radicali
i referendum in mano alla donne
Il 4 dicembre il Partito radicale ha iniziato la presentazione alla Cancelleria della Corte di Cassazione di una serie di referendum abrogativi di leggi incostituzionali, autoritarie e repressive riguardanti i rapporti tra lo Stato e la Chiesa (Concordato), alcune norme del Codice Penale, i codici militari e la legislazione sui mezzi di informazione con particolare riferimento alla stampa e alla TV. Chiediamo delucidazioni a Maria Dolores Angelicola, radicale e femminista.
Quali sono gli articoli da abrogare che hanno una influenza più diretta sulla condizione della donna? In materia concordataria le norme da abrogare che ci colpiscono più direttamente, in quanto donne e femministe, riguardano la legislazione matrimoniale ed in particolare l’articolo 34 del Concordato secondo il quale automaticamente il matrimonio canonico ha effetto civile-, e l’articolo 17 della legge 847 del 27 maggio 1929 che prevede l’esecuzione nello Stato Italiano e la trascrizione nei registri dello Stato civile delle sentenze ecclesiastiche di annullamento dei matrimoni. Per quanto riguarda l’articolo 17 vogliamo sottolineare che l’annullamento del matrimonio, mentre attraverso il “favor matrimoni” riconosce la legittimità dei figli ed il loro diritto a rimanere nell’asse ereditario, esclude la donna non più moglie da qualsiasi diritto agli alimenti, all’eredità e persino all’usufrutto di quei beni alla costituzione dei quali anch’essa ha contribuito nel corso della vita matrimoniale se non altro prestando gratuitamente la propria opera come addetta ai lavori domestici. Vogliamo anche denunciare le pressioni psicologiche, le umilianti visite ginecologiche e le perizie psichiatriche a cui viene sottoposta la donna nel corso delle cause di annullamento per consentire ai giudici rotali di appigliarsi al cavillo “giusto” cioè a quello che salva il “principio”. In materia di codice penale ci toccano da vicino quelle norme che si riferiscono all’aborto, all’estinzione dei reati contro la libertà sessuale mediante il matrimonio, alla riduzione di pena in caso di omicidio e di infanticidio per causa di onore. Pur ribadendo la nostra posizione riguardo al problema dell’aborto che è appunto quella della completa liberalizzazione e gratuità, la depenalizzazione del feato di aborto può costituire un importante primo Passo sulla via della completa liberalizzazione. In materia di libertà di informazione, oltre all’abrogazione di tutte quelle leggi più patentemente restrittive della libertà di espressione, ci interessa particolarmente l’abolizione dell’ordine dei giornalisti e ‘a liberalizzazione della TV via cavo. Labolizione dell’ordine dei giornalisti, con la ristrutturazione non gerarchica di tale professione che ne consegue, consente a noi donne, emarginate in qualsiasi tipo di lavoro perché donne, una maggiore possibilità di esprimerci attraverso la stampa. Per quanto riguarda poi la TV via cavo, la sua liberalizzazione ci permetterebbe, con un costo di molto inferiore a quello della pubblicazione di un mensile (poco più di un milione rispetto a cento milioni) di gestire un canale televisivo per parlare in maniera più diretta alle donne, per offrire spettacoli, controinformazione che evidentemente non passeranno mai attraverso le maglie del monopolio attuale. Negli Stati Uniti è già una realtà. Molti gruppi femministi con il semplice costo di 1.700 dollari l’anno gestiscono un canale.
Ma che riferimento hanno i codici militari con le donne?
In questo caso se il riferimento è più indiretto non per questo è meno importante. L’ideologia militare è basata sui falsi valori di “virilità” intesa come violenza, autoritarismo, sciovinismo maschile. Sappiamo cosa significa lo spirito di caserma: al solito la donna viene falsamente idealizzata come madre che dona i figli alla patria o disprezzata come oggetto sessuale, su cui scaricare le tensioni dell’alienata vita di disciplina militare.
Non dimentichiamoci che le donne costituiscono più della metà della popolazione: se saremo unite almeno sugli obiettivi fondamentali la vittoria sarà nostra.