commissione sulla violenza contro la donna

luglio 1977

alla commissione, durata parecchie ore e sempre affollata, hanno partecipato compagne di tutti i Paesi presenti al congresso, comprese le australiane. La commissione, che era prevista anche dalla organizzazione del congresso, è stata molto vivace ed ha consentito un buon livello di confronto fra compagne dei vari Paesi.
Ci sembra importante sottolineare come, da tutte le parti, si sentisse l’esigenza di partire si dallo stupro, dalle violenze più evidenti che le donne subiscono, tentando però di riportare sempre il discorso ai temi più segreti, più difficili ed ambivalenti delle grandi e piccole violenze che le donne vivono ogni giorno all’interno della famiglia, nelle relazioni personali, nei rapporti,tutti i modi in cui il potere, più implicitamente si esercita e le donne stesse esercitano, su se stesse. Questo tema, della famiglia, riporta inoltre immediatamente al «come» le donne possono uscire dall’isolamento «costruirsi tutte intere»; quali sono, i luoghi politici in cui possiamo imparare a vivere.
Su questo problema ci è sembrato importante il contributo delle italiane che hanno portato la loro esperienza e la loro proposta di individuare nei consultori, un momento, parziale, ma importante di aggregazione e di lotta, anche contro la violenza. (Ci fa piacere ricordare qui che la parola «consultori» è entrata a fare parte in questo congresso proprio in lingua italiana, del patrimonio linguistico e concettuale che il movimento femminista si sta costruendo).
L’assemblea ha avuto un avvio difficile, perché anche qui le compagne francesi e tedesche della IV internazionale hanno tentato di porre la pregiudiziale: lotta di classe o femminismo. Lotta di classe — come — nel movimento. La quasi totalità dell’assemblea si è però trovata d’accordo nella volontà di rispettare il tema originario, quello della violenza contro la donna, quindi, con fatica, le compagne trotskiste sono state messe in minoranza. Una compagna tedesca di Berlino ha raccontato i problemi che esistono oggi in Germania rispetto al Berufsverbot «siamo affogate nel burro della repressione». Le compagne nere hanno di nuovo raccontato i riti tribali di violenza sul corpo che le condannano >a subire orrende mutilazioni, l’intervento della compagna africana ha suscitato, come già nell’assemblea generale, una impressione profonda, molta angoscia, per i livelli di arretratezza che le donne sono costrette a vivere, tali da rendere difficile anche la acquisizione di strumenti per capire Ila propria rabbia.
Una compagna tedesca ha posto poi delle domande alle compagne italiane, partendo dalla costatazione (che ci ha stupito moltissimo) che l’Italia è considerata oggi il Paese con il movimento femminista più forte e con le «idee più chiare», le compagne italiane si sono sedute davanti a tutte e, circondate dalle traduttrici (ogni frase, era tradotta in francese, inglese, tedesco e spagnolo, ogni concetto durava un tempo infinito…) hanno cercato di rispondere e chiarire i problemi che venivano posti. Le domande iniziali sono state 4: 1) Notizie sul processo di Cristina Simeoni; 2) Com’è stata possibile la mobilitazione in così poco tempo e con tanta forza in occasione del processo a Claudia Caputi. 3) Reazioni della televisione e della stampa. 4) Reazioni dei partiti della sinistra e delle organizzazioni della nuova sinistra di fronte al processo e alla mobilitazione delle donne. Si è cercato di dare innanzitutto un quadro complessivo della forza e dei momenti e livelli principali di aggregazione del movimento delle donne in Italia, dal 6 dicembre in poi si è parlato di Rosaria Lopez, si è spiegato quanto fosse stato importante il coraggio della Simeoni, la rabbia di Claudia. Si è perso molto tempo a raccontare le ore affannose prima della manifestazione per Claudia, la funzione delle catene telefoniche, delle radio libere che lasciano uno spazio alle donne. Si è anche cercato di spiegare la frequenza degli stupri e delle violenze in Italia e di conseguenza l’immediata rispondenza che questi fatti hanno oggi tra le donne, anche tra le donne che non militano direttamente nel movimento. Abbiamo raccontato il processo, le difficoltà della difesa, le nostre ingenuità, ma, soprattutto si è molto insistito sull’atteggiamento della stampa, che, difronte ad una Claudia, non di buona famiglia, non vergine ecc., di fronte alla violenza carnale esercitata non dai fascisti (ovviamente ed immediatamente colpevoli, senza analizzare, molte volte, insieme ai condizionamenti ideologici e di classe anche gli elementi tipici di una cultura, che è, maschile) ma da sottoproletari, quindi da oppressori-oppressi, ha molte volte avuto ambiguità e titubanze, che come donne, come compagne femministe, profondamente ci feriscono, e con chiarezza vogliamo analizzare. Anche i livelli di dibattito e di contraddizione del movimento femminista in Italia con i Partiti della sinistra ha suscitato molto interesse, proprio in relazione alle questioni riguardanti l’autonomia, la gestione dei mezzi di comunicazione ecc.
La commissione, domenica sera, erano ormai le 8, si è conclusa con un intervento molto nuovo, molto interessante delle compagne australiane ohe stanno ora facendo tutto un lavoro di «analisi della famiglia e della violenza che le donne subiscono all’interno del nucleo familiare, in modo da poter proporre e far approvare una legge che garantisce le donne da questo (tipo di violenza («lo stupro nel matrimonio», del marito sulla moglie), una lotta quindi che si fa legale, spinta dalla forza che il movimento impara ad esprimere. Viene proposto lo scambio di 1 indirizzo per Paese presente, che serva al coordinamento internazionale per la preparazione del secondo tribunale sulla violenza contro le donne (Bruxelles II).

Gli indirizzi sono:
Francia:
Roberta Lamy 8, Place Charles Dulli (18° Paris)
Germania :
Frauen Zentrum A. Krag. Strese-mannstrasse 41 1000 Berlino 6
Inghilterra:
Freud-Lacan Study grup 12 London Lane Londra E 8
USA:
Centre for Women’s Studies, 47 th. ST. San Diego California
Svizzera:
POSTFACH 147 A 3001 Berna
MLF Lausanne:
Rue Centrale 18 1000 Lausanne
Australia:
Ros Innes, 3-56 Ormond st., Pad-dington 2021 N.S.W. Australia
Belgio:
Becassines en lutte e/o Lesir, I E av. De la Cavronne 1050 Bruxelles
Italia:
Effe, Piazza Campo Marzio, 7 Roma