lettere a effe

Abbiamo ricevuto dalle compagne della Casa della Madre e del Fanciullo di via Pusiano a Milano questa lettera:

gennaio 1974

Care compagne dì Effe, come sapete le ragazze madri della Casa della Madre e del Fanciullo di via Pusiano 22, sono in lotta da più di sei mesi. Quest’estate la loro lotta ha fatto «notizia» sui giornali. Poi, come succede quasi sempre in questi casi, di loro non ha più parlato nessuno.

In questi ultimi mesi, invece, sono successe cose che si devono sapere ha lotta è continuata, perché la “vertenza” della CMF non si è affatto risolta.

Le varie forze politiche che questa estate hanno solidarizzato con le ragazze madri, al momento non si stanno interessando concretamente alla loro situazione e a quella della CMF. ~~~ Agostoni, assessore provinciale DC assistenza, alle armi pacchiane esqualificanti anche a livello di opinione pubblica, tipo dimissioni ultimatum e ratto di minori, ha sostituito quelle di una ristrutturazione complessiva dell’istituto, che fa meno scalpore ma che rischia di andare in porto se la lotta delle ragazze madri non riuscirà a coinvolgere altre forze politiche, sindacali, del quartiere

Le premesse alle ristrutturazione sono state:

blocco di nuove entrate e diminuzione a 12 del numero delle ragazze madri ospitate (quando la Casa potrebbe ospitarne 28);

trasferimento del personale che aveva dimostrato, anche solo tiepidamente, il suo appoggio alla lotta delle ragazze; assunzione di nuovo personale “fidato”, mandato alla Casa di via Pusiano per svolgere un controllo diretto sulle ragazze e per mettere in atto, senza sollevare problemi tecnici o dì ordine psicologico-educativo, le disposizioni che partono sempre dall’alto; repressione pura e semplice, come ad esempio il trasferimento di una delle ragazze al Buon Pastore di Cremona o il divieto per due maggiorenni di uscire dopo cena.

Da ultimo, quasi a raccogliere i frutti delle mosse precedenti, è venuta l’ingiunzione alle 12 ragazze di occupare una sola ala dell’istituto. A motivazione di ciò è stato detto che l’esperimento di via Pusiano si è rivelato fallimentare e che dì conseguenza la Casa in futuro terrà solo 12 ragazze ritenute super-autonome, mentre tutte le altre saranno ospitate all’IPPAI (Brefotrofio). Il piano di ristrutturazione coinvolge anche i bambini ospitati nei gruppi famiglia della Casa. Il loro numero dovrebbe scendere da circa 40 a non piùdi 15; inoltre, ì bambini accettati nella CMF di via Pusiano dovrebbero essere già dichiarati in stato di adottabilità. La loro permanenza in istituto, quindi, sarebbe transitoria e di pochi mesi, un miniparcheggio insomma. Un grosso punto interrogativo pesa dunque sulla sorte di tutti gli altri. Le ragazze madri non sono assolutamente disponibili per una soluzione di questo tipo. Intendono anzi rilanciare la lotta contro la ristrutturazione anche a livello di propaganda, di stampa, di opinione pubblica.

La loro lotta si articola nei seguenti obiettivi:

Garanzia concreta che la Casa non venga chiusa o destinata ad altri usi.

Nessuna ospite deve essere allontanata e si deve dare la possibilità ad altre madri di abitare nella Casa, senza distinzioni fra maggiorenni e minorenni.

Nel quadro dei diritti per cui lottano tutti i lavoratori, le ragazze madri rivendicano concretamente il riconoscimento del diritto alla casa (affitto al 10% del salario) per le ragazze madri che usciranno dalla Casa di via Pusiano; l’assistenza completa e gratuita per i loro figli nell’asilo più vicino alla Casa.

Riconoscimento del Comitato di lotta delle ragazze madri, che deve essere informato e consultato per ogni decisione riguardante la Casa e le ragazze. Il Comitato deve avere la possibilità di fare riunioni all’interno della Casa con tutte le forze politiche e sociali interessate al problema delle ragazze madri e delle loro particolari condizioni di vita (donne, lavoratrici, madri, obbligate a vivere in un istituto).

5) stabilire immediatamente nuove norme per un miglioramento delle condizioni di vita all’interno della Casa e per una più ampia libertà di movimento ed autonomia delle ragazze madri. La lotta delle ragazze madri tocca però temi piò ampi e generali: quello della critica all’assistenza intesa come beneficienza e non come servizio sociale; quello della critica delle istituzioni chiuse o falsamente aperte che emarginano e dividono le persone in categorie; quello della condizione di ragazze madre, che è di assoluta non autonomia: prima perché donna e poi perché madre fuori della norma.