nuove favole per bambini

il bell’addormentato nel bosco

Potete usare questa favola come test per i. vostri figli. Chiedete loro se vorrebbero interpretare la parte del bell’addormentato nel bosco. Generalmente, fin dai cinque anni i ruoli dei maschi e delle femmine sono già assimilati. E la femmina accetterà quindi volentieri il ruolo «passivo» del principino, mentre il maschio, ormai già teso verso I ruoli «attivi», rifiuterà la parte.

febbraio 1973

Un giorno arriverà la mia principessa (principe),

un giorno per cuori giovani,

e voleremo via verso il suo castello,

insieme, solo lei (lui) ed io…

C’era una volta, in un lontano regno, un piccolo principe chiamato Bello. Sua madre, la regina Bontà, era una reggente saggia e benefica e una genitrice severa ma affettuosa. Suo padre, il re consorte, era bello ed era un compagno assai efficiente.

Solo una piccola cosa non andava nella vita del principe Bello. Alla splendida cerimonia per il suo battesimo, un mago malvagio versò una scatola di zucchero raffinato tutt’intorno al principino e lo stregò, l’orrendo maleficio fece inorridire la regina bontà e tutte le sue coraggiose cavallerizze Amazzoni e le cortigiane. L’orrendo maleficio era il maleficio più orrendo che un mago malvagio potesse compiere.

«Il prìncipe Bello è stregato» sogghignò il mago malvagio, «condannato, condannato a non sposarsi!».

Ma attenzione! Presente alla celebrazione c’era anche il potente dio padre dell’ovest, che all’improvviso tirò fuori dal suo abito d’argento una bottiglia d’oro e cosparse il principe Bello di magici germi di grano. Immediatamente il sortilegio del mago cattivo si trasformò in quest’altro: «A vent’anni da oggi, il principe Bello sarà chiuso in una speciale scatola magica col coperchio di plastica trasparente. Lì dentro aspetterà per migliaia di secoli o forse anche solo mezz’ora che arrivi la donna giusta e compia il suo destino».

Vent’anni dopo il principe Bello era divenuto un giovane amabile. Aveva grandi occhi azzurri, dei bei capelli biondi e due graziose fossette sulle guance bianche e rosse. Aveva un aspetto piacevolmente delicato e sapeva cucinare, filare e cucire. Comunque il principe Bello stava attento a non apparire .troppo intelligente, perché (come tutti i giovani da moglie sanno) aver l’aria intelligente non sarebbe stato maschile.

Un giorno il principe Bello stava passeggiando nel bosco, quando ecco ebbe un improvviso impulso a stendersi in una scatola magica col coperchio di plastica trasparente che giaceva proprio lì al suolo. Il principe Bello subito cadde in un sonno profondo e mentre sognava con grande soddisfazione tubi intasati e pannolini macchiati, sporchi, tutte le gentili creature della foresta si sollevavano sulla punta dei piedi per contemplare il giovane di straordinaria bellezza. (Ehi! Guarda che fisico! disse la scoiattolina leccandosi i baffi, e «Whuu-whii», fischiò la giraffina, «che pezzo.,.!»).

Frattanto la coraggiosa principessa Affascinante, la forte e saggia reggente di un regno vicino, uscì dal suo castello, per guidare le sue Amazzoni alla pericolosa ricerca di un raro seme di soia magico.

Mezz’ora dopo, la principessa Affascinante scoprì per caso il Bell’Addormentato nell’involucro trasparente.

«Che cos’è?» gridò la principessa Affascinante. «Un povero giovane indifeso, amabile di aspetto, dolce all’abbraccio, e che aspetta proprio che io compia il suo destino».

E così la principessa Affascinante sollevò il magico coperchio di plastica e baciò il Bell’Addormentato. Il principe Bello si svegliò, guardò con rispetto la donna forte ed elegante, ed esclamò: «Finalmente! La mìa principessa Affascinante è venuta! Sono soddisfatto come uomo!». E così la principessa Affascinante portò il principe Bello al suo castello nel vicino regno, dove essi si unirono legalmente per l’eternità nel sacro vincolo matrimoniale come donna e marito. Il principe Bello compì il suo destino maschile, cucinando e filando, tenendo la bocca chiusa e aspettando ore ed ore finché la principessa Affascinante avesse finito le faccende importanti del suo lavoro. Poi il principe ascoltava pieno di simpatia i suoi importanti problemi e massaggiava i suoi piedi e batteva a macchina i suoi proclami. Essi furono entrambi molto, molto felici.