Analisi strutturale dei sogni
incoscienza oscurata
Il sogno è un processo psichico di individuazione.
L‘io-sognante è il protagonista del sogno, l’eroe di un racconto onirico. Allo stesso modo gli eroi delle fiabe sono vittime di fatti drammatici che li spingono a reagire. La struttura dei sogni consiste in una situazione iniziale che muta in un avvenimento drammatico, e nelle varie tappe che Yio-sognante deve intraprendere per pervenire al fine: la rimozione del danneggiamento della mancanza o del bisogno. Abbiamo dunque un fine da raggiungere e dei mezzi per raggiungere il fine. In un linguaggio fiabesco possiamo dire che l’io-sognante incontra la figura dell’ Antagonista e dell’Aiutante. Spesso trova il mezzo magico per raggiungere il suo fine. Si tratta di stabilire a che punto del viaggio si trova Yio-onirico. Il fine dell’/o-sognante è il trovare sé stesso cioè la propria totalità, di congiungersi alle proprie parti rimosse o represse.
Esiste dunque un io-sognante ed un io-notturno. Per capire un sogno bisogna in primo luogo capire che l’io non è uno come ci insegnano gli adulti quando siamo bambini. Esiste un io-conscio, razionale, programmato, normalmente condizionato e fabbricato dagli altri, dai genitori, dalle zie, dai vicini di casa, dalla televisione ecc. (un io quindi condizionato, un falso io, normalmente ritenuto il vero io, che appartiene alla falsa coscienza) ed un io-conscio autentico, che noi chiameremo Yio-onirico oppure Yio-sagnante (da distinguersi dall’io della sognatrice o del sognatore) il quale attraverso immagini ed avventure oniriche cerca di far pervenire all’‘io-conscio (condizionato) i bisogni reali rimossi ed il fine a cui tende la totalità dell’essere.
Esiste una struttura del sogno. Anche se le immagini sono variabili, esistono delle costanti nei sogni, delle funzioni invariabili la cui successione è costante. Per esempio: la funzione della trasgressione, la funzione della punizione, la funzione dell’iniziazione attraverso compiti difficili quali quello, per esempio, del morire e rinascere, la funzione del trovare se stessi. La tappa nell’aldilà, nel tempo senza tempo, nella non-razionalità, nel mondo dove ciò che è nero si trasforma in bianco, e ciò che è disgustoso si rivela piacevole, è fondamentale.
Noi inizieremo un’interpretazione dei sogni che indaga appunto sulla struttura costante ed invariabile di essi anche se si presentano sotto forme variabili. Esamineremo i sogni in chiave di psicologia strutturale.
Sogni: Il sogno inizia al crepuscolo in un paese di montagna (il paese dove sono stata in villeggiatura). Io-mi trovo insieme a Valeria (l’amica d’infanzia che io ritengo piuttosto stupida), il paese era popolato da moltissima gente e la prima sensazione che ho provocato è stato un senso di angoscia. Infatti sentivo che tutta la gente che ci circondava erano dei Morti-viventi. Una vecchia ci avvisa che dobbiamo morire, ma io mi ribello a tale cosa mentre Valeria aspetta passivamente, nel frattempo io mi rendo conto che «loro» non vogliono che io veda l’orologio che ho al polso e la luce del sole, quindi nascondo l’orologio. La vecchia ci impone di andare in una casa, ci fa salire una scala, entrare in una stanza dove c’erano cinque letti in ordine crescente, ci dice di metterci sul letto e se ne va chiudendo la porta. (I letti servivano per quelli che dovevano morire). Allora io scosto la tenda, guardo giù e vedo moltissima gente che sta seguendo il nostro funerale, al che io cerco di attirare la loro attenzione e grido che io non sono morta, ma non mi sentivano; quando mi volto verso i letti trovo un uomo (bruno, piuttosto grasso, viscido, vestito di grigio) che ci sorvegliava.
A questo punto io dico a Valeria (con dei cenni e dei gesti) di intrattenere quest’uomo in modo che io possa stordirlo alle spalle. Valeria sembra che abbia capito ma io non aspetto la sua iniziativa, agisco da sola, appena lo vedo di spalle. Ma lui si gira e invece di reagire mi abbraccia e mi bacia sulle guance (stupore da parte mia). Poi ci ordina di matterci a letto perché sta per venire quello che ci deve far morire. Noi ubbidiamo e ci mettiamo in due letti diversi, lo mi nascondo sotto le coperte nascondendo sempre l’orologio. L’uomo se ne va. Viene «X», un essere magro, in grigio, calvo sulla fronte ma coi capelli lungi, grigi e ricciuti, tutti intorno al volto. (Sensazione di paura appena lo vedo). Con occhi allucinati mi viene vicino e mi segue (nascondo l’orologio sotto le pieghe della coperta), lui mi accarezza la gamba sinistra, poi preme con pollici la coscia e ne esce con un pezzo di sangue circolare con un filo rosso (non sento dolore, anzi un senso di piacere mentre il filo rosso esce dalla mia carne) che lui mi poggia in mezzo alle sopracciglia e mi ci dà un bacio sopra (sono esterrefatta). Poi se ne va. Allora io mi spalmo il corpo di olio (dimenticavo di dire che durante il sogno io sono seminuda), e scappo. Valeria non c’è più. lo mi ritrovo in mezzo ad una strada e vedo X che passa In una macchina 1850 grigia e so che avrà paura di me. Infatti scappa. Continuo a camminare. Dei ragazzi mi vengono incontro, mi dicono «Tu sei Rossella», ma io che so che sono dei Morti-viventi minaccio di buttarmi giù dal monte nei precipizi se si avvicinano. Sono contornata dai Morti-viventi. Allora io con ira prendo un bastone dalla forma di salame e comincio a picchiare tutti questi Morti-viventi i quali si svegliano dalla morte e cominciano a sorridere. Mi sveglio meravigliata per una cosi semplice soluzione attraverso il bastone liberatore! Prima di questo sogno avevo sognato di bollire la testa di mia zia in una pentola e quindi di non avere più paura del suo sguardo.
L’interpretazione dei sogni: Scesa negli inferi, come tutti gli eroi, la nostra eroina acquista un lo attivo e lascia il suo lo passivo. Chiamerò quindi rio-notturno di Rossella, l’Io vittima all’inizio e l’Io cercatore nella seconda parte.
Infatti il sogno non finisce lì dove finisce, poiché esso è un momento di un viaggio, che assomiglia ali viaggio dell’eroe di una fiaba. Si tratta di stabilire in quale momento ci troviamo del «viaggio dell’eroe». Se consideriamo l’Io, l’eroe del sogno, esso ha carattere neutro, cioè asessuato, fintantoché non trova il proprio sesso. Non significa che, perché il sogno lo fa una donna, l’Io-sognante della ragazza debba appropriarsi di una forza virile e trovare quindi il bastone o la verga o la spada attributi tipici dell’eroe maschile. A volte l’io sognante è un io che deve nascere cioè un non-io. Questo in quanto l’io-notturno è un lo che tende alla totalità dell’essere e realizza la propria totalità in avventure non razionali ma magico-simboli-che. Dico magico-simboliche poiché il simbolo è un’immagine che sta per un’altra cosa, mentre nel sogno il simbolo è la cosa, ha un valore magico. Faccio un esemplo: se io dico che la ragazza brandendo il bastone simboleggia la forza virile acquistata dall’Io, sbaglio poiché in quel momento essa non rap-presenta simbolicamente qualcosa ma vive un’esperienza reale, cioè essa possiede quando si sveglia la forza datale dal brandire il bastone. Questo aver colpito gli altri è un’esperienza interiore vissuta e non simboleggiata.
Il mezzo magico, dunque, è il bastone. Esso rappresenta la non dipendenza psichica verso coloro che, pretendendo la sua dipendenza, la fanno morire. In questo sogno il morire ha un significato ambivalente. La morte rappresenta un fatto negativo da sfuggire in quanto rappresenta la dipendenza totale e dunque la disintegrazione dell’Io (stato nel quale ovviamente si trova la sognatrice nei confronti del padre e della zia che mette a bollire in pentola. Coloro che le danno la morte sono una vecchia (in cui possiamo ritrovare la zìa che impone il suo lo sull’Io della ragazza) e il padre (che vuole possedere la ragazza proibendole di andare con altri uomini, proibendole di uscire e tenendola legata con un patto di fedeltà non consapevole, ma molto attivo nell’inconscio della figlia e del padre).
La morte nel sogno si presenta anche sotto forma positiva. Come in tutti i miti e in tutte le fiabe, e come nei riti di iniziazione dei popoli primitivi (dai quali le fiabe e i miti sono nati) la morte è il mezzo per venire a contatto con un altro mondo, il mondo dei morti. Attraverso la morte Iniziatica si perde una parte di sé, i giovinetti e le giovinette acquistavano una nuova personalità e tornavano dall’altro mondo con un nuovo nome e con delle capacità che prima non avevano. Nei riti di iniziazione i giovinetti credevano veramente di morire, cadevano in un sonno profondo, venivano marchiati, cambiavano anche sesso per acquistare le facoltà del sesso forte, incontravano aiutanti che li aiutavano e dovevano subire prove terribili e superare prove per tornare tra | vivi. Nel mondo degli Inferi incontravano normalmente il padre defunto ohe donava loro il mezzo magico per riuscire una volta tornati sulla terra. Questi elementi si ritrovano nelle fiabe così come nei sogni, dato che sono i sogni l’origine primordiale del pensiero e delle razionalizzazioni della cultura.
In questo senso il sogno rappresenta la morte e la rinascita della ragazza. Un rito di iniziazione. Anche le fiabe rappresentano un rito d’iniziazione. L’andare nell’aldilà. La Casina nel bosco con l’orco e l’orchessa che fanno a pezzi i bambini, ci ricordano l’albergo con i lettini dove deve avvenire la morte e la risurrezione. Dopo la morte si incontra sempre o il principe azzurro o si trova l’oggetto magico, (la principessa se il sognatore è maschio). Le nozze sono la conclusione della fiaba e la riconciliazione col re, col padre pure. Il re cattivo viene fatto fuori così come il padre cattivo. L’orologio che la ragazza nasconde sotto i lenzuoli rappresenta il tempo-
orologio contro il tempo-senza minuti della morte, questo perché non vuole morire. Ma nella casa della morte si fa già il suo funerale ed è nella casa della morte, e cioè agli Inferi, che lei come tutti gli eroi e scesa per riconciliarsi con il padre.
Il padre ha due facce: l’antagonista, cioè colui che la danneggia uccidendola (impedendole di avere un lo, essendo autoritario e tirannico; inoltre è ripugnante come II Diavolo perché rappresenta l’infrazione del tabù dell’incesto cioè il peccato). Al tempo stesso il padre è l’aiutante magico che inizia al piacere sessuale la figlia trasformandosi da mostro in principe azzurro, nello straordinario amplesso che avviene sul letto. Noi sappiamo dagli studiosi che uno dei modi di marchiare gli iniziandi era di marchiarli in mezzo alla fronte con del sangue o con una ferita. Che questo personaggio paterno sia al tempo stesso l’antagonista danneggiatore e l’aiutante sciamanico (gli Sciamani sono Iniziatori dei popoli, primitivi) lo capiamo poiché esso ha due attribuiti fondamentali: l’essere disgustoso e l’essere piacevole, l’essere terrificante perché dà la morte (proibizione di rapporti con altri uomini) e l’essere amato e amante. La macchina è la macchina del padre. È necessario chiarire Il rapporto complesso col padre, decolpevolizzarlo e riconciliarsi con lui.
È infatti attraverso il padre che tutte le ragazze hanno il primo contatto con l’altro sesso e questo è un fatto naturale che è stato vissuto nella vita diurna e cosciente della ragazza come colpa, il piacere è stato capovolto in disgusto, la propria complicità al piacere negata e capovolta in santità, proiettando la colpa esclusivamente sul padre. Il padre amato trasformato in bestia, ma la bestia nel sogno rivela l’altra sua natura positiva, umana.