la situazione in Brasile
Le donne brasiliane immigrate in Francia hanno deciso di smascherare dalle pagine della rivista «Circolo de Mulheres Brasileiras», pubblicata a Parigi, la politica che il governo militare, al potere dal ’64, attua nei confronti delle donne.
In Brasile, negli ambienti militari si è aperto un dibattito sul controllo delle nascite. Alcuni arrivano al punto di difendere la liberalizzazione dell’aborto, posizione che è in netta contraddizione con le tesi militari tradizionali basate sulla crescita demografica e l’occupazione massima del territorio come fattori chiave della sicurezza nazionale. Il Brasile non ha ancora una politica ufficiale del controllo delle nascite. E solo recentemente che è stata abrogata la tassa speciale che colpiva i celibi e le coppie senza figli. Viene riconosciuto dagli ambienti ufficiali che il numero dei posti di lavoro tende a diminuire e di conseguenza si preannuncia un’aumento significativo della disoccupazione. Questo ragionamento viene ripreso dall’industria farmaceutica per giustificare un programma nazionale del controllo delle nascite per la generalizzazione dell’impiego delle pillole contraccettive. L’obbiettivo confessato sarebbe di ridurre il tasso di crescita demografica dal 3% all’1,8% ed esigere che 18 milioni di donne utilizzino ognuna 12 scatole di pillole l’anno, spendendo un totale di 1.240.336.500 F!
In modo extra-ufficiale, la BENFAM — organizzazione privata finanziata dalla Fondazione Rockfeller e l’industria farmaceutica — lavora da più di dieci anni su dei progetti chiamati «planning familiare» ed ha una pratica che assomiglia a una sterilizzazione forzata delle donne di ambiente popolare. Molte inchieste hanno già denunciato le sue attività:
– la prima nel ’66, ha constatato la sterilizzazione di 3.000 donne;
– un’altra nel ’71, portata a termine dall’Associazione medica dello Stato di Rio de Janeiro (AMFRS), ha denunciato i metodi contraccettivi applicati dalla BENFAM su un milione di donne dopo il ’65: il metodo ricorrente è quello dell’applicazione della spirale ma… tagliandone il filo che permette di toglierla al momento voluto!
Tutto questo avviene nelle regioni dove non ci sono medici e dove, ad ogni modo, le contadine così sterilizzate non dispongono di nessuna infrastruttura medica per un minimo di controllo ginecologico. Per quel che riguarda la distribuzione in massa delle pillole, essa viene fatta senza l’ombra di un’istruzione per il loro uso, le precauzioni da prendere, le indicazioni mediche, etc.
Nonostante sia proibita ogni pubblicità e ci sia la necessità di una ricetta per comprare i contraccettivi, la consumazione di pillole è aumentata del 375% tra il ’66 e il ’74. Il governo federale potrà difficilmente adottare una posizione apertamente favorevole al controllo delle nascite. Sarebbe urtare frontalmente gli ambienti tradizionalisti sui quali tra l’altro deve appoggiarsi. Ma, al governo basta chiudere gli occhi sulle attività della BENFAM che usufruisce di contratti importanti con i governi della provincia. Per il governo, il controllo delle nascite è una politica pericolosa: essa può diventare l’oggetto di una contraddizione esplosiva con la Chiesa cattolica che si oppone in modo ostinato a ogni tipo di controllo delle nascite, ma può anche in seguito, porre dei problemi di mano d’opera se l’economia riprende la sua espansione dei dieci ultimi anni.
Per le femministe brasiliane, il problema del controllo delle donne sul corpo e, di conseguenza, le loro maternità, è un problema essenziale delle posizioni chiare e risolutamente distinte dai partigiani borghesi della contraccezione forzata.
– Né oscurantismo clericale e sottomissione secolare delle donne alle maternità «fatali»!
– Né appoggio a questa forma di stupro del corpo delle donne che è la sterilizzazione definitiva a loro insaputa!