ritratti di mogli
come la vede la pubblicità
Io sono la moglie miracolo, la moglie modello, la moglie per eccellenza. Sono la moglie inventata. Sono la moglie reclamizzata sui giornali femminili scritti dagli uomini. Sorrido sempre, ho il sorriso stampato sulla faccia, e naturalmente, siccome ho il sorriso contagioso, tutti sorridono intorno a me. Sorridono i miei bambini belli e vitaminizzati e sorride anche mio marito, ma in modo più contenuto naturalmente per non perdere in «virilità». Sì, perché, come io sono sempre sorridente, mio marito, sia che si trovi in bagno con la crema da barba, sia che corra su un prato verde in slip elasticizzati, è sempre molto, molto virile. Ma questo è un’altro discorso.
Io sorrido giustamente perché la mia vita è una continua vacanza. Ci sono intere case di detersivi ed elettrodomestici che pensano a me. Ho una cucina americana sempre brillante e un frigorifero fornitissimo da cui faccio uscire all’ora di pranzo oplà cibi precotti e inscatolati che porto in tavola fra la generale ammirazione. A volte però, sulle pagine dello stesso giornale, in quelle rubriche cosiddette di risposta alle lettrici, faccio incontri fastidiosi che mi mettono di cattivo umore. Incontro mogli maltrattate, tradite, stanche e con un sacco di problemi. Ecco, a mio giudizio, queste rubriche andrebbero eliminate perché potrebbero offrire al pubblico un’immagine distorta e assolutamente non vera della figura della donna. Per fortuna c’è in redazione tutta una schiera di psicologi, medici ed esperti che si occupano di rimettere le cose a posto. Si sa che una donna che si annoia è sempre portata a drammatizzare e a fare del vittimismo. Io, quando mi annoio, preparo un pranzo esotico: tipo anatra all’arancia o paella alla valenciana seguendo le spiegazioni delle ricette che il giornale mi fornisce in altra pagina. Oppure mi trucco. Il trucco primavera per esempio, tutto sui toni rosato e beige, che con il fondo tinta compact cancella le rughe e mi riporta ai miei diciotto anni.
Non nego che io possa sembrare un po’ frigida e asessuata, ma ditemi «C’è solo sesso nell’amore?». E poi sulla mia sessualità oramai conosco tutto perché me l’ha spiegata il sessuologo della redazione nell’inserto chiuso del giornale. Questo inserto viene debitamente chiuso affinché non capiti in mano ai bambini. I bambini devono essere puri. I bambini devono sgranocchiare patatine, bere coca-cola e saltare sul materasso a molle appena acquistato per verificarne la solidità. I bambini possono esprimere la loro creatività caricando quei gioielli di perfezione che sono le macchinette, i trenini e le bambole di plastica. I bambini non devono essere distratti con giochi sessuali. Del resto, sessualmente parlando, anche io sono maggiorenne da poco. Prima i discorsi più avanzati sull’argomento mi venivano fatti da padre Giuliani nella rubrica: «Là nostra anima». Io pensavo all’anima, non godevo, ma rendevo felice mio marito.
Adesso sono emancipata. Informata come sono sulle posizioni, sugli organi e le reazioni psico-fisiche relative; deodorata all’esaclorofene dalla punta dei piedi alla vagina. In una camicia da notte in puro veli-cren, affronto il rapporto coniugale con sicurezza. Continuo a non godere, è vero, ma questo dipende dal fatto che sono una moglie ideale, una moglie miracolo, una moglie inventata.