia, la quale, pur essendo membro della WSPU e partecipando alle manifestazioni da questo organizzate, era rimasta attaccata ai princìpi socialisti del padre e si era dedicata soprattutto ad organizzare le donne operaie dell’East End. Sylvia era sempre stata critica dei sistemi usati dalla madre e dalla sorella, e le sue critiche si intensificarono dopo la nuova rottura con l’uscita dei Pethick Lawrence e l’intensificarsi delle azioni violente. Nel gennaio del 1914 le fu chiesto dalla sorella di dimettersi. Ma il suo lavoro nell’East End continuò; trovò nuovi finanziamenti e la sua organizzazione ebbe sempre maggiori adesioni. E fu proprio Sylvia ad avere la soddisfazione di avere uria delegazione ricevuta dal Primo Ministro. Uscita dal carcere dopo un ennesimo sciopero della fame e della sete, si fece portare sugli scalini della Camera dei Comuni. Mentre la polizia la guardava indecisa se chiamare rinforzi o un’ambulanza, i parlamentari laburisti, Keir Harde e George Landsbu-ry uscirono correndo con un messaggio del Primo Ministro che acconsentiva a ricevere una delegazione di sei donne operaie. L’incontro ebbe luogo due giorni dopo, e la delegazione, guidata da un’operaia di una fabbrica di spazzole, fu così efficace nelle sue argomentazioni da strappare al Governo la promessa che avrebbe appoggiato un progetto di legge per il voto alle donne. La vittoria di Sylvia fu male accolta dalla WSPU, che non accettava che fosse lei a condurre l’ultimo assalto alla roccaforte e intensificò le azioni violente. Ma l’attività del movimento delle “suffragette” fu interrotta dalla Prima guerra mondiale. Il nemico “uomo” fu sostituito dal nemico “Germania” e le donne si dimenticarono ben presto della loro causa. Solo Sylvia continuava ad asserire che la guerra era un disastro e che le donne d’Inghilterra avrebbero dovuto opporsi ad essa con tutte le forze. La sua voce non trovò eco ed anche le donne della classe operaia come quelle della WSPU dimenticarono le loro sofferenze per raccogliersi sotto la bandiera inglese. Però la guerra, portando le donne a sostituire gli uomini in moltissime occupazioni civili, rese inevitabile il riconoscimento di un minimo di parità. Il voto fu concesso nel gennaio del 1918 e fu concesso a tutte le donne al di sopra dei trent’anni.

d. c.

Avevamo provato ogni possibile mezzo per convincere il Governo ad appoggiarci. Quando fu chiaro che non ci avrebbe dato i nostri diritti, decidemmo di screditare il Governo inglese e il Parlamento di fronte al mondo intero”.

Nella nostra militanza abbiamo profondo rispetto per la vita umana… il nostro fine è di usare metodi di lotta rivoluzionari contro la proprietà privata. Vogliamo restaurare iveri valori, sottolineare l’importanza dei diritti umani rispetto a quelli della proprietà…Ogni giorno la vita, la salute, la felicità e perfino la virtù di donne e bambini sono sacrificati al dio della proprietà».

 

Hollovvay era divenuta un luogo di orrore e di tormento. Scene disgustose di violenza avvenivano ad ogni ora del giorno quando i dottori passavano di cella in cella per compiere il doro odioso compito. Uno degli uomini “lavorava” in modo così brutale che il suo solo apparire provocava grida di orrore e di angoscia…”