PROSTITUZIONE
non c’è spazio per noi
mi ricollego a quanto hanno detto nel loro comunicato le donne del Coordinamento nazionale dei Gruppi per il Salario al Lavoro Domestico: confermo e denuncio quanto questo convegno sia arretrato rispetto ai livelli di lotta già promossi a livello internazionale da noi donne contro la violenza del nostro lavoro.
Questo convegno organizzato da MLD e Effe ha completamente trascurato le lotte di noi donne prostitute contro la violenza specifica, particolarmente pesante e sadica, che noi subiamo come forma di controllo sul nostro lavoro, proprio perché abbiamo deciso di farci pagare la mansione centrale del lavoro domestico, la mansione sessuale che tutte le donne sono tenute invece a svolgere gratuitamente in quanto mogli. Il nostro lavoro è sempre stato necessario, complementare rispetto all’organizzazione del lavoro nella famiglia, ma è importante per lo Stato che noi lo svolgiamo chiuse in ghetti, dipendenti dall’uomo, in una condizione di assoluta debolezza dalla quale non possiamo rappresentare un reale attacco all’organizzazione del lavoro gratuito su cui si fonda la famiglia. Ma noi con la nostra organizzazione in Inghilterra, Francia, Stati Uniti e Australia abbiamo oramai rotto il ghetto nel quale lo Stato ci vorrebbe costringere, abbiamo fatto della prostituzione uno strumento sempre più di massa con il quale procacciarci soldi a tutte le età, al di fuori dal controllo maschile. Abbiamo rifiutato l’uomo «protettore» come controllore vio-lento sul nostro lavoro che taglieggia i nostri guadagni e abbiamo denunciato sempre più la violenza perpetrata dall’uomo contro di noi, in quanto mediatore della violenza dello Stato su di noi.
Ma la violenza brutale contro cui noi donne prostitute stiamo lattando a livello internazionale non ha spazio dentro convegni di questo tipo, strutturati sulla esclusione di noi, del nostro lavoro, della specifica violenza che subiamo, esattamente come nei convegni maschili. Non hanno avuto considerazione qui le violenze subite da noi, come non hanno considerazione nei tribunali dello Stato, nelle sedi di polizia ecc.
Ritengo quindi di avere subito da questo convegno la più grande violenza che in quanto donna potevo subire proprio perché dalle organizzatrici non è stato compiuto alcuno sforzo per trovare una strategia comune di lotta percorribile da tutte le donne, ohe permetta realmente di uscire di casa e dalla famiglia in condizioni di maggior potere, E questo non è possibile se non si ha denaro nelle nostre mani per il nostro primo lavoro, il lavoro domestico, come imprescindibile strumento di lotta per contrattare e ridurre la nostra giornata lavorativa.