sud america: aborto e controllo delle nascite
Per la solidarietà con la lotta per le rivendicazioni delle donne nel mondo. Per una mutua comprensione dei nostri problemi. Per l’unione dei nostri movimenti. Verso la conquista dei nostri pieni diritti.
Il nostro intervento nell’ambito dell’aborto e contraccezione in questo incontro, è particolare poiché implica la denuncia dei piani contro le nascite in America Latina, dove viene utilizzato il mito dell’esplosione demografica per preservare lo «status quo» del capitalismo, ohe si basa sullo sfruttamento delle masse popolari. Situazione messa in discussione dal momento in cui la popolazione affamata e disoccupata, sfruttata e repressa prende ogni giorno più coscienza della sua condizione e soprattutto popolazione che è ogni giorno più giovane, dato che è una caratteristica della popolazione latino-americana è quella di possedere un grande contigente minore ai 15 anni. Questo fenomeno incute timore ai regimi dei Paesi sviluppati, che assistono, invece, all’invecchiamento della loro popolazione. Ci sono molti esempi di questo fenomeno.
Nel Guatemala, il 49% dei metodi utilizzati nel 1974 sono stati le sterilizzazioni delle donne sui tavoli operatori e di parto. Questi dati sono forniti dall’Istituto Guatemalteco di Assistenza Sociale.
In Bolivia, si realizza uno sfacciato genocidio accuratamente pianificato, con la partecipazione di organismi nordamericani. Sono stati consegnati attraverso l’UCI’D tre milioni di dollari, solo per la pubblicità e otto milioni di dollari, per l’esecuzione del piano. Numerosi organismi operano in tutta libertà, PROFAM (pro famiglia) CENAFA (Centro Nazionale della Famiglia) hanno creato dei consultori nelle zone di campagna dove praticano sterilizzazioni ad entrambi i sessi: vasectomia, legatura delle trombe, distribuzione gratuita di mezzi anticoncezionali orali. Inoltre si è verificato che negli alimenti distribuiti alle popolazioni vi erano mischiate sostanze anticoncezionali. Le obbligazioni cumulative per l’anno finanziario 1974 salirono a 1.546.000 dollari. Unito a questo piano di controllo delle nascite, la Germania Federale propone un progetto di emigrazione di sudafricani bianchi in America Latina. Il governo boliviano è l’unico ad accettare questo progetto di emigrazione di 150.000 coloni bianchi sudafricani, nella maggior parte di origine tedesca e olandese. Senza dubbio questi Paesi, così come la Gran Bretagna, cercano di trovare una soluzione comoda al problema che gli crea l’evidente esclusione dei bianchi nell’Africa Australe. D’altra parte, il Governo boliviano e gli Stati Uniti del Nordamerica, sono interessati al rafforzamento di una borghesia conservatrice, reazionaria e soprattutto economicamente potente, nel cuore del continente. In questo senso condanniamo e chiediamo a tutte le forze democratiche, che si facciano avanno avanti per evitare che si realizzi la più inaudita e condannabile esportazione: l’Apartheid. In Cile il programma di controllo della popolazione da parte della Giunta Militare dalla presa del potere nel 1973, ha come scopo la riduzione draconiana del numero di poveri e disoccupati, per ottenere una popolazione «obiettiva». Il progetto, naturalmente è presentato come progetto umanitario e sociale, ma la ideologia che lo sostiene è come al solito neo-Darwiniana: «sopravvivenza dei più adatti» e la riduzione di quelli strati sociali che possono mettere in pericolo il potere stabilitosi. La pianificazione famigliare riceve attualmente il 40% del bilancio per la salute in Cile, ciò rappresenta il più grande contributo alla pianificazione famigliare in tutta l’America Latina. Nello stesso tempo, il sistema di assistenza sociale è stato smantellato per favorire il mantenimento delle cliniche private.
Ciò che viene proibito negli Stati Uniti, va bene per il Cile. Il Direttore aggiunto del programma di maternità cileno, professore di ginecologia e ostetricia nell’Università del Cile: Enrique Oneto Bachler, che esegue le ricerche, che sicuramente gli hanno dato la reputazione ed il posto di lavoro attuale; cioè uso di iniezioni chimiche per provocare una contraccezione durevole, ha realizzato una prova su più di 700 donne cilene, facendo iniezioni di un prodotto pericoloso attualmente proibito negli Stati Uniti’ per via dei gravi difetti congeniti e della sterilizzazione definitiva. Come conseguenza di questa droga è apparso il cancro dell’utero. Il programma per il controllo delle nascite viene realizzato dalla APROFA (Associazione cilena per la protezione della famiglia) organismo con personale istruito dall’Organizzazione Panamericana della Salute di ispirazione americana.
Nella riunione dell’Organizzazione Mondiale della Salute, nel maggio del 1975, il Ministro della Sanità della Giunta Cilena è riuscito ad ottenere per il suo piano, 15 milioni di dollari che rappresentano la metà dei 30 milioni di dollari che la OMS possiede per sovvenzionare l’insieme di progetti similari. Per il professor Oneto, il controllo delle nascite, e non il miglioramento dei servizi per la salute, rappresenta la forma più adeguata per ridurre la mortalità delle donne. Casi similari a questi si possono riscontrare negli altri Paesi dell’America Latina, i quali devono essere sistematicamente denunciati dalle donne organizzate in America Latina.