il difficile avvio di un’associazione delle donne
La Segretaria, Signora Gandillon, ha la parola per dare lettura alla relazione presentata dal Comitato Centrale sui lavori e i risultati ottenuti dall’Associazione dal giorno della sua fondazione ad oggi.
Signore e Signori,
essendo questa Assemblea la prima della nostra costituzione, ci sembra necessario delineare un breve profilo storico.
Nel marzo del 1868, Marie Goegg, pubblica nel Etats-Unis d’Europe, organo della Lega della Pace e della Libertà, una lettera che invita tutte le donne a formare un collegamento internazionale per metter fine all’isolamento nel quale vivevano le une rispetto alle altre, e che rispondesse ad un fine intellettuale, morale e di liberazione.
Mare Goegg aveva assistito nel settembre del 1867 al Congresso di Ginevra, che, anche se caratterizzato da alcune scene spiacevoli, ha rappresentato comunque l’origine di una unione preziosa tra la maggior parte degli uomini accorsi da ogni parte per protestare contro l’intolleranza, la tirannia e le ingiustizie sociali. Questa unione, questa fraternità suggellata in mezzo alla bufera, aveva profondamente commosso la nostra presidente; diceva tra sé che se le donne fossero riuscite a rompere la barriera di pregiudizi che le divideva le une dalle altre, anche loro, come gli uomini, avrebbero potuto conseguire grandi risultati e inaugurare una nuova era dell’umanità. Tra le persone che risposero a tale invito; la nostra ottima collega Rosalie Schonwasser di Dusseldorf e due donne di Ginevra, che, senza essere spaventate dal lavoro che iniziavano, consentirono a fondare l’Associazione Internazionale delle Donne e Marie Goegg ne accettò la presidenza. L’inaugurazione formale ebbe luogo a Ginevra il 26 luglio presso la nostra amica M. Stefani. Il comitato era allora composto da sei donne. Sarebbe difficile descrivere l’impressione prodotta tra il pubblico dalla notizia che le donne uscivano dalla loro secolare indifferenza e oltretutto reclamavano i loro diritti. Oltre alle polemiche dei vari giornali, le conversazioni private vi trovarono ampia materia di discussione. Possiamo dire che l’effetto morale ebbe una portata immensa: si incominciò da allora a sperare con le donne; si comprese che se ancora non erano, avrebbero potuto divenire, e che da ogni parte contemporaneamente, si vide nascere la questione della donna, spesso anche in ambienti in cui i suoi diritti erano maggiormente negati. Durante il mese di agosto, Marie Goegg spedì da Bienne due petizioni indirizzate, una al Comitato Centrale della Lega della Pace e della Libertà, a Berna, l’altra al Congresso dei Lavoratori a Bruxelles, per reclamare l’ammissione delle donne a questi Congressi come eguali.
Queste due petizioni ebbero diverso risultato. A Bruxelles la richiesta fu dichiarata intempestiva; a Berna dopo un dibattito molto acceso, la proposta venne accettata e la Lega della Pace e della Libertà ebbe l’onore di dare per prima un esempio sconosciuto sino allora alle Assemblee deliberative, quello di ammettere le donne su una base di completa uguaglianza. Le circolari della Lega che annunciavano questa decisione, che noi chiamiamo il nostro grande avvenimento, dicevano: «Non è per galanteria che accordiamo alla donna il diritto di far sentire le sue rivendicazioni, ma per un sentimento di giustizia» e Gustave Vogt, allora presidente della Lega, ha costantemente testimoniato la sua simpatia personale per il riconoscimento dei diritti della donna. 11 26 settembre 1868, dopo un discorso pronunciato dalla nostra Presidente a nome dell’Associazione Internazionale delle Donne e un discorso di Virginia Barbet, di Lione, la Lega approvò all’unanimità il principio dei diritti della donna e lo inserì nel suo statuto. Da allora la nostra Associazione aveva diritto a vivere; il successo di Berna assicurava ad essa la simpatia di uomini eminenti della democrazia di tutti i paesi e le donne, incoraggiate, non .esitarono a fare pervenire la loro adesione.
Nel mese di ottobre, Marie Goegg, si stabilì a Ginevra e le sedute del Comitato furono regolari e i lavori ne risentirono positivamente. Nel novembre 1868 venne indirizzata al Consiglio Nazionale della Svizzera, una richiesta di assumere la cura degli interessi delle donne. Questa istanza è rimasta senza risposta e crediamo che il deputato incaricato di presentarla, abbia senz’altro mancato al mandato che gli era stato affidato. Una quarta istanza fu indirizzata anche alle Cortes Spagnole, vi si chiedeva insistentemente che i diritti e gli interessi delle donne non venissero completamente dimenticati nel nuovo Codice che i suoi membri erano chiamati a redigere…
Il 3 novembre 1869 una nuova istanza venne presentata alla Camera dei Deputati italiani per chiedere che la istruzione laica delle fanciulle fosse tutelata dal governo, in modo che le scuole si sviluppassero su larga scala in questo bel paese, dove l’intelligenza non richiede che di poter venire alla luce. Questo tentativo ebbe successo; apprendiamo con piacere che il Ministro della Pubblica Istruzione ha allo studio le dispense e i libri pubblicati in diversi paesi sull’educazione delle ragazze.
A Ginevra, abbiamo presentato una richiesta alla Commissione Amministrativa dell‘Hospice General, chiedendo l’apertura di un orfanotrofio per ragazze amministrato dallo Stato, come quello che già esiste per i ragazzi, in modo di) sostituire le iniziative private di qualsiasi Chiesa. Infine un’istanza è stata presentata al Parlamento inglese per protestare, assieme alle donne inglesi, contro una legge da poco promulgata che tende a legalizzare e in un certo modo ad autorizzare la prostituzione. Oltre a questo, abbiamo cercato di creare un Collegio per ragazze organizzato su basi nuove. Le circolari che abbiamo inviato e che voi conoscete, non hanno ancora ottenuto il successo sperato. Alcune persone hanno risposto al nostro appello, ma il loro numero è ancora insufficiente. Persevereremo comunque in questa iniziativa e lavoreremo intensamente per la sua riuscita poiché consideriamo la istruzione, della donna come un punto fondamentale del nostro obiettivo. Seguendo’ la nostra idea di propaganda, Marie Goegg, creò anche il Journal des Femmes il cui primo numero fu pubblicato nel marzo del 1869; sfortunatamente per le molte difficoltà sopravvenute (inutile ricordarle in questa sede), la pubblicazione fu sospesa e in seguito allegata all’eccellente giornale Le droit des femmes, ben diretto dal nostro amico Leon Richer… Un lavoro che ha presentato alcune difficoltà, e che molto è servito alla nostra propaganda, è la formazione dei nostri Comitati Locali. Dopo un inizio modesto come il nostro, poter contare già su una quindicina di Comitati Locali dopo 18 mesi di esistenza, significa che abbiamo avuto la rara fortuna di raccogliere tutta la dedizione che potevamo desiderare. E’ un omaggio che siamo felici di rendere alle nostre care colleghe in questo giorno così importante per la causa che insieme desideriamo difendere. I rapporti con i nostri Comitati locali sono così strutturati: ì membri corrispondenti all’estero, cioè le donne. alla testa dei Comitati locali, ci inviano i contributi ricevuti dopo aver detratto le spese da loro sostenute. Ci informano sulle questioni più importanti che si dibattono attorno ad esse, sui bisogni che si esprimono, e noi diamo loro il nostro aiuto tutte le volte che il caso lo richiede, come abbiamo fatto in Italia e in Inghilterra. Certamente più la nostra Associazione si svilupperà, più il vostro aiuto diverrà attivo. Benché il nostro obiettivo sia unico, sappiamo piegare i nostri mezzi di azione alle esigenze dei diversi paesi delle nostre aderenti; se in America e in Inghilterra sosteniamo in linea di principio il diritto della donna senza alcuna riserva, in altri paesi ci limitiamo, per il momento, alle riforme più urgenti. Nel mese di novembre ci siamo preoccupate di redigere nuove circolari giudicate necessarie per avanzare in armonia con i progressi realizzati dalla nostra Associazione e abbiamo potuto constatare che la loro diffusione è stata seguita da numerosi attestati di simpatia.
Non crediamo inutile dire, per dare un’idea del lavoro richiesto dalla nostra opera, che accanto alla spedizione dei giornali, di circolari e di lettere emanate, direttamente dal nostro Comitato centrale, abbiamo ricevuto 427 lettere alle quali, va detto, abbiamo dovuto rispondere.
Siamo anche liete di annunciare che possiamo mettere da questo momento, a disposizione delle nostre aderenti di Ginevra i libri e i giornali inviatici dall’estero dalle nostre amiche e dai nostri amici; pensiamo di dar vita ad un bollettino trimestrale o forse mensile, se gli aiuti corrispondono alle nostre aspettative, affinché le nostre aderenti di ogni paese siano tenute al corrente delle nostre’ varie rivendicazioni. Inoltre, nel prossimo mese di agosto, una delle nostre, colleghe inglesi, Henriette Noa, ha consentito, su nostra richiesta, a tenere dei corsi di frenologia e psicologia. Speriamo in seguito . di poter approfittare di alcune amichevoli offerte che ci sono state fatte per continuare con una serie di conferenze su altri argomenti.
Se le forze corrisponderanno ai nostri desideri, vorremmo poter predicare in ogni luogo i diritti della donna per illuminare le intelligenze su questa questione. Tenderemo sempre a questo fine, ma per raggiungerlo è necessario raccogliere sempre più prove di simpatia.
Le donne non sono le sole ad aiutarci nella nostra opera, e siamo orgogliose di contare su numerosi amici uomini di raro talento e devozione… Concludendo, per la solidarietà che esiste fra le nazioni, così come tra gli individui, la nostra Associazione ha avuto un’influenza morale molto grande sui progressi riscontrati in ogni paese ih quest’ultimo anno. Oltre allo slancio dato alla causa della donna essa ha portato la fiaccola destinata’ ad illuminare tutto ciò che veniva fatto a questo fine. 1 rapporti di ogni paese, convergenti in un centro comune hanno diffuso ovunque queste luci, e così la propaganda è aumentata per far conoscere il lavoro e i successi di ciascun paese. Ecco la breve esposizione dei nostri più importanti lavori.’ Se riflettiamo sugli sforzi fatti per costituirci, sulle lotte che abbiamo dovuto sostenere, si ammetterà che era impossibile fare di più e ottenere di più in questo lasso di tempo.
Per finire, non ci resta che pregarvi signore e signori di perseverare nel vostro prezioso aiuto e di diffondere le idee che noi sosteniamo.
Traduzione di Pierrette Coffa